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 Home page > Tribuna Libera > Il fiato della guerra sul collo: ma il nemico chi è?

Il fiato della guerra sul collo: ma il nemico chi è?

Com’era immaginabile, ci siamo arrivati. Dopo anni di guerra intangibile, combattuta a colpi di Capitalismo tossico, dossieraggi politici e abbattimento della condizione civile ed economica di buona parte della popolazione occidentale, partendo dagli USA per giungere in Europa, la parola “guerra” – e stavolta tangibilissima – è entrata, in una manciata di ore, nel lessico quotidiano anche da noi.

A fare da detonatore, gli attentati accaduti a Parigi lo scorso 13 Novembre. Un Venerdì nero a tinte rosse, come il sangue delle vittime. Innocenti. Come in ogni guerra che si rispetti.

Immediata la reazione in Europa. Verosimilmente, le nazioni erano preparatissime all’assetto di guerra. Misure di sicurezza ovunque, divise militari nelle strade – a Roma come a Berlino – e gli interventi spot che, in queste ore, hanno fatto tremare non poco i cittadini di Roma, che ieri sera hanno atteso lo scampato pericolo per quella che sembrava una borsa nera, abbandonata sul marciapiedi a pochi passi dall’Ambasciata Americana nella centralissima Via Veneto. Allarme scongiurato – addirittura in diretta durante la trasmissione Chi L’ha Visto su Rai3 – (non si trattava di una borsa ma di un cuscino) ma solo momentaneamente, visto che stamane gli artificieri sono dovuti intervenire, sempre nella Capitale, con tanto di unità cinofile, a verificare il contenuto di un sacco sospetto, abbandonato presso la Stazione della Metro Lepanto, la fermata più prossima alla Città del Vaticano.

Metro fermata a scopo precauzionale, intorno alle 11:30. Il sacco conteneva cocci di vetro. Allarme rientrato. La linea metro è ripartita.

Atmosfera dunque ad alta tensione. La guerra ci alita sul collo e se prima, quando i bombardamenti erano inflitti solo a bastonate economiche e di privazione dei diritti civili, le popolazioni manco si accorgevano della terza guerra mondiale - in atto già da tempo - adesso no, è diverso. Ci sono le bombe e i kamikaze nel cuore dell’Europa , le stragi, le minacce di attacchi batterici – la notizia è di stamane – lo stato individuale di insicurezza da sedare.

Basta accendere la tv per assistere alla prima visione dell’assetto di guerra, delle città militarizzate – contrariamente a quanto aveva dichiarato Alfano pochi giorni fa – degli allarmi e degli artificieri all’opera.

Tutto questo sta servendo, ai governi occidentali e agli USA, ad abituare le popolazioni a essere protagonisti del conflitto. Ad abituare alla presenza, per ora delle camionette militari e delle divise dell’Esercito, per poi passare ai mezzi militari pesanti che, man mano, diverranno parte dell’urbanistica stradale.

E’ il fiato della guerra sul collo, che si sta insinuando prepotentemente all’interno della società occidentale e in particolar modo in Europa, una guerra da molti cittadini voluta fortemente, per abbattere quella fantasmagorica organizzazione denominata Isis, pronta a immolare i suoi combattenti per compiere stragi ovunque, col falso pretesto della guerra a sfondo religioso.

Il criterio della guerra, è stato inflitto alle popolazioni proponendolo come soluzione alle terribili minacce che l’occidente sta ricevendo dagli jihaidisti Isis. Se oggi si fosse parlato di guerra mondiale a fini espansionistici (come nel caso della prima e seconda guerra mondiale) ritengo che nessun cittadino europeo avrebbe accettato la cosa. Tranne qualche svitato di cervello.

Se si presenta la guerra come risposta a una minaccia certa, vicina, tangibile, ecco che si compie una sorta di “miracolo”: è la popolazione a chiedere la misura estrema del conflitto, del contrattacco, pur di sedare gli attacchi di terrore, pur di garantirsi una soluzione, la più rapida possibile, per tornare alla “normalità”.

E’ un metodo questo, che funziona se lo sai mettere in atto. Andreotti era solito dire che, lui non chiedeva mai nulla di ciò che voleva ottenere. Faceva in modo che fossero gli altri a proporgli ciò che lui voleva. Di fatto, ne usciva sempre pulito. La stessa strategia usata in questo periodo dai governi europei. In tal modo, persino Hollande, cui piace tanto lanciare bombe sulla Siria e non solo, oggi fa un figurone proclamando – ormai ogni giorno, tante volte qualcuno non avesse inteso bene – la guerra all’Isis. E’ la risposta alle istanze della popolazione sgomenta di fronte alla morte di cittadini civili e incolpevoli.

Oggi voglio fare un poco di fantapolitica. E se l’attacco terroristico a Parigi, fosse stato ben congegnato per avere la scusante di poter dichiarare guerra al nemico islamico? D’altronde la Francia era già attiva, e non necessitava d’altro che di poter avere l’ok di tutta la comunità europea per continuare l’azione bellica.

