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Gli imprenditori italiani non hanno visione a medio-lungo termine

Come sempre, o quasi, Eugenio Benettazzo fa da contraltare al lamento unico italiano. Ammesso che Equitalia utilizzi metodi da usuraio, che non ha niente a che vedere con un serio ed equo recupero crediti (qui potremmo aprire una parentesi sui crediti vantati dalle aziende, sull'anticipo IVA o sugli studi di settore) non posso che sostenere la sua tesi.

La sparata di Eugenio è frutto di esperienze personali sul campo, come spiega nell'articolo ed io da addetto ai lavori non posso che confermare.

La maggior parte delle aziende in crisi, sono state gestite male negli ultimi 10 anni. L'imprenditoria italiana, con le debite eccezioni, è in mano a persone che non hanno saputo cogliere il cambiamento, con scarsa formazione aziendale e legate a doppio filo con le banche.

Ora che il vento è cambiato e l'accesso al credito infinito non c'è più, le cose sono cambiate? Ma neanche per idea ! 

Continuiamo a spendere più di quello che incassiamo, non paghiamo a scadenza le forniture di materiali "non strategici", non puntiamo sulla qualità e sul commercio estero.

Ma la cosa più importante è la mancanza di visione a medio lungo termine. Benettazzo ci ricorda che con il suo incubatore finanziario ha proposto ad alcuni imprenditori di entrare in società e rilevare quote, ma nella maggior parte dei casi la risposta è negativa.

Signori miei, la prima cosa che ho notato in Cina, se proprio vogliamo cogliere un aspetto positivo di questo paese, è la capacità di fare business tra imprenditori. Vuoi per l'acceso al credito ancora acerbo (per fortuna) vuoi per lungimiranza, in Cina si fa joint venture in ogni momento.

Ci si incontra in albergo: si parla apertamente dei propri affari e se si coglie un opportunità si crea la società.

Si fanno le fiere e succede la stessa cosa.

Sapete come si riconoscono gli italiani in Cina: sono quasi sempre seduti in disparte, tra italiani non parlano, gelosi dei propri "segreti" e invidiosi degli orticelli altrui.

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