• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Il massacro in Kenya e Papa Francesco. Zitti zitti, quatti quatti... verso (...)

Il massacro in Kenya e Papa Francesco. Zitti zitti, quatti quatti... verso le crociate?

Il massacro di studenti cristiani in kenya e la condanna di Papa Francesco, "le persecuzioni con il nostro silenzio complice", inducono ad alcune considerazioni su una ipotesi, tutt'altro che irrealistica, sull'avvio di un conflitto planetario a sfondo religioso.

Sia subito chiaro che Papa Bergoglio ha tutto il diritto e quindi il dovere di fare quello che il suo ruolo di capo religioso della comunità cattolica cristiana mondiale gli impone di fare. Di fronte ai ripetuti fenomeni di feroce stragismo posti in essere dagli integralisti islamici, siano essi dell'Isis, Al Qaeda, Al Shabaab o Boko Haram poco importa, il Papa giustamente prende posizione. Prima ha espresso un sentimento di indignazione condivisibile da tutto il mondo civile laico o religioso; poi ha richiamato alla necessità di un intervento risolutore, per quanto generico: "è opportuno si faccia qualcosa per fermarli"; infine, in occasione del venerdì santo, ha denunciato l'indifferenza e l'inerzia di chi dovrebbe agire e rimane spettatore della mattanza: "le persecuzioni con il nostro silenzio complice".

Appare quindi evidente e del tutto comprensibile che, di fronte all'aggravarsi del fenomeno stragista di matrice islamica fondamentalista, anche il massimo rappresentante della cristianità assuma via via posizioni più decise. Se però non è del tutto chiaro cosa intenda Papa Bergoglio per "silenzio" dal momento che i media di tutto il mondo stanno sul pezzo costantemente, è l'aggettivo "complice" che lascia francamente perplessi.

Ma complici chi e di che? E cosa bignerebbe fare per non essere "complici"?

Capisco che la chiarezza non è mai stata la virtù principe di Santa Romana Chiesa, ma questa genericità di accusa lascia intendere un tentativo di alzare il livello della tensione senza tuttavia rischiare il pregiudizio di voler spingere verso la guerra santa, ovvero verso le crociate di antica memoria. E' l'eterna doppiezza di mamma Chiesa, che il nostro paese ha pagato e sta pagando in termini di cultura civile e politica. E' bene ribadire che in questo Paese la critica verso l'ingerenza cattolica nelle scelte politiche e quindi civili, in chiara ulteriore espansione con l'affermarsi del Partito democraticocristiano (PD) di Matteo Renzi, viene classificato con il termine di "integralismo laico". Un chiaro ossimoro da contrapporre all'accusa di un ritorno all'integralismo religioso cattolico che sta lentamente riaffiorando in questo paese. Su un articolo che appare in questo sito a cura di UAAR, viene denunciato il caso del prof. Franco Coppoli, insegnante di Terni, sospeso per un mese dall'insegnamento e dallo stipendio, per aver fatto togliere i crocefissi dalle aule. Questo tanto per far capire l'indice di laicità di questo paese.

Ma torniamo al punto. A chi si riferisce il Papa con la sua denuncia provocatoria: all'Occidente in genere o ai cattolici in particolare? Chi sono insomma i destinatari del messaggio: gli USA come potenza planetaria interventista, l'Europa che viaggia in ordine sparso anche su questi temi di politica estera o perfino soltanto l'Italia come centro mondiale della cristianità? E' difficile dirlo, ma certo qualche segnale era già arrivato dalla politica nostrana, se è vero, come è vero, che il nuovo ministro degli esteri Paolo Gentiloni, di ovvia e chiara matrice cattolica e non certo un laico come Emma Bonino, aveva già palesato la necessità di "intervenire" in Libia .

Bisogna quindi tener presente che le prime vittime del fondamentalismo islamico sono gli stessi islamici moderati. Secondo Magdi Cristiano Allam, islamico che si è convertito al cattolicesimo e che in Italia ha fatto le sue fortune giornalistiche, gli "islamici moderati" non esistono, in quanto il Corano stesso è un invito alla violenza fondamentalista; viene da dire: perché, la Bibbia no? Non viene il dubbio che il "mondo visionario" sia esso stesso implicitamente e forse anche esplicitamente un invito all'intolleranza verso chi la pensa diversamente? Il concetto stesso di "proselitismo ", comune a tutte le fedi religiose, non è la negazione dell'apertura verso gli altri? Comunque la pensiate, di fatto mezzo mondo, dalla Cina che non ammette la libertà religiosa, attraversando Afganistan e Pakistan, fino a tutto il Medio Oriente e al Corno d'Africa, i musulmani sono in rapida ascesa. La prolificità con una media di sei figli a nucleo famigliare, poligamismo compreso, contrasta decisamente con la asintotica contrazione della natalità occidentale, Italia in particolare. Le ragioni sono molteplici e certamente favorite da un contesto sociale di tipo arcaico, essendo evidente che l'accesso della donna alle professioni nell'ambito di una società evoluta di tipo consumistico ha completamente stravolto i ruoli e le finalità della famiglia. Comunque, i dati prevedono che nel 2050 i musulmani saranno la prima comunità religiosa del mondo.

Contrariamente a quello che si pensa, in Kenya, tanto per tornare all'argomento, l'80% della popolazione è di fede cristiana, mentre il rimanente 20% comprende tutte le altre confessioni religiose, con quindi una decisa minoranza di islamici. E' allora giusta l'indignazione del mondo civile, ma chi dovrebbe intervenire in fatti di questo genere se non il legittimo governo locale? E così sia per il Medio Oriente dove giustamente si è finalmente compreso che soltanto chi li' abita e vive deve risolversi il problema. L'alleanza panaraba contro l'Isis e Al Qaeda è quello che sta avvenendo e l'Occidente deve tenersene accuratamente fuori.

Poi altra cosa è il controllo e l'intervento quando l'integralismo islamico tenta di esportare il terrore stragista in Europa piuttosto che in tutto l'Occidente. Ma difendere il perimetro non deve giustificare una invasione; ognuno rimanga nei propri limiti, perché di errori madornali ne sono già stati fatti anche in un recente passato con la pretesa di "normalizzare " ed esportare la democrazia in un mondo che deve uscire dall'arcaicità medioevale in cui si trova con le proprie mani.

Quindi per favore, caro Papa Bergoglio, limitati a denunciare l'orrore di queste stragi assurde, ma lascia perdere gli inviti, taciti od espliciti, ad "intervenire", perché è sottinteso che l'unico modo di intervenire sarebbe quello militare.

Insomma, basta con le crociate.

Immagine: Wikimedia.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità