In Francia Marea Montante in Italia Monta la Monnezza

Da una traduzione di gran lunga meno curata ma essenziale, si apprende da Indymedia cosa avviene nella periferia francese: "Dagli ambienti gerarchici della polizia parigina, dopo l’ospedalizzazione di un liceale di 16 anni ferito al volto da uno sparo di flashball, arriva una dichiarazione: “Il prefetto di Parigi, nella foga dell’incidente di Montreuil, ha disposto di non utilizzare più il flashball”. Questo è stato quanto dichiarato, venerdi 15 ottobre, dal prefetto di Hauts-de-Seine, Patrick Strzoda, durante un incontro con la stampa, secondo quanto dice l’AFP… La prefettura di polizia non ha confermato l’informazione, accontentandosi d’affermare che Michel Gaudin aveva “ricordato le condizioni restrittive d’utilizzo del flash-ball, tanto sul piano tecnico che su quello giuridico”. In mattinata varie centinaia di liceali si sono ritrovati davanti al municipio di Montreuil a sostegno del ragazzo che dovrebbe essere giunto presso l’ospedale parigino Lariboisiere. Cronologia dei fatti, narrati dalla vigilia. La polizia é d’uscita, questo giovedi 14 ottobre, a Montreuil-sous-Bois. Due espulsioni di squatts e dei violenti scontri con dei liceali in sciopero, nello spazio di qualche ora. Il prefetto della Seine-Saint-Denis, Christian Lambert, già massimo dirigente del RAID (corpo della polizia speciale) ha messo in campo i grandi mezzi. Camionette di CRS, tonfa, flashball, gas lacrimogeni, con mire differenti Poi ci son stati lacrimogeni e flash ball e ho visto il ferito nel furgone dei pompieri. Un altro ragazzino é stato arrestato e ammanettato di fronte ai compagni. Delle ragazzine si sono beccate le loro prime manganellate. “Mandare in questa maniera i CRS su dei ragazzini, in sciopero, é inammissibile”. E denuncia l’iperbanalizzazione dell’utilizzo del flashball nelle banlieu, “propio dove gli sbirri hanno un sentimento d’impunità totale. Dei poliziotti non intervenirebbero mai in questa maniera nel centro di Parigi”. Degli scontri violenti hanno avuto luogo, la stessa polizia lo riconosce. Secondo un’usanza rodata in questi situazioni, la prefettura della Seine-Saint-Denis diffonde tramite l’AFP i “suoi elementi di linguaggio”: i poliziotti “sono stati presi come bersaglio di ogni sorta di proiettili, un giovane di 16 anni é stato leggermente ferito in faccia da uno sparo di flashball”, l’adolescente é stato portato all’ospedale Andre-Gregoire di Montreuil e l’Ispezione generale dei Servizi “é stata sequestrata” dal prefetto. “Dal momento che dei liceali bloccano degli stabilimenti non possiamo più rispondere della loro sicurezza, poiché alcuni blocchi rischiano di degenerare in rivolte urbane”, dichiara l’ispettore Daniel Auverlot. Woerth: “Ringrazio il sangue freddo delle forze dell’ordine” Verso le 13.00 parecchie centinaia di allievi di tre licei di Montreuil, Condorcet, Eugenie-Cotton et Jean-Jaures, si trovano davanti al municipio. Margot, ultimo anno, spiega perché manifesta contro le pensioni: “non blocchiamo per piacere. Sarkozy vuole obbligare i nostri genitori a lavorare più a lungo, senza che abbiano nessun diritto in più, quando poi noi dal momento che arriviamo nel mondo del lavoro non avremo lavoro. È la storia del mondo alla rovescia!” A quell’ora, oltre ai liceali, una folla eterogenea di Montreuillois si ritrova davanti al municipio, degli insegnanti indignati, dei sindacalisti della CGT, e degli impeigati territoriali in collera, degli agenti del municipio incalzati dai militanti che si oppongono alle espulsioni dei rom. Messaggi in rapida successione e disordinati al megafono, discussioni