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L’Aventino del bagaglino


 

Ottentasette anni fa fu uno dei momenti iniziali di una tragedia nazionale, oggi - si spera - è uno dei tanti gran finali di una farsa tutta italiana. Non poteva essere altrimenti.

Da una parte il disco rotto che ascoltiamo da 17 anni (non ho avuto la forza di leggerlo, ha annunciato la "rivoluzione liberale" o l'avvio delle grandi opere?), condito solo dagli sbadigli di un potente vecchio e malato, che simboleggiano bene il momento di Italiaduemilaundici; dall'altra ben quattro opposizioni in Aula e una fuori, che prese insieme o separatamente non hanno la forza di soffiare quel poco che basterebbe a far cadere la statua del tiranno. Cinque opposizioni che temono le elezioni più di B., che vagheggiano governi "di unità nazionale, del Presidente, di emergenza, di solidarietà nazionale, di scopo etc." che possano approvare misure urgenti per la crescita e una nuova legge elettorale, senza riuscire ad indicare un nome, una legge elettorale, una ricetta contro la crisi.

Cinque opposizioni che - non ce lo dimentichiamo - poche settimane fa hanno in pratica avallato una serie fantozziana di manovre finanziarie scandalose, nei contenuti e nei modi d'approvazione. Manovre finanziarie che colpiscono solo la spesa sociale, le detrazioni fiscali per i ceti deboli e i servizi pubblici (chiedete ai Comuni del trasporto pubblico, degli asili, dell'assistenza sociale etc.).

"Ce lo chiedevano i mercati, ce lo chiedeva l'Europa", ormai è l'alibi preconfezionato: i mercati, l'Europa, ci chiedevano di recuperare tot euro, non di recuperarli dalle fasce più svantaggiate della popolazione, lasciando intatte le mille sacche di privilegio, e senza nemmeno prendersi la briga di un taglio - pur simbolico, ipocrita e perculativo - ai costi della politica.

Tutto questo è passato nel silenzio degli aventiniani di oggi, che dopo 17 anni di "sòle" ancora hanno ceduto alle lusinghe del Grande Venditore, facendosene complici, e lasciando così a una ragazzetta di 20 anni l'ingrato compito di farsi spaccare i denti in piazza dai celerini.

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