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L’Internet delle Cose in Italia vale 1,55 miliardi di euro

L’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato dei dati interessanti relativi all’Internet delle Cose in Italia. Sono 8 milioni gli oggetti connessi nel 2014 ed è ormai un settore che vale 1,55 miliardi di euro.

L’Internet delle Cose (Internet of Things, conosciuto anche come IoT) è ormai una realtà nel nostro paese. E ce lo conferma anche l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che ha presentato dei dati davvero interessanti circa lo stato dell’Internet delle Cose nel nostro paese.

Il valore di mercato registrato nel 2014 è di 1,55 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente del 28%. Le aree che crescono di più sono quelle delle smart car (+38%) e delle smart home (+23%) che insieme rappresentano più del 60% in termini di diffusione e di valore di mercato. E sono 8 milioni, nel 2014, gli oggetti connessi tramite cellulare con una crescita del 33% rispetto al 2013. E anche qui le smart car trainano il settore con una crescita del 55%. E crescono anche lo Smart Metering e lo Smart Asset Management nelle utility, con circa 1,7 milioni di oggetti connessi tramite SIM (21% degli oggetti, 16% del mercato). Mentre la Smart City oggi rappresenta solo il 2% degli oggetti e il 4% del mercato, trainata principalmente dal trasporto pubblico e dall’illuminazione intelligente.

Per quanto riguarda le Smart City, l’Osservatorio rileva che ormai quasi metà dei comuni italiani ha avviato negli ultimi 3 anni almeno un progetto basato su tecnologie Internet of Things, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di progetti in fase sperimentale. Ma i benefici potenziali sono enormi. Infatti, un’adozione pervasiva di soluzioni per l’illuminazione intelligente, per lagestione della mobilità e per la raccolta rifiuti potrebbe far risparmiare complessivamente ogni anno in Italia 4,2 miliardi di euro e migliorare la vivibilità delle città, tagliando l’emissione di 7,2 milioni di tonnellate di CO2 ed evitando l’equivalente di quasi 5 giorni l’anno per ogni utente della città in coda nel traffico sulla propria auto oppure alla ricerca di un parcheggio libero.

Per quanto riguarda le Smart Home c’è da rilevare che la forte attenzione dei consumatori italiani verso questa area dell’Internet delle Cose. La ricerca dell’Osservatorio rileva che il 46% dei proprietari di casa si dice intenzionato ad acquistare prodotti, soprattutto per la sicurezza e il risparmio energetico.

Di fronte a questo scenario c’è anche da rilevare la proliferazioni di startup che cominciano a presidiare questo settore. Nell’ultimo triennio sono cresciute del 40% le startup che offrono soluzioni per la Smart Home e nello stesso periodo l’entità dei finanziamenti erogati da investitori istituzionali è cresciuta del 270%. Si registra l’entrata nel mercato di numerose aziende con un’ampia base di clienti consumer che in molti casi hanno acquisito startup. Gli italiani come dicevamo sono fortemente interessati alla casa connessa: un proprietario su quattro dispone già di almeno un oggetto intelligente per la sua casa e uno su due ha intenzione di acquistarne altri in futuro. E cresce l’interesse verso la sicurezza che interessano il 47% dei proprietari. Interessa anche il risparmio energetico, infatti il 46% è interessato a soluzioni per la gestione del riscaldamento, il 33% per il monitoraggio consumi energetici e il 31% per la gestione da remoto degli elettrodomestici. E l’interfaccia preferita per la gestione sono appunto le app, per il 69%, a dimostrazione che il mobile gioca un ruolo determinante per l’Internet delle Cose e la sua stessa diffusione. E sapendo bene della passione degli italiani anche per il mobile, ecco che si spiega anche il forte interesse per l’IoT.

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