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"Io sono la Grecia": ecco la mia protesta

Ho sempre scritto di essere libero e senza patria. Pur manifestando legami forti ed intensi con realtà territoriali a me care, vuoi perché mi hanno conferito i natali, la Calabria, vuoi perché legato per ragioni di sangue, la Sicilia, vuoi perché ho trascorso e vivo momenti importanti della mia vita, Bologna e Trieste.

Perché questo titolo? Perché sono la Grecia? Perché non tollero più sentir dire, da tutti, dal Presidente della Repubblica ai politici, governanti, tecnici e persone comuni, che noi non siamo la Grecia.

Atto di comunicazione a dir poco vergognoso, figlio della peggior ignoranza da cui nasce quel protezionismo, quella chiusura, che produrrà inevitabili razzismi e discriminazioni. Se in Germania, come in realtà già accade, o in Francia, dicessero, non siamo come l'Italia; voi italiani, come vi sentireste? Non è una questione di campanilismo. La società funziona come funziona, male, o forse sin troppo bene per l'essenza che la caratterizza.
 
Ma in questa epoca, così come in epoche precedenti, si tendono ad assimilare le persone al Paese in cui vivono, ed il Paese alle persone che questo ospita. Quando si dice non siamo come la Grecia, si offende la dignità di tutte quelle persone che amano quello che reputano il loro Paese, amano la loro cultura, amano la loro terra, che tante violenze di sistema oggi subisce e patisce.
 
Quando si dice non siamo come la Grecia, nello stesso tempo, si favorisce quel sentimento di nazionalismo, i cui effetti sono ben visibili. I nazisti in Grecia sono tanti, sono entrati nelle istituzioni e forse prenderanno anche il potere con le modalità tipiche di un passato che si pensava esser morto. Ed allora tutti quelli che dicono e diranno non siamo come la Grecia, sono complici e responsabili dell'avvento del nazismo in Grecia, sono responsabili dell'offesa alla dignità delle persone che in Grecia ci vivono, che in Grecia soffrono, che in Grecia lottano.
 
E per questo motivo io ora dirò, urlerò e scriverò: "Io sono greco, io sono la Grecia". Ed invito a farlo a tutti e tutte, come forma di protesta, sia volta a contrastare l'avvento del nazismo che rischierà di avere effetto domino in tutto l'Occidente che si sente immune da ogni malanno, e la mobilitazione internazionale sarà determinante che, per rispetto di quelle persone, uomini, donne, bambini, che vivono in Grecia, vivono la Grecia e che devono sentirsi offese da quella manifesta superiorità tutta italiana ed europea, che in realtà altro non è che negazione dello stato presente delle cose, ma nello stesso tempo incentivo per realizzare quelle misure che viviamo ogni giorno.
 
Svendita del bene comune, attacco ai diritti dei lavoratori, attacco ai diritti sociali. La Grecia è stata la vittima sacrificale: l'esempio per l'Europa monetaria e finanziaria; per il popolo che ha smarrito ogni sovranità popolare; per quel popolo che è stato addestrato al consumismo a cui non può rinunciare, addomesticato al falso benessere, a cui non può rinunciare.
Ed allora, ora per allora, e per il futuro che verrà, io sono la Grecia. Diffondete questa parola ovunque, per solidarietà a quell'umanità che deve essere ritrovata. Io pur non avendo patria, perché figlio del mare, sono la Grecia.
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