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Il sogno di Lilli: il racconto dell’Olocausto, dalla voce di chi era bambino

Il 22 novembre scorso, presso la scuola primaria Pirelli di Milano, ha avuto luogo un evento eccezionale a cui hanno partecipato gli alunni di terza, quarta e quinta classe con le loro insegnanti. Noi di Amnesty (Edu) eravamo presenti insieme al Centro Filippo Buonarroti e all’Unione Femminile, le due associazioni con le quali, lo scorso anno, eravamo intervenuti in tutte le 14 classi di questa scuola durante un’intera settimana dedicata al Giorno della memoria della Shoah.

L’eccezionalità di questo incontro è dovuta alla presenza di una importante testimone sopravvissuta alle persecuzioni naziste: la signora Vaifra Pesaro che, di fronte alla richiesta delle insegnanti di partecipare a questo evento, non ha esitato ad accettare l’invito nonostante sia per lei doloroso ritornare col pensiero e con la parola a quelle sofferenze iniziate quando aveva soltanto sei anni.

La mattinata, che si è svolta nell’ampio salone della scuola, è iniziata con la lettura di un brano di Primo Levi presentato dagli alunni; ne è seguita l’esecuzione di un toccante brano di Nicola Piovani da parte dei ragazzi della scuola secondaria musicale di primo grado. Mentre l’insegnante coordinatrice dell’evento, la signora Antonella Pilotto, si rivolgeva ai bambini per prepararli all’ascolto della narrazione della Shoah, i loro occhi erano già fissi su quell’esile e fortissima persona, pronti ad ascoltare le sue parole.

La signora Pesaro ha saputo usare il giusto tono per rivolgersi ai bambini che le stavano davanti, li ha coinvolti senza mai sfiorare la retorica, non ha loro nascosto nulla presentando l’immane tragedia vissuta, con la serenità acquisita durante questi 70 anni. Per un lunghissimo periodo, dopo quegli anni bui, non era riuscita a parlare con nessuno delle sofferenze vissute, le aveva tenute dentro di sé come un nodo inestricabile; la stessa cosa è accaduta anche ad altri che hanno subito lo stesso destino.

Vaifra aveva sei anni quando, a seguito delle leggi razziali emanate dal governo italiano, fu costretta a vivere nascosta, a cambiare il suo nome insieme a quello dei suoi familiari e, soprattutto, a subire la perdita del padre. Oggi la signora Pesaro è per tutti Lilli e a lei dobbiamo, oltre alla generosità con cui dedica intere giornate ai bambini delle nostre scuole, anche la pubblicazione di un libro, “Il sogno di Lilli”, che è una toccante testimonianza della sua tragica storia narrata ai bambini con un’attenzione particolare per la loro sensibilità.

Dalle pagine de “Il sogno di Lilli” i giovani lettori potranno capire come l’appartenenza a un credo religioso, politico o sociale non debba mai essere motivo di discriminazione, come invece è avvenuto, privando un intero popolo, insieme ad altre minoranze, dei diritti fondamentali che sono di ogni essere umano. In collaborazione con la scuola, anche Amnesty, insieme ad altre associazioni, ha fatto di questa difesa la sua bandiera più importante.

 

Franca Fabbri per “Segnali di Fumo – il magazine dei Diritti Umani”

Questo articolo è stato pubblicato qui

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