• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Il mantra delle quote Lega

Il mantra delle quote Lega

Un emendamento proprosto dalla Lega nel decreto milleproroghe concede l’ennesima dilazione di pagamento sulle quote latte. Esponendo il Paese al rischio di pesanti sanzioni. E togliendo risorse al fondo stanziato per la ricerca sul cancro.

1. C'era una volta un partito che predicava la secessione del proprio territorio dal governo centrale, che organizzava marce e manifestazioni, e il cui capo supremo incitava le folle contro la corruzione e le appropriazioni indebite dei governanti sventolando un cappio dal suo palco.

Quel partito è la Lega, per vent'anni ha sbraitato contro “Roma ladrona” e invece ha causato finora un danno al bilancio dello Stato per 4,4 miliardi di euro sotto forma di sanzioni comunitarie. in attesa di ulteriori sanzioni.
Tanto ci è costata l'interminabile vicenda delle quote latte.

2. Le quote latte sono uno strumento della PAC (plotica agraia comunitaria) in vigore dal 1984 che impone agli allevatori europei un prelievo finanziario per ogni litro di latte prodotto oltre un limite stabilito. Tocca poi agli acquirenti di latte monitorate le consegne dei produttori e nel momento in cui questi ultimi superano la quota prescritta devono trattenere il prelievo stabilito dalle norme comunitarie, fungendo così da sostituti di imposta. In pratica, se produci più latte della quota che ti spetta, ti tocca pagare un tributo più elevato, che di fatto disincentiva la produzione. Le quote latte rappresentano dunque un regime di contingentamento dato dalla necessità di garantire la libera circolazione dei prodotti all'interno del mercato comune europeo. Esso mantiene alto il prezzo del latte in modo da favorire (in teoria) gli stessi allevatori.

Al momento dell'accordo istitutivo, ad ogni paese fu assegnata una quota in base alla produzione dell'anno precedente calcolata sulla cessione di latte dagli allevatori agli acquirenti trasformatori, e fin da subito gli allevatori nostrani sostennero che la quota attribuita all'Italia (8,823 milioni di tonnellate) fosse troppo esigua per coprire i costi operativi e garantire loro un margine di profitto. Per non scontentare le loro richieste, i vari ministri dell'Agricoltura succedutisi nel corso degli anni hanno di fatto favorito il superamento delle quote, precisando che lo Stato si sarebbe poi fatto carico delle relative multe.

Questo regime di violazione consapevole andò avanti fino al 1995, quando la Corte di Giustizia Europea ordinò il pagamento delle multe. Ne conseguì una gigantesca manifestazione, capeggiata dalla Lega di Umberto Bossi, a difesa delle ragioni degli allevatori padani, che di fatto costrinse il governo in carica a procrastinare la questione. Ancora oggi il Senatur si vanta di quella mobilitazione.

Passarono altri otto anni prima che un accordo tra il Governo italiano e la Commissione Ue stabilisse una rateizzazione trentennale e senza interessi per il pagamento delle multe. Molti allevatori si adeguarono; altri invece continuarono (e continuano) a resistere. Sono i Cobas del latte, 541 in tutto, che ancora oggi si rifiutano di pagare il dovuto. Esponendo lo Stato (e dunque tutti noi) al rischio di una multa salatissima.

3. L'emendamento era nell'aria già da qualche giorno 1, e subito è stato bersagliato da critiche provenienti da ogni parte: le principali organizzazioni agricole, Coldiretti, Confagricoltura e Cia, della Cgil 2, dei parlamentari dell'opposizione e del Ministro dell'Agricoltura Galan.

Quest'ultimo ha aggiunto che, se l'emendamento dovesse essere approvato, l'Italia rischierebbe l'apertura di una procedura d'infrazione. Che potrebbe concludersi con una sanzione da un miliardo di euro, secondo alcuni analisti. Oltre a minare la credibilità del Paese in sede europea.

Ad aumentare l'indignazione per la decisione del governo si aggiunge il fatto che la dilazione di pagamento sarà finanziata prelevando 5 milioni dal fondo previsto per finanziare la ricerca sul cancro, pari al 10% dello stanziamento complessivo 3. Danneggiando così non solo il bilancio statale e gli allevatori onesti che rispettano le regole, ma anche i malati oncologici che sui quei soldi facevano affidamento per mantenere accesa la fiammella della speranza.

Insomma, fare i furbi conviene sempre.

4. La vicenda è l'ennesima riprova da un lato dello strapotere della Lega, e dall'altro della debolezza intrinseca di Berlusconi. Perché oggi è proprio il premier ad avere intorno al collo quel metaforico cappio sventolato da Bossi quindici anni fa. Dopo la defezione dei finiani, il Cavaliere ha più che mai bisogno dell'alleanza del Carroccio, pena la crisi di governo, la fine della magistratura e (probabilmente) l'epilogo della sua epopea politica.

E questo il Senatur, portatore degli interessi degli allevatori-elettori e consapevole dell'accresciuto spessore politico del suo partito, lo sa bene.

L'ennesimo interesse ad personam, dunque, direttamente condizionato da un interesse ad partitum.

Ma a che prezzo tutto ciò?

In Europa la credibilità di un governo si esprime sulla base delle lotte che intraprende, e soprattutto negli ultimi mesi non si può dire che l'Italia abbia combattuto su nobili fronti. Dapprima il governo del Belpaese si è accapigliato con quello europeo per la questione del crocifisso nelle aule pubbliche, una battaglia condotta con la stessa intensità di quelle passate contro la pena di morte; poi ha cercato di evitare ad alcuni allevatori che avevano superato le quote latte di pagare le multe; infine ha cercato di impedire che Sky tv, diretta concorrente delle televisioni del premier, potesse partecipare ad una gara per l'assegnazione delle frequenze sul digitale terrestre. Argomenti poco europei e molto "personali", espressione di un potere pubblico ormai completamente fagocitato dalla tutela di discutibili interessi privati 4.

 

4Il paragrafo è ripreso da http://geopoliticamente.wordpress.com/2010/11/18/leuropa-senza-unione/ dello stesso autore

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares