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 Home page > Tribuna Libera > Il suicidio come soluzione estrema?

Il suicidio come soluzione estrema?

Il suicidio pochi giorni fa, a Napoli, di quell'imprenditore che per motivi economici ha voluto farla finita, è stato l'ennesimo caso di una vittima del virus che ormai ha investito il nostro paese.

Sulla cifra complessiva di suicidi in fortissima crescita, in questo periodo, influisce quella forte pressione psicologica derivante dalla presa d'atto di essere impossibilitati a far fronte ai bisogni materiali della propria famiglia. Un fallimento personale verso la vita.

 
Una vera e propria piaga sociale scaturente da quella crisi che ben conosciamo.
Il suicidio ha assunto le connotazioni di un estremo tentativo di protesta contro la vivibilità impossibile in questo contesto attuale.
 
L'alienazione della vita che rappresenta l'unico bene rimasto è un aspetto ricorrente causato un fallimento lavorativo non difficile lì dove i consumi e la crescita sono scivolati al minimo storico, unitamente al rigore al credito da parte degli istituti preposti in un momento di altrettanto rigore.
 
Situazioni tragiche che devono scuotere la coscienza sociale, situazioni che rappresentano la febbre ancora alta nonostante quella politica di rigore.
Il suicidio è diventato un fatto sociale vero e proprio e come fatto sociale esso implica anche responsabilità. L'immagine di un naufrago in balia delle onde in un mare in burrasca non è retorica. E l'uomo abbandonato a se stesso, lasciato solo davanti a problemi, difficoltà, sofferenze, è facilmente esposto alla sensazione di essere schiacciato da un peso opprimente, senza altra via d'uscita che quella di sottrarsi alla vita stessa.
 
C'è da capire che è doveroso e obbligatorio parlare di responsabilità sociali e collettive nei confronti del suicidio. La morte fisica del suicida diventa così la rivelazione clamorosa e l'oggettivazione tragica della morte civile già avvenuta, ma ancora nascosta.
 
Tali fatti devono indurre ad una riflessione da parte di tutti, in uno dei periodi peggiori della nostra storia, essi confermano che ci sono nella vita mali più grandi della morte.

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