a ripetizione sugli avvenimenti della giornata. Deraglia in tutti i sensi. Alcuni liceali raggiungono, in metro, le manifestazioni parigine a Jussieu o davanti al Medef. Altri, in maniera spontanea marciano in città. Prima di attraversare la tangenziale in direzione del liceo Ravel, una cinquantina di loro si immergono in un centro commerciale, riuscendone con la stessa rapidità con cui sono entrati, ma seminando il panico tra i commercianti. Una volta a Parigi il loro corteo si divide le forze dell’ordine intervengono ancora una volta con i gas. Gli occhi arrossati, parecchi giovani rientrano a casa con un sentimento d’incomprensione enorme: “domani riverremo, bloccheremo il liceo e avremo le nostre felpe incappucciate le nostre scarpe da ginnastica e del materiale per difenderci!” ci dice Fatima, al liceo Eugenie-Cotton. Nel pomeriggio le violenze hanno una eco fino al senato dove Dominique Voynet (Verdi), la sindaca della città prende in disparte Eric Woerth (UNP): “ho ben capito che avete cercato di dare la responsabilità alla sinistra dei disordini che solo la vostra cecità e la vostra sordità possono spiegare (…), che siete in difficoltà di fronte alla strada. Ma vi pongo la domanda: il potere é cosi tanto debole da ridursi a questo tipo di provocazioni? Cosa puo mai valere un potere politico quando é ridotto a sparare sui propri figli? Alle domande il ministro del lavoro risponde : “ringrazio per il sangue freddo le forze dell’ordine in Francia” prendendosela “ con tutti coloro che spingono i giovani a scendere in strada”. Durante una conferenza stampa, Dominique Voynet precisa che il liceale colpito dal flashball ha “tre fratture al volto e che sarà operato domani (venerdi) e che rischia di perdere un occhio”. Dagli ambienti gerarchici della polizia parigina, dopo l’ospedalizzazione di un liceale di 16 anni ferito al volto da uno sparo di flashball, arriva una dichiarazione: “Il prefetto di Parigi, nella foga dell’incidente di Montreuil, ha disposto di non utilizzare più il flashball”. Questo è stato quanto dichiarato, venerdi 15 ottobre, dal prefetto des Hauts-de-Seine, Patrick Strzoda, durante un incontro con la stampa, secondo quanto dice l’AFP. Questo richiamo al non uso del flashball, è stato inoltrato giovedi alle 11.00, ed esteso ai tre dipartimenti della piccola corona sulla quale il prefetto di Parigi ha autorità, ossia la Seine-Saint-Denis, les Hauts-de-Seine et le Val-de-Marne.Risultato: persone in strada, sans papier arrestati, liceali sotto chock, nei quali uno in ospedale per una ferita al viso da flashball e un’atmosfera elettrica dappertutto in città. Tutto comincia con l’espulsione di due squatts all’alba. I poliziotti fanno irruzione in un posto chiamato “le hangar” nel quale alloggiavano degli stranieri sans papier, principalmente di origine maliana. Secondo parecchie testimonianze, sei persone sono state arrestate e messe in prigione preventiva. Tocca poi allo squatt della Demie-Lune, li vicino, a venire accerchiato. Ci vivevano da due anni dei militanti attivi nella lotta contro le espulsioni dei rom e dei sans papier, Il luogo serviva anche da sala concerti e dibattiti, nella direzione dello squat La Clinique, il cui sgombero un anno e mezzo fa s’era terminato con una dramma simile: un manifestante era stato gravemente ferito a un occhio da uno spaqro di flash ball. Presente giovedi mattina al momento dei fatti un residente della Demie Lune incontrato davanti al municipio di Montreuil racconta che i poliziotti hanno distrutto le porte, che hanno imposto alle persone che vivevano nello squatt di prendere solo il minimo