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Intercettazioni. "Non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo tacere!"

<< Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività Resistere, Resistere, Resistere come su una irrinunciabile linea del Piave>>

Alla mente, oggi, riaffiorano queste parole pronunciate dal Capo della Procura di Milano che diede il via all’inchiesta definita "Tangentopoli" nel 1992, Francesco Saverio Borrelli.

Mai come in questo momento storico, di rigurgito "capital-fascista", una simile frase rende chiaro il pericolo del ddl approvato ieri dalla Camera dei Deputati, presieduta dall’onorevole Gianfranco Fini.

In sessantatre anni di Repubblica, mai come ora la "Democrazia" italiana è stata messa drammaticamente in discussione, mai è stato in questi anni scagliato un attacco così prepotente alla libertà di stampa, e alla libertà di espressione del pensiero.

Il signor Presidente del Consiglio, ieri in aula a Montecitorio è apparso rilassato, e addirittura evidentemente soddisfatto dall’esito di un voto che mette, se il ddl sulle intercettazioni dovesse essere approvato anche dal Senato, definitivamente al riparo la "Casta" politica, imprenditoriale ed amministrativa di questo nostro paese, da qualunque tipo di indagine da parte della magistratura, e che impedisce di fatto ai cittadini di essere messi a conoscenza di notizie di reato che li riguardano.

In un paese nel quale il giornalismo di inchiesta è sepolto ormai da tempo, le notizie vengono diffuse da "vedette", "starlette" e da "veline": Per la cronaca, la Velina era il comunicato che il regime fascista imponeva ai giornali, con le notizie che potevano essere pubblicate, a seguito della censura della dittatura.

Il signor Presidente del Consiglio, che nei giorni passati si è tenuto debitamente a distanza dalle aule parlamentari per timore di essere chiamato a rispondere in merito a fatti quali la motivazione della sentenza che ha portato alla condanna dell’avvocato inglese David Mills, e che lo vede di fatto accusato di corruzione, nella giornata di ieri ha avuto anche la faccia tosta di scherzare - << Adesso ho un appuntamento con la signorina Noemi e quell’avvocato, come si chiama....Ah, Mills, perchè sto organizzando il loro matrimonio....e un viaggio a gratis con i voli di stato >>.

In nessun paese del mondo sviluppato sono previste pene detentive per giornalisti i quali pubblicano, o scrivono articoli che narrano di vicende giudiziarie legate ad intercettazioni disposte dalla magistratura.

Se questo infame ddl dovesse diventare legge, Silvio Berlusconi riuscirebbe in un colpo solo ad imbavagliare il "Terzo" ed il "Quarto" potere di uno stato democratico, e si lederebbe il diritto dei cittadini di accedere a informazioni che riguardano la collettività, elevando il "Palazzo" al di sopra di tutto e di tutti.

Ci sono 350 mila cittadini i quali hanno firmato una proposta di legge popolare per vietare che in Parlamento seggano pregiudicati e condannati, e dopo l’audizione in Commissione Affari Costituzionali del primo firmatario, Grillo, aspettano una risposta: ieri è arrivato invece un atto di arroganza e di prepotenza inaudito che noi non accetteremo - anche a costo di scrivere e denunciare sui siti stranieri che vorranno ospitarci.


Quando pensiamo che una legge sia ingiusta e antidemocratica, non dobbiamo spaventarci, non dobbiamo avere paura, non dobbiamo smarrirci, ma occorre lottare e bisogna trovare la forza ed il coraggio nell’esempio che ci hanno tramandato i nostri "Padri Costituenti".

Questo è solo l’inizio di una deriva autoritaria e plebiscitaria che ha come fine ultimo lo sradicamento delle radici costituzionali della nostra Repubblica, dei suoi ideali di "Libertà", quella vera, e dei suoi valori: basati sul sangue di coloro che hanno lottato per la vittoria sul regime.

Mai come in questo momento avvertiamo la necessità di sollevare la "questione morale" della politica, di una sua etica che non sia estranea alle pressioni di quella parte della società civile che chiede di poter vivere in uno stato di diritto.
 
Questa maggioranza, e questa opposizione parlamentare, salvo rari casi, non è in grado di dare risposte alla domanda di legalità, di etica e di moralità, di cui i cittadini hanno estremo bisogno per poter credere nel domani.

Il voto a Montecitorio si è svolto, anche per volontà del Presidente della Camera, Gianfranco Fini - al quale diamo atto in questo caso di avere un senso di responsabilità istituzionale - ha portato addirittura il governo ad avere ben venti voti in più, provenienti dai franchi tiratori dell’opposizione.

Ed è proprio a questi partiti di minoranza che noi dobbiamo chiedere maggior conto.

Voglio chiudere questo "sfogo" citando due uomini che hanno fatto la storia del nostro paese, i quali seppur divisi da ragioni ideologiche, possono oggi meglio di chiunque altro farci ritrovare la speranza basata su quei valori per i quali hanno lottato, e che erano finalizzati al bene comune.

<< Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione >>
(Alcide De Gasperi)

<< La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico >>.
(Enrico Berlinguer)

Commenti all'articolo

  • Di ilfantasma (---.---.---.174) 13 giugno 2009 12:23

    Sono d’accordo su quanto scritto in questo articolo, se fossero ancora tra di noi sia Alcide che Enrico si vergognerebbero di insulti di questo genere, e mi stupisco che molti onorevoli di corrente opposta abbiano votato questo decreto. Molto probabilmente hanno anche loro qualcosa da nascondere o molto probabilmente verrà nascosto in seguito, ma NOI italiani dovremmo avere non solo la faccia ma anche quel poco cervello che ci resta per non affondare sempre più. Sembra quasi che la nostra bella Italia vada bene solo per determinate persone e cioè quelle che risiedono sui banchi del parlamento e tutti i loro segretari che poverini forse con quello che rubano di stipendio a fine mese saranno sicuri di arrivare. Loro sono certi che non ce la crisi, ma se prendessero la pensione onestamente dopo aver lavorato almeno 35 anni (lavorato non al governo) ma presso una qualunque di quelle aziende che adesso portano i loro capitali all’estero e che non nonostante tutto contuiamo ad aiutare, NON SAREBBE ORA di aiutare solamente quelle aziende che continuano a dar lavoro agli italiani e non ad altre nazioni? GRAZIE PER LO SPAZIO

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