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Il maledetto personale della scuola

La Guardia di Finanza torinese non sa, o finge di non sapere, che l’Italia, prima in Europa per evasione fiscale dell’Iva, galleggia in un mare di contante sporco, figlio di un’evasione da record e di una corruzione che non pare avere limiti.

Convinte evidentemente che Torino sia un’isola felice, le fiamme gialle accampate all’ombra della Mole Antonelliana non si sono accorte che siamo a livelli d’eccellenza nel campo delle frodi comunitarie: sei contratti con frode ogni 10. E’ vero, negli ultimi anni la Guardia di Finanza ha eseguito 12.838 controlli, ma il quadro che ne emerso è desolante: sul totale dei controlli effettuati, 6 contratti su dieci contenevano frodi. Il peggio è che il Senato ha ritenuto che sì, quei controlli qualche effetto l’hanno avuto, ma sono statti insoddisfacenti: esistono, si legge in un rapporto, possibilità di effettuare interventi più tempestivi per bloccare le erogazioni e recuperare i fondi in caso di criticità e malversazioni, ma questi interventi sono mancati.
La situazione non cambia se si guarda all’usura. Dal rapporto Usura 2017 Confesercenti – Sos Impresa, emerge infatti un quadro desolante: non solo l’Italia è in mano agli strozzini, ma la crisi aiuta la crescita del fenomeno, perché – si legge nel rapporto – “durante la recessione, il mercato del credito illegale ‘a strozzo’ ha raggiunto un giro d’affari di circa 24 miliardi di euro, e coinvolge circa 200 mila imprenditori e professionisti del nostro Paese. Un dato in deciso aumento rispetto ai 20 miliardi stimati nel 2011, poco prima della crisi economico-istituzionale italiana, e che riflette l’aumento dei debiti medi contratti dagli usurati con gli strozzini, passati da 90 mila euro a circa 125 mila”.
In quanto al gioco d’azzardo e ai suoi stretti contatti con la criminalità organizzata, la crescita della tendenza all’illegalità e all’evasione fiscale è sempre più evidente, mentre calano – Dio sa perché – il numero degli esercizi sospesi e l’importo delle sanzioni irrogate. Invano recentemente il direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Fanelli, ha individuato una priorità: contrastare il settore illecito che danneggia allo stesso tempo l’Erario i giocatori e la loro tutela.


C’è poi – ma a Torino nessuno se n’è accorto – la grave questione della tutela del patrimonio artistico e culturale. Sul tema, “Repubblica” è lapidaria : “L’Italia è il primo paese al mondo per furti d’arte: […] Il traffico di opere vale 9 miliardi di euro nel mondo, e solo nel nostro Paese si registrano 20 mila furti l’anno, 55 al giorno”.
Per la Guardia di Finanza di Torino questi dati sono evidentemente marginali. Come dimostra l’eroica impresa del 16 ottobre scorso, dopo lunghe riflessioni, i vertici delle fiamme gialle si sono convinti che il vero, il grande, grave e urgente problema del nostro Paese è costituito da quella banda di criminali notoriamente formata da docenti e personale ATA. Colpisci l’inesistente assenteismo abusivo degli operatori della scuola e farai carta straccia dell’evasione, delle frodi fiscali dell’usura e dei mille guai che rischiano di affondare il Paese.
Di qui la concentrazione di forze utilizzata per un allucinante blitz al liceo Gioberti. Con i docenti ispezionati e discreditati davanti agli studenti in nome di quei “Controlli anticorruzione”, che, effettuati nelle aule, davanti agli studenti, sono la panacea per tutti i mali.
A questo punto la domanda è d’obbligo: dopo il plateale blitz al Gioberti, non è il caso di chiedersi se i risultati disastrosi ottenuti in questi anni dalla Guardia di Finanza dipendano da una presenza fisica così evidentemente inutile, che di fatto equivale a un’assenza?

Foto Pixabay

 

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