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L’IMU: per un falso problema una soluzione falsa

Sembra che l'IMU sia diventata l'incubo di tutti gli italiani e che la sua cancellazione (oltre che la restituzione), stia dando vantaggi elettorali consistenti all'autore della proposta.

Cerchiamo di analizzare la cosa nei dettagli e, soprattutto, con un minimo di onestà intellettuale.

Possiedo una casa in uno dei comuni più cari della cintura di Milano, dove le rendite catastali sono molto alte.

Il mio appartamento è un ampio trilocale con 2 bagni e terrazzo, per una metratura di 115 metri quadri, oltre a 2 box, del valore commerciale di circa mezzo milione di euro.

Per questo ho pagato 420 euro di IMU, cifra assolutamente sostenibile per chi si può permettere tale condizione abitativa.

Prendendo in considerazione le statistiche nazionali, risulta che l’importo medio dell’IMU sulla prima casa pagato dagli Italiani nel 2012 è stato di circa 200 euro.

Non reputo che queste cifre possano costituire una disgrazia per gli italiani o il motivo per il dimezzamento delle compravendite immobiliari con conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, come paventato da Berlusconi.

Durante l'ultimo governo di centrodestra, la cancellazione dell'ICI ha significato sostanziosi tagli al budget degli enti locali (con conseguenti tagli dei servizi ai cittadini) e una serie di piccoli aumenti a tappeto che hanno ampiamente compensato l'importo di quella tassa. Prova ne è che la pressione fiscale è globalmente aumentata.

È singolare inoltre che l'aiuto alla cancellazione dell'ICI e l'avversione verso la nuova IMU, uniche vere tasse locali, siano venute proprio dalla quella Lega che chiede un maggior ritorno delle tasse sul territorio.

Invece di cancellare l'IMU (senza nemmeno sapere, oltre che dire, da dove prendere i soldi), non sarebbe più corretto e rispettoso dell'intelligenza degli elettori destinarla interamente ai comuni e definirla tassa di scopo e di servizio con precisi vincoli sulla sua utilizzazione?

I fantomatici proventi dall'accordo con la Svizzera nonché da improbabili razionalizzazioni di spesa, qualora dovessero concretizzarsi, non sarebbe più utile destinarli alla graduale diminuzione delle tasse sul reddito da lavoro, vero problema del nostro sistema produttivo?

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