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L’IMU e le altre tasse: bisogna pagare in funzione dei redditi reali

I vecchi e i nuovi partiti presenti nel nostro Parlamento, fanno a gara per promettere agli Italiani tagli più o meno vistosi sulle tasse in generale e, in modo particolare sull’Imu, meglio conosciuta come tassa sulla casa.

Soprattutto il centro-destra si è battuto prima e dopo le ultime elezioni, per diminuire le tasse in generale e quella sull’Imu in particolare, facendone una questione di principio e di libertà. E fin qui nulla da eccepire! Chiunque si batte per ridimensionare le tasse, soprattutto a favore di coloro che hanno redditi bassi, deve essere ascoltato con attenzione.

Decisamente la percentuale delle imposte che lo Stato sottrae ad ogni contribuente è eccessivo, è sproporzionato, è antidemocratico. Pensare che su cento euro che guadagno, 54 li devo allo Stato sotto forma di imposte dirette e indirette, mi sembra indiscutibilmente una vergogna, soprattutto valutando l’infimo livello dei servizi sociali, dell’assistenza sanitaria e ancor peggio di come i soldi dei cittadini vengono maldestramente amministrati, e diciamola tutta, sperperati da questi signori che ci dovrebbero rappresentare, anche da chi sta alzando la voce a proposito dell’Imu. 

Ma si sa che i politici, di tutti gli orientamenti politici, hanno la memoria corta e predicano molto bene, ma altrettanto razzolano male. Se noi tutti, almeno quelli che pagano regolarmente, perché dipendenti statali o di aziende private, siamo costretti a vessatorie tassazioni, lo dobbiamo proprio a quei signori che amministrandoci da decenni hanno dilapidato il denaro pubblico (vedi l’ultimo caso dell’acquisto dei costosissimi aerei F15 da bombardamento, invece di fornire alla protezione civile i Canadair, più economici e utili per spegnere gli incendi).

Quando poi ci troviamo sull’orlo della bancarotta, come in Grecia e a Cipro, non sanno far di meglio che chiamare qualche professore emerito di economia e innalzare ancora di più la percentuale delle tasse a coloro che le pagano da sempre. 

Di questa situazione sono responsabili i signori di centro-destra, i vari galletti con i propri pollai del centro-sinistra e anche gli “strillozzi” delle cinque stelle, che finora hanno fatto solo altra confusione, ma non hanno concluso nulla di concreto. E’ vero si sono autoridotti la cospicua paga, che pur sempre equivale a quelle di due funzionari pubblici ma hanno solo alzato polveroni, impreparati come sono della gestione della “cosa pubblica”, senza contribuire a realizzare un solo provvedimento di utile interesse per gli Italiani. Ma se ciò è vero, gli Italiani devono ringraziare solo a se stessi!

Ma ritorniamo all’Imu e alle tasse in generale. Per diminuire le tasse bisogna prima gestire bene il capitale che si possiede senza creare catene decennali di deficit, che da noi risalgono dai governi democristiani degli anni Ottanta. Quindi, prima legge da varare: dichiarare ineleggibili tutti coloro che nelle passate legislature hanno contribuito con le leggi che hanno approvato, all’aumento delle spese inutili e del deficit statale, a livello centrale e locale. E’ un delinquente non solo chi ruba il denaro pubblico, ma anche chi lo gestisce male. 

Andrebbe modificato il criterio generale della tassazione, imponendo a tutti una percentuale in rapporto all’effettivo guadagno realizzato in un anno, mai superiore al 50% dei propri introiti. E qui che si innesca la questione Imu che, essendo una tassa come tante altre, lo Stato la dovrebbe imporre in rapporto a ciò che realmente il contribuente ha monetizzato in un anno e non su un presunto valore dell’immobile, che universalmente comporta spese di ogni genere e mai una rendita, quando parliamo di prima casa.

Quindi a tutti coloro che hanno pensioni o salari di sopravvivenza, deve essere eliminata la tassa sulla casa, a tutti gli altri proprietari di uno o più immobili, l’Imu e qualsiasi altra tassa connessa, deve sempre essere proporzionata al reddito individuale e mai sul presunto valore (rendita catastale) dell’immobile. Se poi lo Stato è incapace di controllare i redditi dei lavoratori indipendenti e dei liberi professionisti, certamente le pene non le devono pagare i soliti contribuenti che da sempre sono sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle entrate.

Concludo riaffermando che le diatribe dei nostri politici sono “questioni di lana caprina” perché per primo vanno gestite oculatamente le risorse dello Stato; in secondo luogo bisogna far pagare a tutti secondo i redditi reali e non quelli presunti, perché la casa comporta già una serie di oneri e non può essere considerata un lusso o fonte di guadagno per i proprietari che la utilizzano per la propria abitazione.

 

Foto: Alan Cleaver/Flickr

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