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Immigrazione | Se il Danubio e l’Isonzo continuano ad essere letali per i migranti

L'Isonzo, dicono, ha i colori più belli del mondo. Sicuramente ha dei colori di una intensità unica. Verde. Quel verde speranza che si è nascosto durante il cataclisma della grande guerra, lasciando spazio al rosso denso sangue. Quel verde speranza che è stato fugace quando due migranti sono stati inghiottiti dalle sue acque. Bello impossibile da non toccare. Correnti improvvise, piene improvvise. Un secondo, e non ci sei più. Così come accaduto con il Danubio.
 
Fiume maestoso, imperiale, i cui colori variano, dal blu, al marrone che ricorda il Tamigi che attraversa la cosmopolita Londra. Nei tempi dell'Impero si viveva tutti insieme, diverse religioni, diversi popoli, diversi in tutto ma uniti. Poi, quella firma, dopo l'attentato di Sarajevo, il massacro compiuto contro la povera Serbia, ed inizierà l'effetto domino che spalancherà le porte ai peggiori nazionalismi, e sarà guerra mondiale.
Profughi nel corso della storia vi sono sempre stati. E' un fattore sociale, umano, inevitabile, sistemico, strutturale. Ogni epoca ha conosciuto il suo dramma dei profughi. Non siamo tutti uguali sotto il cielo, non siamo tutti uguali sul Danubio o sull'Isonzo. Reticolati, muri, campi profughi da quinto mondo, militarizzazioni dei confini, e ritorno dei confini. Collassa l'Europa, scudo contro i nazionalismi, cancro della società.
 
Collassa l'umanità. E ritornano i razzismi, mai domati, e ritornano i nazismi e fascismi, mai pienamente sconfitti, e ritornano le barbarie, le crociate, le cercate guerre di religione, che hanno come scopo solo quello di preservare un niente rispetto a quel tutto che è l'essere umano.
Oltre 7 miliardi siamo in questo mondo. Potrai chiuderti quanto vorrai, ne morirà, uno, ne moriranno cento, ne moriranno milioni, ma non potrai fermare miliardi di persone. Nessun muro potrà resistere. I muri esistono per crollare, e crolleranno.
Ma, in questo momento, si continua a morire, ora è il turno del Danubio, lo si attraversa a nuoto. 
Disperati in cerca di un mondo senza confini.
Marco Barone 

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