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Indonesia, Bali: inferno o paradiso?

Bali, grazie o per colpa della Lonely Planet di Tony Wheeler, e’ diventata una isola “colonizzata” da 2 milioni di visitatori all’anno, I quali portano con se I pro e contro del turismo di massa. Tutto cio’ non rende giustizia alla bellezza balinese e all’involontario offuscamento del resto dell’Indonesia. Se volete comprendere questa bellezza del sud-est asiatico andate oltre Kuta e Seminyak, paradiso (o inferno?) pieno di bar, club, prostitute e australiani ubriachi.

Oppure Ubud, un luogo molto piu’ rilassato rispetto al precedente, con uno stile hippy, ma intriso di cultura locale, adattata alle esigenze turistiche (ho assistito a una performance di danza e canti sulla storia di Ramayana, durata: 2 ore. Versione originale: 5 ore). Qui vi sono botteghe di artisti con i loro artefatti in vendita: autentici.Un giro al Museo Neka Yayasan Dharma Seni è un must. Vi e’ anche la Foresta delle Scimmie, assolutamente da perdere: non buttate via soldi per vedere le scimmie, le incontrerete ovunque, spostandovi verso nord.

Potreste usare uno di questi luoghi come base e visitare, a circa 1 ora di scooter, il mezzo di trasporto piu’ veloce e economico, il tempio di Uluwatu (arroccato sulla costa, molto affascinante. Fate attenzione alle scimmie, amano rubare portafogli, telecamere, cellulari e la mia bottiglia d’acqua) e le incantevoli spiagge nel circondario. E’ ancora un posto turistico, ma non in senso negativo. Consigliato per i surfisti.

Altro tempio a tiro di motorino è quello di Tanah Lot: non e’ impressionante come il precedente ma, se avete tempo, ne vale la pena. Si trova tra le acque dell’oceano, e potete solo raggiungerlo con la bassa marea. In direzione opposta, andando verso nord, incontriamo Bedugul, una cittadina di montagna circondata dai laghi Buyan e Bratan, dove si erige un tempio enorme e, vicino a Munduk, la piccola cascata nella foresta. Tuttavia, il lago che mi ha maggiormente colpito, Batur, si trova a est dei precedenti: lì i turisti ci arrivano in ben pochi e il tempio, difficile da raggiungere, è unico.

Tra Ubud e Bedugul, fuoristrada, vi e’ Jatiluwih, villaggio che offre le piu’ belle risaie dell’isola. Da non perdere, e’ un poco difficile da trovare, ma i locali sono sempre disponibili e generosi nell’aiutare gli stranieri. A nord-ovest, l’unico punto di originale interesse è Amed, area di villaggi di pescatori. Non ci sono molti turisti ed e’ perfetta per lo snorkelling. Nelle acque, poco profonde, vicino a Banyuning vi e’ un peschereccio giapponese adagiato sul fondale.

Se volte fare delle gite a “poche ore” da Bali, ecco alcuni esempi:

Monte Bromo: volcano attivo e fumante, nella parte meridionale dell’isola di Java. Raggiungibile in traghetto (30 minuti da costa a costa, se siete fortunati, poichè non esistono degli orari ufficiali, si sale a caso sulle navi, tanto vanno tutte nella stessa direzione) e in autobus (7 ore tra smog, strade con buche e caldo soffocante).

Una interessante esperienza e’ alloggiare un paio di giorni nel villaggio montano di Penanjakan (scordatevi gli standard igienici di Bali, non e’ una battuta) e attraversare Probolingo, la citta’ con i bancomat sensibili: se e’ un giorno di festa, fanno festa anche loro e non erogano banconote. Tre ore di panico, con 50000 rupie in tasca (l’equivalente di circa 4 euro) e tanta voglia di lasciare l'isola. La lezione sui trasporti indonesiani non l’ho imparata, quindi procedo per Yogyakarta, altre 10 ore di autobus, senza aria condizionata, ma condizionato dalla guida nervosa dell’autista. 1 stop di 10 minuti per toilet e mangiare. Dopo anni di viaggio è la prima volta che il frasario nella lingua locale mi è utile: devo gridare “Tepang (pianoooo)” e domandare “Chapek”? (Stanco?) spesso all'autista, mentre, nella notte, supera in curva i camion.

Lombok e Gilis:

Davvero volete rischiare la vita su dei traghetti indonesiani per andare su altre isole con spiagge fotocopia di Bali?”, non credeteci, andateci e vedrete che le spiagge sono molto piu’ belle e molto piu’ deserte.

Tutto cio’ sembra fattibile e imperdibile, ma bisogna tenere conto del trasporto. E’ lento, ripeto, meglio noleggiare uno scooter, la rete locale di autobus e taxi sono inaffidabili, poco sicuri e esperti nel fregare i turisti. Il posto piu’ economico dove noleggiarlo è Kuta. Eccetto Denpasar, il resto dell’isola ha un traffico tollerabile. A nessuno importa se guidiate senza patente, casco... o vestiti.

Un’altra dritta: non prenotate online i pernottamenti. Ci sono persone ovunque che vi tirano da una parte all’altra per andare a dormire nelle loro casa-albergo. Con poco piu’ di 10 euro, si può ottenere una stanza pulita, con ventilatore, wifi e colazione inclusa. A proposito di cibo, oltre ai famosi piatti nasi e mie goreng, che oramai si trovano in tutto il mondo, il Gado Gado e’ una prelibatezza: verdure, accompagnate da riso, intrise di salsa di arachidi.

E i dragoni di Komodo? Visitate la pagina di http://www.adventurouskate.com. Una buona ragione per non salire sulle barche indonesiane.

Foto: Wikimedia ("TanahLot03" di Stephanie Biechele - Opera propria. Con licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/...)

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