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 Home page > Tribuna Libera > Informare per resistere #2: una voce prestata all’estrema destra?

Informare per resistere #2: una voce prestata all’estrema destra?

Ancora una piccola annotazione sul sito “alternativo” che si chiama “Informare per resistere”.

Oggi lancia un altro dei suoi mirabolanti scoop: Israele sta iniziando a “rubare” petrolio dal Golan siriano occupato.

Notizia a dir poco incredibile visto che di petrolio nell’area siro-palestinese e giordana non si era mai parlato finora, ma il blog sostiene che le perforazioni sono iniziate nel sito chiamato “El petroleo 5″. Che, a dire il vero, sembra un nome più spagnolo che ebraico.

In effetti la fonte della notizia è un altro sito non meglio precisato chiamato El Espía Digital (La spia digitale) con sede in Spagna.

Un blog che si definisce “una plataforma de adquisición, tratamiento y difusión de informaciones “sensibles”, que desmitifica algunos de sus clichés más equívocos y deja en evidencia algunas interpretaciones a menudo interesadas o manipuladas”.

Acquisizione, trattamento e diffusione di informazioni sensibili e demistificazione. Nientemeno.

Qualche dubbio comincia a venire leggendo quello che di El Espía Digital ne pensa il sito di sinistra Antimilitaristas.org il quale, a firma di Carlos Pérez Barranco, non esita a definire El Espía Digitaluna publicación web de análisis internacional en la que escriben ex militares y ex miembros del espionaje español”. Non credo che ci sia bisogno di traduzione, ma è chiaro che El Espía Digital è accusato di essere una bacheca della destra militarista e neofascista oltre che “antisemita y a favor de la demolición de la UE”, mascherata da organizzazione di sinistra.

Le notizie riguardanti i collaboratori parlano di ex militari, ex agenti dei servizi, ex franchisti e compagnia bella. In particolare il direttore, Juan Antonio Aguilar, è ritenuto essere un ex militante fra il 1996 e il 1998 della Falange Española, formazione franchista, poi fondatore nel 2005 del sindacato neofascista UST (Unión Sindical de Trabajadores) e dirigente della formazione di estrema destra MSR (Movimiento Social Revolucionario). Potete divertirvi a leggere le altre biografie, fino a quella del Presidente del Consiglio Editoriale, Fernando J. Muniesa, definito ex collaboratore del CNI-CESID vale a dire dei servizi segreti del paese iberico.

E fra i collaboratori di El Espía Digital, non poteva mancare il solito complottista internazionale, quel Thierry Meyssan che ha dato la stura alla dietrologia sull’attentato dell’11 settembre (ma anche insinuando complotti dietro agli attentati di Londra e Madrid, dietro la strage di Beslan e così via). Interessante, vedremo poi perché, la notazione finale dove si parla del Movimento Internazionale Euroasiatico di Aleksandr Dugin.

Sarà tutto vero? In fondo non lo sappiamo; di cose spagnole ammettiamo l’ignoranza, ma diciamo che El Espía Digital, fonte del nostro Informare per resistere, è quantomeno chiacchierato.

Ma dando un’altra occhiata, più attenta, al solito “chi siamo” i dubbi si fanno certezze: chi troviamo fra i collaboratori italiani?

Un tal Claudio Mutti, la cui biografia, a differenza di quelle degli spagnoli, ci è decisamente più nota. Islamista e direttore a metà anni '80, con il nom-de-plume di Omar Amin, della rivista Al Jihad, appoggiata dall’ambasciata iraniana, fondatore delle Edizioni del Veltro di Parma, casa editrice specializzata in pubblicistica di destra, oggi è direttore della rivista Eurasia. Nel cui comitato scientifico, oltre ad alcuni nomi noti di commentatori di cose militari, ritroviamo quel Aleksandr Dugin di cui sopra, collaboratore de El Espía Digital. E non poteva mancare Claudio Moffa, ex rifondarolo e sostenitore di noti negazionisti dell’olocausto come Robert Faurisson.

Esattamente come fra i collaboratori di El Espía Digital compare quella Maria Poumier, docente dell’estrema sinistra filocastrista e antiimperialista, innamoratasi delle tesi negazioniste di Roger Garaudy passato dal marxismo al cattolicesimo e da lì ad abbracciare l’Islam.

In conclusione: una linea di relazioni tutt’altro che difficile da seguire che unisce l’estrema destra spagnola, militare e nostalgica, agli ambienti antisionisti di estrema sinistra, a quelli più decisamente antisemiti e negazionisti, filoiraniani e filorussi, legati dalla sigla, certo non nuova, che richiama alla grande patria eurasiatica.

Roba di sinistra? Direi che è più che lecito definirla almeno discutibile. Forse il nostro Informare per resistere dovrebbe scegliere meglio le sue fonti. A meno che non sia anche lui parte integrante di questa ambigua zona grigia dove convivono personaggi un po’ (parecchio) sfuggenti, che, agendo nell’ombra, acquisiscono e “trattano” informazioni sensibili per poi “demistificarle”.

In che modo ci propinino poi le loro polpette non si sa: l’odore però è pessimo.

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