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Il solito mostro in prima pagina che fa comodo alla propaganda

Mohamed Fikri, il marocchino accusato di aver sequestrato e ucciso Yara Gambirasio, come si sa è tornato in libertà. 

Nel momento in cui fu fermato, molti giornali, propaganda e i soliti idioti, hanno iniziato a vagheggiare sulla necessità di espellere gli immigrati e la solita tiritera che si ripete ogni volta che un immigrato è coinvolto in fatti di cronaca nera.

Altri casi potremo fare, ma quello che sorprende è che troppo facilmente, troppo facilmente, si sbatte l'immigrato in prima pagina.

In questo caso per una intercettazione tradotta in maniera errata.

Troppo facile, troppo mediocre un'indagine che nega la libertà a una persona e che rischia di innescare delle pericolose ripercussioni sociali contro una categoria di persone che al nord è fondamentale per tenere in vita una precaria economia.

Sono stati sette i consulenti che, in momenti diversi, hanno tradotto la frase di Mohammed Fikri, indagato in relazione alla vicenda e nonostante tutto si è preso una cantonata.



Più che prendersela con gli immigrati, ai cittadini italiani dovrebbe preoccupare il fatto che delle indagini si basino su certi presupposti precari.

Dovrebbe preoccupare che questi fatti potrebbero capitare ad ognuno di noi.

Dovrebbe preoccupare il protagonismo di certi organi che pur di far parlare di loro, non esitano a sbattere il mostro in prima pagina; tanto chi se ne frega è immigrato, chi mi darebbe contro?

Tanto in italia immigrato è uguale a delinquente.

A quanto sembra, oltre alla telefonata mal tradotta, sarebbe caduto un altro elemento che aveva portato i carabinieri ad accusare l'immigrato. Mohammed F. avrebbe infatti spiegato di essersi liberato della scheda del telefono cellulare della fidanzata perché la giovane subiva delle molestie telefoniche su quel numero e lui, dovendo rientrare in Marocco, non voleva che la fidanzata continuasse a subire le molestie.

Siamo a questi livelli, ormai...

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