necessario e che le ruspe sono arrivate subito per distruggere tutto. Allertato su quello che stava succedendo lo scrittore Yves Pages si é recato nelle vicinanze dello squatt. Ha spiegato che da li un dispiegamento di polizia é partito verso il liceo Jean-Jaures. “Li ho seguiti in scooter” ci dice, “e là davanti al liceo ho visto dei poliziotti iperarmati in tenuta robocop, uno spiegamento di forze assolutamente sproporzionato di fronte alla situazione. Sono un genitore di un allievo del liceo e allora ho chiesto a uno dei poliziotti una spiegazione. Mi ha messo sotto il naso il flash ball e mi ha detto: “sti stronzetti non dovrebbero far altro che restare a casa dai loro genitori, stronzo.” Un altro, con gas lacrimogeno pronto all’uso, mi ha detto che in qualche modo si dovevano pur difendere.” Venerdì mattina annuncia di denunciare la Commissione nazionale di deontologia e di sicurezza” e a proposito dell’utilizzo del flashball ricorda che “quando l’arma é apparsa si diceva che non era un’arma letale, mentre nei fatti é un’arma molto pericolosa e imprecisa che può spaccare le ossa”. Mediapart – 14 ottobre 2010 – Carine Fouteau, Hugo Vitrani”.
Chissà cosa ne è stato della protesta dei pastori sardi a oltranza, che l’Ansa il 21 ottobre si premurava dirci: “da due giorni presidiano il palazzo del Consiglio regionale della Sardegna. Ieri notte, infatti, non è andata a buon fine la mediazione tentata dall’assessore dell’Agricoltura e dalla presidente dell’Assemblea. Oggi il leader del Movimento, Felice Floris ha spiegato che ci sono state ‘solo promesse generiche. Noi rimaniamo qui e continuiamo la nostra battaglia’, ha annunciato”.
Il Governo spromuove la monnezza campana facendo ampia pulizia con femmine vetero ciociare: si aprono gli Spot…
“Questo Paese è profondamente malato e razzista e fascista e intollerante, non perché alcune decine di donne e uomini tirano monnezza a uno che sbraita a fini elettorali di vita e di morte ma perché un bambino di otto anni, porta come un marchio da lager, il suo essere napoletano e viene picchiato perché è nato lì. E’ un fatto di cronaca, accaduto nel trevigiano. I genitori hanno dovuto trasferirlo in un altro paese del vicentino, legare la loro esistenza al nomadismo dei rifiuti. E’ vero: i rifiuti hanno viaggiato da nord a sud e da sud a nord e da est a ovest e viceversa, in un girotondo di morte e di malaffare. “Se mi mandi ancora in quella scuola mi uccido”: lo chiamano bullismo. No, è pura cieca violenza che si mangia nelle sante famiglie italiane, dove si piangono i morti in tv e dove si festeggia per la vittoria di un Grande Fratello o del partito che vince. E’ l’Italia della scommessa: vediamo quanto regge ancora questo sistema, vediamo se è importante e vitale insegnare nelle scuole la Vita dell’embrione. Vediamo se è importante mangiare pane e diossina e respirare amianto e democrazia, vediamo se è importante sapere quanto ci costa tutto questo, anzi non saperlo affatto. Potrebbero prenderci per pazzi, nel mondo, per non reagire. Anzi non parliamone, come avevano consigliato per Ferrara, minimizziamo l’accaduto come, per delicatezza, intende fare il dirigente scolastico. Tanto gli italiani scordano presto.” L’avevo scritto ai primi di aprile del 2008.
“Nell’immondezzaio i disperati cercano da mangiare, cercano in mezzo alla gente, in mezzo alla strada domandando, voi figli di nessuno negli anni dimenticati…dovunque vada l’alba sulla mia strada senza catene vi andremo insieme …” i miei auguri perchè la Luna scenda dal monte come i rifiuti e la Marea salga.
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