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Il senso cinico ha sovrastato il senso civico

L’anno scolastico 1990/1991 portò un’innovazione, una di quelle destinate ad esser dimenticate in breve tempo e non certo perché si tratti di qualcosa di poco conto. In pratica, fu soppressa l’ora di educazione civica, quelle lezioni – introdotte nel 1958 da Aldo Moro – che servivano a formare italiani consci dei doveri e dei diritti tipici del cittadino onesto e osservante le regole della buona e giusta convivenza fra esseri umani che abitano lo stesso territorio.

L’inizio degli anni ’90, portò nel nostro paese un’ondata di novità in tutti i sensi. Erano i tempi di Tangentopoli, della scoperta degli scandali in seno alle istituzioni, del giro di mazzette, degli appalti truccati e della rivelazione alla popolazione italiana, di un sistema di corruzione in ambito politico che, nonostante le inchieste e le tante denunce palesate quotidianamente nelle pagine di Cronaca su tutte le testate nazionali, non portò certo al blocco del sistema corruttivo ma anzi, giovò semplicemente a mettere al corrente la popolazione di come la politica abusasse di un potere dato dalla popolazione e non certo per approfittarne. Gli italiani scoprirono la disonestà in seno alle istituzioni, ma – senza saperlo – veniva anche sostenuto un nuovo modo di intendere la società in cui si vive e i modi attraverso i quali vivere e non sopravvivere.

Il senso civico, per tanti anni sbandierato come fiore all’occhiello di una comunità – quella italiana – basata sull’onestà, la correttezza e l’onore, fu prostituito - attraverso l’ondata liberista di una nuova pseudo destra politica – a un diverso modo di intendere le cose. In qualche modo, si formò man mano l’idea che il cinismo vale ben più del senso civico, orpello ormai in disuso in una società votata al benessere, al capitalismo, allo spreco e al sogno di diventare tutti, più o meno, ricchi e potenti.

Ovviamente la realtà era ben diversa. Il sistema politico, che controlla il sistema sociale attraverso le normative, ma anche attraverso ciò che viene inoculato alla popolazione per via della propaganda diffusa attraverso tutti gli strumenti mediatici, voleva arrivare ad una conclusione: rendere la popolazione maggiormente avvezza a una visione cinica rispetto ai propri simili, e per giungere a questo, si sfruttarono tutte le armi possibili da mettere in campo: via libera alle tv commerciali che sciorinarono ampiamente trasmissioni trash e stili di vita da sognare di poter ottenere. Con ogni mezzo. Via libera al criterio libertino inculcato facendo volutamente confusione fra il concetto di libertinaggio e di libertà. Anni ed anni votati alla bella vita, seppur da vedere e desiderare attraverso la televisione, ma che col tempo, giorno dopo giorno, erode le più profonde convinzioni e i più sentiti e convinti valori. L’essere umano è talmente malleabile da non aver necessità alcuna di faticare per convertirne i principi e le convinzioni, esse stesse a loro volta, mai scaturite da un personale senso critico bensì dalle idee inculcate per anni sempre dal sistema politico che determina a proprio piacimento, i valori o disvalori che ritiene necessario diffondere, al fine di ottenere i risultati voluti.

In breve tempo quindi, al diffuso senso civico, prevalse un senso cinico che corrispondeva esattamente a ciò che il sistema paese desiderava ottenere e anche in tempi brevi: una popolazione non più votata alla trasparenza, all’onestà e alla condivisione dei valori migliori, ma maggiormente aderente al modello proposto proprio da coloro che all’Italia non han fatto da servitori, ma si sono fatti servire – sul solito piatto d’argento – un potere quasi assoluto e la garanzia perpetua, di poter fare tutto ciò fino a pochi anni prima dell’inizio degli anni ’90, era considerato assolutamente improponibile.

C’è stato un tempo, in cui l’Opinione Pubblica contava, veniva presa in seria considerazione dal mondo politico, che era conscio del fatto che un popolo reattivo e informato, poteva determinare destabilizzazione e ribaltamenti ai vertici. L’unico metodo efficace, non poteva che essere quello di far aderire la maggior parte della popolazione a un modello quanto più simile a quello della mediazione fra il bene e il male, fra l’accettabile e l’inaccettabile.

Ecco quindi che, per scardinare il senso civico tanto profondamente nutrito in seno a molti italiani, fu deciso di cancellare l’ora di educazione civica, così da porre un primo passo utile per iniziare il cammino a ritroso, verso un senso cinico esteso e necessario a ribaltare i valori nazionali in favore di un’ottica individualista e persino sprezzante del rispetto degli spazi e dei diritti altrui.

Non c’è voluto poi molto tempo per ottenere il risultato desiderato. Meno di un trentennio per rendere la popolazione italiana, più avvezza a pensare a se stessa e al proprio vantaggio, piuttosto che a percepirsi come parte integrante di una comunità in cui condividere simili valori utili alla civile convivenza.

In tutto ciò, utilissime sono state anche le varie normative che, di fatto, hanno costantemente aumentato le pene amministrative e diminuito quelle penali. In pratica, l’andamento era chiaro già un trentennio fa: guai a fottere il Fisco, in cambio, garanzia di magnanimità nel caso in cui un cittadino si macchi della terribile colpa dell’omicidio, dello stupro o altri reati del genere. Una follia.

Se per anni non si fa altro che proporre uno stile di vita al cui centro si pone il denaro, l’individualismo, l’accaparramento di risorse, la corruzione, la maleducazione, si ottiene esattamente l’effetto per cui alla gente interesserà prioritariamente farsi i fatti propri, pensare alla propria convenienza e anche, ottenere tutto ciò che si vuole a qualsiasi costo. Una società votata al cinismo spietato pur di ottenere favori, servizi, agevolazioni (senza averne diritto) lascerà che anche gli altri si comportino allo stesso modo. Generando così, a cascata, un effetto domino allarmante. Nessuno più è nella condizione di puntare il dito su chi sbaglia, sia esso il proprio vicino di casa, sia esso il politico di turno che si macchi ora di uno, ora di un altro reato riprovevole.

Il senso civico a questo serviva: a stabilire una differenza fra il bene e il male. Fra chi sbaglia e chi no. Fra chi ha un comportamento decoroso e chi vive affondato nel libertinaggio che sfora sempre e comunque i confini della libertà altrui, che è altra cosa.

Oggi più che mai, questo senso cinico ha sovrastato il senso civico. Basta sentire o leggere come una parte di popolazione si rapporta sul tema dei flussi migratori. Senza minimamente ragionare con elementi reali in mano, questi cittadini sanno solo inveire, imprecare, maledire, augurare la morte addirittura, a persone che – nella migliore delle ipotesi – arrivano sul nostro territorio perché anch’essi vittime dello stesso sistema politico ed economico che gestisce la vita della popolazione italiana e non solo. Maledicono senza sapere perché. Odiano, senza conoscere i fatti, quelli reali, non certo quelli sventolati dalla costante propaganda politica che decide gli umori di milioni di persone senza che queste se ne rendano conto.

Se una rivoluzione deve essere fatta, questa dovrebbe iniziare ripercorrendo il senso della ragione, riconquistando la capacità critica individuale ed anche, richiedendo che nelle scuole venga ripristinata l’ora di educazione civica, che non è mai “fuori tempo”, come fu decretato nel 1990 quando fu deciso che agli studenti italiani poco servisse essere buoni cittadini.

Non si può combattere il cinismo alimentandolo. Si può semmai provare a tornare adessere civili, senza per questo, ritenersi stupidi, come molti sono portati a credere. La stupidità è propria, semmai, di chi si tiene alla larga dai propri simili e dalle loro problematiche quotidiane che, guarda caso, sono le stesse di ogni singolo individuo. La differenza oggi, risiede solo nel non ammetterlo. Ma è come chi si taglia le palle per far dispetto alla moglie. Ne più né meno. Stupidamente cinici. Senza speranza.

Un mio articolo pubblicato nel 2013: Educazione Civica: la sola rivoluzione coerente

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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