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Il teatro degli Orrori al concerto del Primo maggio: una band alternativa

Un faro nella nebbia musicale italiana.

Sarò presuntuoso, ma tra i pochi gruppi che mi hanno deliziato al concertone del 1° maggio metto il Teatro degli Orrori. Gruppo impegnato, che riesce sempre a colpire nel segno con testi e musiche originali. Il trasporto del front man Capovilla è genuino e crea il patos necessario per calarsi emotivamente nei corridoi sporchi dell'anima.

Tratta temi difficili, considerati tali dai network, che difficilmente metteranno in scaletta.

E' musica dura, per stomaci forti, per chi come noi non ama il pop edulcorato di Lady Gaga o cose simili. Ma lascia il segno. Li ho sentiti per la prima volta a Cesena nel Woodstock a 5 stelle, ed è stato amore a prima vista. Poi l'apoteosi con il brano su Saro Wiwa, "A sangue freddo". Caso volle che avevo letto qualche giorno prima Sozaboy, forse tra i libri più belli di Ken, ex ministro dell'istruzione trucidato per le sue idee.

No, non è facile cantare di rivoluzione e di morte e il Teatro degli Orrori traspone tutto in poesia.

Musicalmente preparati, con alto turn over di musicisti e collaborazioni, tengono la barra dritta nel caos musicale italiano.

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