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Italiani brava gente: misogini, antisemiti, razzisti

Il sospetto c’era da tempo. Ma ora c’è un’indagine statistica che lo dimostra.

Secondo l’ultimo rapporto sull’antisemitismo in Italia 2015 presentato dall’Osservatorio del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) di Milano, che cita un sondaggio del Pew Research Center, circa il 21% degli italiani, uno ogni cinque, ha pregiudizi sugli ebrei. Battuti in Europa solo dai polacchi (ma ci si è dimenticati dei greci, i più antisemiti in assoluto - chissà perché - in Europa).

I dati del centro di ricerca americano sono in parte smentiti (ma non per quello che riguarda il nostro paese) da quelli di ADL Global100 l'approfondito studio commissionato dalla Anti-Defamation League, un'associazione ebraica ii cui scopo è "fermare, per mezzo di appelli alla ragione ed alla coscienza e, se necessario, rivolgendosi alla legge, la diffamazione nei confronti degli ebrei".

Il dato riguardo al nostro paese è curioso dal momento che qui la comunità ebraica è molto piccola: circa 30mila persone concentrate per lo più nelle due città maggiori, Roma e Milano, e con intere aree del territorio nazionale, specie al sud e nelle isole, quasi completamente prive di presenza ebraica. La comunità italiana è circa un decimo di quella inglese e ancora meno, in percentuale, di quella francese (oltre 400mila), paesi dove il pregiudizio antiebraico, al netto delle locali componenti islamiche, è nettamente più contenuto (7% della popolazione, un terzo di quello italiano).

Questa strana disparità nelle percentuali nazionali del pregiudizio contro gli ebrei non è facilmente spiegabile se non pensando alle leggi razziali del '38 proposte da un Duce molto amato dai più, anche se forse è stata più importante la presenza sul territorio nazionale del “cervello” di quello storico motore dell’antisemitismo che è stata per secoli la Chiesa di Roma, città in cui si concentra prevalentemente, ancora oggi, l’astio antiebraico

Gli ebrei sono sempre stati dipinti come attaccati ossessivamente al lucro, al commercio e all’usura (chi mai si dimenticherà di Shylock anche se all’epoca di Shakespeare l’Inghilterra era priva di ebrei, cacciati nel XIII secolo e riammessi solo all’epoca di Cromwell nel XVII) anche se ben pochi si ricordano che era loro vietato possedere beni immobili e terreni e qualsiasi attività che non fosse quella, appunto, degli straccivendoli e dei prestatori di denaro a interesse (il cui tasso era peraltro stabilito dai governanti locali).

Si potrebbe continuare a lungo con le maldicenze, ma è bene osservare che il pregiudizio consiste in prima battuta nell’ignoranza della verità, storica e culturale, altrui.

Bisogna quindi ammettere che la Chiesa ha fatto davvero un ottimo e raffinatissimo lavoro di annullamento della realtà ebraica, visto l’elevato tasso di ignoranza che circonda quel mondo.

Evidentemente in altri paesi la mistificazione ecclesiastica e relativo antigiudaismo sono stati meno intensi o forse ripensati in maniera più approfondita di quanto sia stato fatto nel nostro paese.

***

Il dato sull’antisemitismo riportato dal Cdec si accompagna con un’altra indagine statistica condotta da Vox. Osservatorio italiano sui diritti che ha pubblicato la sua seconda “Mappa sull’intolleranza”, realizzata analizzando due milioni e mezzo di tweet per scoprire che fra le sei categorie oggetto di aperta e offensiva intolleranza, non solo quindi da un generico pregiudizio, sono principalmente prese di mira le donne (per il 63%), seguite da migranti e omosessuali (10%), quindi da islamici e disabili (6%) e infine ebrei (2%).

Un’Italia fondamentalmente misogina e razzista verso ogni tipo di diversità vera o presunta è anche un’Italia inspiegabilmente antisemita rispetto agli altri paesi. Le cose stanno insieme. 

Anche in questo caso sembra prioritario indicare nel cristianesimo (in particolare nella sua variante cattolica) l’ambito privilegiato di ogni misoginia. È sempre stata la tradizione cristiana a considerare la donna il portatore di ogni Male e a indicare loro la via della salvezza come mulier virilis, cioè superando la peccaminosità insita nel loro sesso, facendosi uguali all’uomo o, al più, come madri-vergini.

Così come è stata la dottrina paolina del peccato originale a definire l’uguaglianza fra gli esseri umani solo sulla base del battesimo: chi non si battezzava restava senza l’immagine divina, perduta per la colpa di Adamo, cioè senza quello che, secondo loro, distingueva l’umano dall’animale.

In sintesi in non cristiani erano sostanzialmente delle bestie. Ci si possono spiegare molte cose della storia riflettendo su questa discutibile "uguaglianza" cristiana.

Misoginia, antisemitismo e razzismo vanno quindi di pari passo, mano nella mano, grazie a quelle che qualcuno - oggi più che mai - rivendica come “nostre radici”.

Altro che “italiani brava gente”!

Commenti all'articolo

  • Di alcatraz (---.---.---.54) 20 luglio 2016 23:20

    Ma siete sicuri che "l’astio" degli italiani verso gli ebrei non sia anche dovuto al fatto che lo stato di Israele sta impunemente massacrando un intero popolo? quello palestino.

    Io tutti i commenti negativi che sempre ho sentito in italia ed all’estero sono sempre stati relazionati al genocidio Palestinese, e non ad altro come voi affermate.
    Questo é solo il mio punto di vista, magari sbaglio. 
    Saluti

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 21 luglio 2016 02:45

    L’astio degli italiani verso gli ebrei non ha certo radici recenti; l’antigiudaismo è ben radicato nella nostra storia, fino alle leggi razziali che gli italiani accolsero senza battere ciglio.
    Quello a cui lei si riferisce è un’ostilità antiisraeliana che non si capisce per qual motivo dovrebbe essere rivolta verso la locale comunità ebraica che non ha alcun poter di incidere sulle politiche israeliane. Ma anche ammesso che la "simpatia" ebraica verso Israele sia condannabile la cosa è aggravata appunto dal fatto che in altri paesi, che conoscono altrettanto bene la situazione israelo-palestinese e che non sono affatto teneri con Israele, come in Francia o in Gran Bretagna, l’antiebraismo non raggiunge affatto i livelli italiani o greci o polacchi. Come lo spiega? Inoltre non mi risulta che ci sia alcun astio verso la comunità russa o cinese, nonostante i loro paesi di provenienza abbiano compiuto azioni militari verso ceceni e tibetani assolutamente brutali. Perché questa disparità di trattamento? Saluti.

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