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 Home page > Tribuna Libera > Il paese dei "laleologi" e dei... campanelli

Il paese dei "laleologi" e dei... campanelli

La notizia è stata riportata dal quotidiano Corriere della Sera qualche giorno fa, il quale riferisce di una circostanza che ridicolizzerebbe qualsiasi contesto sociale minimamente civile. Escluso quello italiano, naturalmente. Il quale ignora cosa significhi avere la dignità di un Popolo.

Cosa sia successo, si deriva agevolmente. Un giovane corridore, ciclista dilettante varesino, ha filmato, mediante la telecamera installata sul manubrio della sua bicicletta, l'incidente del quale è rimasto vittima. Dalle immagini registrate dalla telecamera si coglie come il sinistro sia stato provocato da un'automobile che gli tagliava la strada. Nel conseguente impatto contro un muretto, il ragazzo ha riportato la frattura esposta della tibia e del perone.

Quel che colpisce di questa circostanza, è il fatto che nei confronti del corridore ciclista sia stata elevata una multa di 32 euro. Perché lo hanno multato? Perché la sua bicicletta era sprovvista del... campanello! Proprio così: del campanello! Quasi che, pur disponendo di quell'accessorio, egli avesse in qualche modo potuto sottrarsi all'investimento! Ciò in ossequio a una perversa logica tutta nostrana secondo la quale sulle biciclette da corsa dovrebbero esser montati i campanelli!

In un ordinario contesto sociale, sarebbe pura follia l'adduzione di un simile pretesto. Già: in un ordinario contesto sociale. Quindi, in qualcosa di avulso dalla italica realtà. Dove ormai non ci si meraviglia più di nulla: infatti, risulta a dir poco strano pretendere che sulle biciclette da corsa debbano esser montati i campanelli. Come non si capisce perché, di pari passo, non dovrebbero esser montate allora anche le luci e, perché no?, i parafanghi! Secondo questa capziosità, sarebbe senz'altro suggestivo poter ascoltare, magari in occasione del prossimo Giro d'Italia, lo scampanellio di oltre un centinaio di concorrenti, pena la somministrazione di adeguate sanzioni pecuniarie!

Il guaio è che ormai in Italia anche i più stridenti paradossi si consumino nella più assoluta indifferenza. D'altronde, soltanto da un coacervo androide capace di lasciarsi imporre non uno, ma ben tre successivi presidenti del consiglio dei ministri nominati e non eletti da nessuno; soltanto da un “volgo disperso” che si presti ancora alle lusinghe di un garrulo sindaco posto a capo di un governo parimenti nominato, il quale, a forza di renzusconare, si sia assunta la paternità persino una nuova disciplina linguistica, la “laleologia o lalologia” (dal greco laléo=chiacchierare), volta a soporizzare tantissimi sprovveduti, non si può davvero pretendere di più.

Questa assoluta eccentricità, rievoca un suggestivo episodio: ricorda quando Indro Montanelli, verso la fine degli anni '50, dialogando con il generale francese Charles de Gaulle, si sentì rispondere: “L'Italia non è un paese povero: è un povero paese”. A qualcuno potrebbe sembrare sprezzante questa frase. Ma non è così. Purtroppo, e i fatti stanno a testimoniarlo, soltanto un “povero paese” può tollerare l'imposizione di tre capi del governo nominati e non eletti da nessuno, l'ultimo dei quali, Matteo Renzi, ha anche inventato, appunto, la “laleologia o lalologia”, vale a dire la disciplina riguardante lo studio delle chiacchiere. Ecco perché soltanto una simile facezia di paese possa ora fregiarsi di essere a tutti gli effetti anche il paese dei... campanelli!

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