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L’Amour per la dignità

Può l'amore esprimersi attraverso la morte?

Amour di Michael Haneke è un film straordinario che ci racconta una fascia di età troppo spesso dimenticata, quella degli ottantenni. Due ottantenni, Anne e George, vivono l'ultima prova del loro amore, probabilmente quella più difficile. Quando l'amore lotta contro la morte.

"Amour" di Michael Haneke esce nelle sale italiane il giorno 25 ottobre 2012.

Protagonisti sono gli anziani. Classe sociale sovente considerata problematica. Apparentemente improduttivi in un paese come il nostro, l'Italia, che tenta con non poco affanno di produrre. Si parla di loro come figure fragili a cui bisogna prestare assistenza.

Quante volte ai telegiornali si ascoltano frasi come - "Ondata di gelo, i più a rischio sono gli anziani. Si consiglia di non uscire". Straordinariamente questo consiglio affettuoso ricorre anche nei mesi estivi dove come mostri si presentano le ondate di caldo dai nomi sempre più spaventosi, Minosse, Cassandra, Nerone, e chi più ne ha più ne metta. Ai poveri anziani è fortemente consigliato ancora una volta di non uscire. Considerando che la primavera è una stagione ormai fantasma, i sopracitati non dovrebbero mai godere di una passeggiata all'aria aperta, perchè è sempre per qualche motivo sconsigliabile. 

I più fortunati trovano assistenza alla loro condizione presso gli affettuosi figli, che se numerosi si palleggiano i cari genitori con turni e controturni. Oppure vengono spediti in quelle case che con un po' di freddo addosso chiamiamo ospizi ma in realtà propinate come luoghi ameni e rigeneranti dove tutti dal primo all'ultimo infermiere si prenderanno cura di te. Dove conoscerai altri vecchietti come te e vi farete tanta compagnia a vicenda.

Va tutto bene, è tutto nella normalità. La problematica nasce però dal considerare l'anziano come un essere inconsapevole, quasi incapace di intendere e di volere e che in qualche modo possiamo abbindolare. Innegabile per la maggior parte una degenerazione delle cellule celebrali e un regredire allo stato infantile. Ma non li si può considerare come degli infanti, loro sono al contrario esseri umani belli e formati che fra un turno del figlio e l'altro, una casa di riposo e una allarme di calore estremo, sanno cosa stanno vivendo e vogliono probabilmente solo un pò di dignità in più.

Ce lo dice poeticamente il film in questione, i francesi (il film è di produzione francese e si svolge a Parigi) in questo senso sono sempre molto eleganti e raffinati.

Anne e George (Emmanuelle Riva, Jean-Louis Trintignant), coppia di aristocratici ottantenni felice, sono messi a dura prova da un avvenimento che sconvolgerà inevitabilmente la loro vita e il loro amore. Anne ex insegnante di pianoforte in seguito ad un intervento, rimarrà paralitica dell'intero lato destro del suo corpo. La malattia che la colpisce è degenerativa.

Donna estremamente distinta, intelligente e consapevole della sua situazione prende il marito da parte facendosi promettere di non essere mai più portata all'ospedale giustificandosi così: "Lo sai George, i medici non mi sono mai piaciuti". 

George è estremamente spaventato ma decide di rispettare totalmente la volontà del suo amore cominciando un'assistenza premurosa da solo. Anne ha preteso di allontanare anche la figlia, interpretata da un'eccellente Isabelle Huppert, dalla sua drammatica situazione.

La location è il nobile appartamento della coppia, un lungo corridoio attraversa le camere dagli alti soffitti. La cinepresa trova così una grande libertà di movimento seppur costretta anch'essa nelle quattro pareti. Respira insieme ad Anne e George senza paura di prendere grandi pause di movimento invisibile.

Come previsto la malattia di Anne degenera. L'ancienne femme perde lentamente anche la capacità di produrre suoni connotati di senso. George decide d'intraprendere con lei esercizi di logopedia oltre ai numerosi esercizi fisici che pretendono di reinsegnarle a camminare.

Il nodo della questione è esattamente questo: i seppur nobili tentativi di George di ristabilire un equilibrio credendo di avere a che fare con una bambina e quindi ricoprendo il ruolo dell'insegnante che con premura la guida nella pronuncia delle parole o nel movimento delle gambe per farla camminare, risulteranno assolutamente fallimentari.

Anne non è appena nata, Anne è una donna matura che sa esattamente in che direzione sta andando e vuole solo dignità.

È questo il grande atto di amore di George, accompagnarla, senza l'aiuto dei medici che la spaventano, né della figlia che Anne non vuole coinvolgere, non per mancanza d'amore ma per evitarle la vista di tale degenerazione dell'essere umano, a conquistare la tanto ambita dignità.

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