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Il progetto "Piano scuola digitale" procede a rilento

C'è in Italia una scuola media, nella cittadina veneta di Albignasego, dove studiare è diventato ormai da tre anni un vero piacere. E' un istituto all'avanguardia che consente ai ragazzi di fare i compiti a casa direttamente sul pcinteragendo con i docenti attraverso la chat, condividendo in Rete i documenti e le ricerche, utilizzando le mappe online e compiendo gite virtuali in giro per il mondo. 

Si tratta di un fortunato modello di innovazione applicata alla didattica, tuttavia ancora isolato nel panorama scolastico del Paese nonostante i solenni impegni assunti a inizio legislatura dall'accoppiata Gelmini-Brunetta.

La scuola in questione è in effetti una rarità: è stata una delle prime ad aderire al progetto del Piano Scuola Digitale denominato "Classi 2.0", e oggi dispone di una rete Wi-Fi con diversi computer portatili ad uso e consumo degli alunni e di una lavagna interattiva multimediale per il lavoro in aula.

Un sistema educativo che difficilmente può generare disparità nel processo di apprendimento, considerato che confrontandosi e collaborando si impara certamente meglio.

L'obiettivo del Governo, annunciato a inizio 2009 presentando il "Piano e-gov 2012", era quello di digitalizzare entro il 2012 tutte le scuole italiane, dotandole di strumenti e servizi avanzati utili a gestire sia la didattica che le relazioni con le famiglie.

Per conseguirlo, l'iperattivo Ministro Brunetta aveva perfino siglato un protocollo d'intesa con la collega titolare dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Ma ad oggi, a quasi tre anni di distanza, appena il 7% degli istituti scolastici risulta dotato di Wi-Fi, lavagne elettroniche, computer portatili e perfino della possibilità di comunicare con le famiglie attraverso gli sms. Insomma, la legislatura sta volgendo al termine ed anche questa promessa pare caduta nel vuoto.

Solo 550 mila studenti hanno trovato in classe a inizio anno la lavagna multimediale sulla parete, essendone stati finora installati 25.800 esemplari. Sono dispositivi più o meno grandi quanto le lavagne tradizionali, ma al posto dei gessetti utilizzano penne digitali che permettono anche di fare ricerche sul web, di riprodurre filmati e di gestire immagini.

Ad essi sono inoltre abbinati, collegati senza fili, accessori come la tavoletta interattiva e i risponditori che consentono l'interazione da ogni punto fisico dell'aula. Nel corso di quest'anno scolastico pare che verranno investiti 20 milioni di euro per la formazione di 12 mila docenti e per l'installazione di altre 9 mila lavagne, in grado di servire 185 mila nuovi studenti. Si vedrà. In ogni caso si tratterebbe di misure insufficienti in quanto il numero di alunni fruitori si confermerebbe basso: uno su dieci


Lo scorso anno il progetto "Classi 2.0" è stato sperimentato soltanto in 416 aule italiane, con 8.900 ragazzi e 3 mila insegnanti coinvolti e un investimento complessivo di 10 milioni di euro. Da quest'anno, stando ai nuovi annunci, esso si è fatto più ambizioso evolvendosi in "Scuol@ 2.0": non più singole classi ma interi istituti. Per un investimento programmato di 5 milioni di euro, destinato a soddisfare le attese di 15 mila alunni e di 1.300 docenti

Il programma prevede l'implementazione della misura "Scuole in Wi-Fi", già sperimentata in passato senza particolare successo. La connettività Wi-Fi, se sfruttata appieno, può rivelarsi utilissima alle scuole non solo a livello didattico ma pure nella gestione amministrativa. Ad oggi, sono stati assegnati dal ministero circa 2.800 kit di collegamento agli istituti, a fronte di poco più di 3 mila domande di attivazione. Si stima che entro la fine dell'anno in corso, la quota di scuole connesse non sarà superiore al 25%.

Stando sempre agli interventi annunciati dal governo, estremo rilievo assumerebbe l'introduzione dei libri digitali, in particolare per le positive ricadute sull'economia familiare. Già dalla prossima primavera i docenti dovranno indicare per l'anno scolastico 2012/2013 i volumi elettronici o i cd necessari alla didattica, per il progressivo abbandono delle edizioni cartacee.

L'investimento programmato, in questo caso, ammonta a 4 milioni e mezzo di euro e dovrà servire alla realizzazione di 20 prototipi multimediali per dare impulso all'editoria scolastica digitale. A regime, il risparmio per le famiglie stimato dagli uffici ministeriali dovrebbe ammontare a circa 100 euro all'anno, che di questi tempi non sono certamente pochi.

Altro orizzonte da tempo alla portata ma finora non perseguito con decisione, è l'opportunità di dotare di un pc almeno ogni studente della scuola primaria. In proposito, si sta tentando un nuovo assalto col progetto "Compagno di classe", per la verità ancora in una fase di confronto con i potenziali partner dell'iniziativa (Intel, Telecom e Microsoft).

In ultima analisi si può affermare che nel nostro Paese la scuola del futuro rimane ancora una "idea meravigliosa", purtroppo ben lontana dal concretizzarsi in ogni suo aspetto virtuoso, che puntualmente si scontra con la miopia politica e con le croniche lungaggini amministrative. Eppure la società nel suo complesso dimostra di saper stare al passo coi tempi, sempre pronta ad accogliere i frutti della modernità per metterli al servizio dello studio, del lavoro, delle relazioni di tutti i giorni.

Ma la rivoluzione del web, oltre i facili proclami di ministri che magari poco o per niente conoscono gli straordinari meccanismi insiti nelle avanzate tecnologie, appare più come una propensione spontanea di un numero di cittadini in continua crescita, a partire proprio dai più giovani, anziché una tendenza "sistemica" favorita dalle istituzioni stesse.

Con enormi e irresponsabili rinunce, come dimostra la costante fuga dei nostri migliori cervelli all'estero, in termini di sviluppo economico e di prospettive occupazionali.

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