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Il fascino degli Etf: guadagnare quando il mercato perde

Gli ETF sono fondi comuni d’investimento negoziati in Borsa come le azioni, con la caratteristica di replicare l’andamento dell’indice sottostante al fine di garantire all’investitore lo stesso rendimento del mercato.

Fanno la loro comparsa negli Stati Uniti nel 1993, con il primo “replicante” che riproduceva l’andamento dell’indice S&P 500. Da allora la crescita si è rivelata inarrestabile.

Nel periodo 2000-2009 l’aumento medio degli asset in gestione è stato del 56,3% annuo (addirittura + 90,5% in Europa, dove sono sbarcati 7 anni più tardi rispetto agli Usa), con una presenza su 40 mercati mondiali e prospettive future di incremento a doppia cifra.

Ma quali sono i principali motivi che spingono gli investitori piccoli e grossi a puntare sempre più sui fondi a gestione passiva?

Sostanzialmente le carte vincenti degli ETF sono da rintracciare nei bassi costi di gestione, la trasparenza, la liquidità e l’elevata facilità di accesso.

Rispetto ai normali fondi non prevedono commissioni di entrata e di uscita, ma solo un Total Expence Ratio (costo complessivo annuo) da un minimo dello 0% ad un massimo dell’1,56% (a seconda del tipo di prodotto), al quale va aggiunta una tassazione finanziaria del 12,5% a titolo d’imposta sui proventi percepiti. Possono essere acquistati e venduti in modo semplice e rapido, e l’investitore ha la possibilità di controllare in qualsiasi momento la composizione degli ETF.

La liquidità è garantita da 2 fonti: la misura del volume di scambio sul mercato secondario e la quantità delle attività sottostanti, mentre la diversificazione garantisce all’investitore la presenza di una pluralità di ETF sulla base del gruppo di azioni e dalle diverse asset class (ETF su azioni, bond, commodity come gli ETC, su valute e tematici).

Si dirà, ma con le diffuse incertezze dei mercati quanto conviene puntare sui fondi replicanti?

Anche in questo caso il mercato ha sfoderato una serie di prodotti ad hoc concepiti per sfruttare a proprio vantaggio i periodi di crollo della Borsa.

Sono i così detti ETF strutturati (a leva long o short), fondi che impiegano derivati e permettono all’investitore di guadagnare anche in fase Bear, puntando su un’esposizione inversa rispetto all’andamento del sottostante.

Si tratta di ETF speculativi che permettono di guadagnare il 100% sull’indice di riferimento (ad esempio se il titolo scende a -2% l’investitore guadagna il 2% sul capitale investito) ed altri con "effetto leva" che garantiscono un esposizione inversa fino al 200% al rialzo o al ribasso, con la possibilità di ottenere ottimi risultati ma anche gravi perdite (nel caso di rialzo dell’indice del 2%, la perdita o il guadagno sarebbe del 4% massimo).

Di recente ad Amsterdam sono inoltre sbarcati gli ETF americani a leva 3 targati Direxion, con 6 fondi quotati che offrono la possibilità di ottenere, su base giornaliera una performance anche 3 volte superiore a quella dell’indice sottostante con esposizione a leva long o short rispettivamente sui mercati emergenti (MSCI Emerging Markets), sulle large cap statunitensi (Russell 1000) e sulle società finanziarie statunitensi (Russell 1000 Financial Services).

Si tratta sempre di prodotti sofisticati che non andrebbero mai lasciati al semplice trading fai da te, ma al limite affidati ad investitori attivi ed esperti o direttamente ai professionisti del settore, considerato che non garantiscono nessuna copertura dal rischio di perdita totale del capitale.

Elementi che devono essere ben considerati dagli investitori, ma ciò non toglie che una buona conoscenza del prodotto, attenzione all’andamento del mercato e un’inevitabile dose di fortuna possono portare a grossi guadagni (o relative perdite) anche nel giro di poche ore.

"Gli ETF sono una delle più grandi innovazioni finanziarie dell’ultimo decennio in Europa e ci aspettiamo un futuro brillante per il settore, anche se ci troviamo ad un bivio cruciale", spiega Deborah Fuhr di Black Rock, insieme a Pimco e Carmignac uno dei più grossi gestori del mondo.

“La chiarezza – prosegue l’esperta - diventa un fattore fondamentale se l’industria deve aiutare gli investitori a comprendere la struttura, la meccanica, la tassazione e le implicazioni della regolamentazione nell’utilizzo degli ETF".
Chiarezza, trasparenza, e affidabilità sono le parole chiave per gestire al meglio la composizione dei "replicanti", i nuovi invasori di successo dei mercati finanziari.
 
Per saperne di più:
www.borsaitaliana.it
www.finanzaonline.com
www.liberomercato.net

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