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Interviene la Bce e le borse respirano

Il neopresidente Draghi taglia i tassi d'interesse e i mercati ripartono. Intanto, al G20 di Cannes, sorgono dubbi sull'affidabilità dell'Italia.

Nello sport si chiama doping e fa correre di più gli atleti. Negli ambienti dell'alta finanza, invece, si chiama "taglio dei tassi d'interesse", lo decide la Bce e l'effetto è sempre quello: le borse corrono di più.

Il neopresidente della Bance Centrale Europea, l'italiano Mario Draghi, ha varato come prima mossa a sorpresa un taglio del tassi d'interesse dello 0.25% per quello che riguarda i principali saggi e dell'1.25% per le operazioni di rifinanziamento. Per i tecnici si tratta di un "segnale forte" dettato dall'indebolimento delle economie di mezzo mondo. In realtà, la decisione della Bce era tutta volta a dare una scossa ai mercati, nella speranza di far tornare il sorriso sui volti degli investitori e ridare ossigeno alle borse prima dello sprint di fine settimana.

Mossa azzeccata, da questo punto di vista: Milano, dopo un avvio in calo, ha chiuso a +3.23%, Parigi al 3%, Francoforte al 2.63% e Londra all'1%. Insomma, dopo tre giorni di paura e delirio, i mercati si sono placati, in attesa della giornata di venerdì, quando si tireranno le somme dell'intera settimana e si capirà se il gioco ha retto o meno.

Lo spread tra Italia e Germania, poi, dopo una giornata in altalena (con l'ennesimo record storico toccato), è sceso fino al 6.12% (partendo dal 6.22%). La soglia limite del 6.5-7% è sempre lì a un tiro di schioppo, ma la sensazione è che i danni, almeno per oggi, siano stati limitati.

Così le borse, mentre a Cannes va in scena un G20 che ha tutta l'aria di essere l'ennesima ultima spiaggia per vedere se finalmente il mondo ha toccato il fondo della crisi e, soprattutto, se finalmente può cominciare la risalita. Ad una prima analisi, domina ancora una sensazione di stasi. Nessuno si muove, in attesa di vedere quello che farà la Grecia con il suo referendum sugli aiuti e cosa ne sarà dell'Italia e del suo governo.

Infatti, tra le più grandi preoccupazioni dei leader mondiali c'è proprio l'affidabilità di Berlusconi e i suoi. Non la tenuta della maggioranza, ma la capacità dell'esecutivo di portare a termine gli impegni presi (ammesso e assolutamente non concesso che le ricette siano quelle giuste per ripartire).

"Il presidente Silvio Berlusconi - ha detto Sarkozy - ci ha riferito i risultati della riunione del governo italiano. Ne abbiamo preso atto con interesse. Anche lui però sa che la questione non è il contenuto del pacchetto ma se sarà applicato". Parole eloquenti che non lasciano per niente la possibilità di dormire sonni tranquilli agli italiani. Che ormai non sanno più se la mattina si sveglieranno nel paese di sempre o in un paese che ha dichiarato bancarotta.

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