Ho osservato alcune cose, che non mi hanno convinta affatto, relativamente le stragi a Parigi.

Primo elemento: viene diffusa la notizia che gli inquirenti francesi hanno trovato un dito (…) del kamikaze che si era fatto esplodere davanti allo Stadio, e hanno anche ritrovato il suo passaporto (falso). Il dito è servito per l’impronta digitale… Ora, siam onesti: ma chi diamine può credere che si possa ritrovare un dito di una persona che si è fatta esplodere per aria? Che dire anche del ritrovamento del passaporto?

Secondo elemento: ho visionato più volte il video relativo alle due esplosioni che si sono succedute allo stadio. Vedere la reazione di Hollande ha aggiunto dubbi ai dubbi. Dopo le esplosioni, il Presidente francese lascia con molta calma la tribuna, e senza che le sue guardie del corpo lo coprano – come da protocolli di sicurezza – e lo portino rapidamente fuori dallo stadio.

Ognuno rifletta anche su questi due elementi.

Altra cosa, sempre nel campo della fantapolitica…Isis, questo sconosciuto. Eppure…Io sono fra coloro che credono fermamente che l’Isis sia un nuovo giocattolo USA. Un giocattolo che, in alcuni casi, potrebbe esser sfuggito di mano, come la stessa Hllary Clinton ha avuto modo di dichiarare lo scorso anno. Bufala? Non sembra: qui la dichiarazione.

Non basta, una dichiarazione choc fu rilasciata all’inizio di quest’anno da un generale francese: “Isis creato dagli USA

Non è che manchino elementi per mettere in dubbio che tutto ciò che sta accadendo sia ordito allo scopo di sottomettere le popolazioni occidentali, più di quelle mediorientali…

D’altronde, nei giochi di potere, nelle mire egemoni degli USA sul resto del mondo, ci sta che venga pure creato ad hoc “l’uomo nero” – in tutti i sensi – che dilaga per il mondo diffondendo il terrore attraverso il terrorismo. Serve a scusare quelle azioni di guerra di cui spesso non si comprende la ragione, fra le popolazioni. Serve a poter dire: “Io non ho attaccato, sono loro che ci hanno aggredito”. Esattamente come accadde dopo l’11 Settembre…

Sta di fatto, che nessuno – oggi – tranne rari casi, come la sottoscritta, si azzarderebbero a mettere in discussione l’onorabilità dei governi occidentali e a spergiurare sul fatto che l’Isis è in maniera incontrovertibile un’organizzazione composta da islamisti integralisti che hanno dichiarato guerra a tutti coloro che non abbraccino la loro ideologia. Peccato che, nessuno ci ha mai chiarito a quale ideologia si riferiscano.

Gli islamici puliti, si dissociano da qualsiasi parallelismo religioso. I video di propaganda Isis sono solo ricchi di immagini con una regia molto stile Made in USA. L’Isis non appare essere una flottiglia di disperati senza arte né parte col sacro fuoco della guerra religiosa, quanto una vera organizzazione profit, con tanto di testata giornalistica patinata “Dabiq” (alla fine dell’articolo troverete un link in cui ho inserito il pdf di Dabiq che potrete scaricare) e proventi milionari quotidiani, ottenuti dalla vendita – anche in Europa – di petrolio (a basso costo rispetto a quello venduto nei canali ufficiali) opere d’arte (si dice che molte siano state trafugate durante i blitz in Siria) e altri affari.

Affari molto occidentali, a ben guardare…

Oltre ciò, appare bizzarro come in occidente non si sia ancora deciso quale nome dare al “nemico islamico”. Isis, IS, Daesh, Isil… . Un toto nome, che ancora non trova pace.

Concludendo con la fase fantapolitica, se i dubbi che assalgono non solo me, ma anche altri cittadini occidentali e persone più addentro il sistema politico internazionale, venissero confermati, ci troveremmo di fronte all’aberrazione planetaria più minacciosa e prepotente della storia dell’umanità: l’occidente che crea un “nemico terribile da abbattere a ogni costo”, per inoculare nelle popolazioni il falso mito del nemico straniero, quando nella realtà, il nemico ce lo abbiamo in casa da sempre.

Strategie. Che ammettono ogni sorta di gioco perverso. E’ l’epilogo di un progetto che va avanti da decenni, con il fine ultimo di avere un governo mondiale unico che controlli le masse e le assoggetti a una schiavitù concreta ma intangibile. Ma è l’inizio, a mio parere, della vera crisi. Per sette anni le potenze occidentali hanno tenuto sotto smacco le popolazioni, abbattendo la capacità economica della classe media e mettendo un grosso punto interrogativo nel futuro di ogni singolo cittadino comune. Ora, con l’inizio della fase di guerra, ogni singolo cittadino comune occidentale, sposterà le priorità dalla capacità economica e dai diritti civili negati, alla più pressante urgenza di capire se la sicurezza individuale verrà messa in atto con tutte le armi disponibili in mano ai governi.

Peggio di così, non poteva finire (e iniziare…)

Scarica una copia PDF di Dabiq

(Foto: Anders Lejczak/Flickr)

 
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