L’Argentina delle fabbriche recuperate. Dalla crisi alla ripresa industriale

Da quando Naomi Klein, autrice dei best-seller No Logo e Shock Economy, e suo marito, il giornalista Avi Lewis girarono il loro documentario The Take (2004), la condizione di molti operai e di molte industrie in Argentina è cambiata parecchio.
Le svendite del presidente Carlos Menem e le politiche ultraliberiste caldeggiate dall’FMI non portarono a un rilancio economico di quella Argentina lasciata ricca da Perón e taglieggiata dalla dittatura tra il 1976 al 1983, ma portarono al depauperamento progressivo della popolazione. Un processo di riforma legislativa consentì infine la fuga di 40 miliardi di dollari in una sola notte, nel 2001, e fu la bancarotta nazionale.
Eppure The Take fu anche la testimonianza di una rinascita, poiché alla disperazione ben presto si aggiunse la consapevolezza che gli imprenditori, prima che i battenti delle fabbriche aprissero agli esecutori fallimentari, avrebbero venduto tutto il loro contenuto, impianti, macchinari. E sarebbe stata davvero la fine. I cancelli delle fabbriche vennero giù ben prima, e gli operai tornarono per presidiare quel che restava. Opposero una strenua resistenza, prima contro le forze dell’ordine, poi contro la proprietà che avrebbe voluto reimpossessarsi dei beni, fino a che venne l’era di Nestor Kirchner, impegnato a rinegoziare il debito con il Fmi, ma anche a concretizzare un forte progetto nazionale in cui la ripresa industriale era una leva fondamentale.
In assemblea si decide tutto: i turni, le mansioni, i salari, la dieta della mensa e gli approvigionamenti, la produzione, gli acquisti, le contrattazioni e le vendite, le joint venture con altre fabbriche recuperate. Nascono una dopo l’altra le cooperative industriali, alle quali fan seguito nel tempo scuole superiori e cliniche per far fronte alle mancanze dello Stato.

Sono ora gli stessi lavoratori che possono chiedere il fallimento di una fabbrica e attraverso questo ottenere, dall’interno della fabbrica stessa, di entrare in possesso degli impianti come risarcimento, e riprendere e innovare la produzione. Fabbriche che prevalentemente appartengono ai settori metallurgico, tessile, grafico e alberghiero.
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