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Il fantasma di Tom Joad in Italia e in Europa

L'esodo drammatico dei profughi e migranti di oggi verso l'Europa ha delle similitudini con il periodo dei migranti della crisi del '29 descritta nel romanzo Furore (anche se quelli del romanzo di Steinbeck erano migranti solo per necessità economica ).

Nell’estate 2015 ho terminato i di leggere un capolavoro, un libro degno di nota e di esser letto anche nelle scuole, e cioè "Furore” di Steinbeck che narra la vicenda di una famiglia (rappresentativa dei mezzadri di quell’epoca) alle prese con un esodo biblico originato dalla crisi del ’29 che descrive vicissitudini di migranti agricoli che oltre alle dust bowl (tempeste di sabbia che in quegli anni imperversavano sugli Stati centrali degli US.A e che rendevano sterili i campi) dovettero anche subire l’imposizione delle trattrici come sostituti delle persone dalle disumane banche ormai divenute ipotecarie delle terre dei latifondisti , così i disperati mezzadri dovettero lasciare le loro case e i campi dove lavoravano per partire accalcati con le loro masserizie sulle vecchie e misere carrette di automobili per l’agognata California nel cui viaggio spesso morivano di stenti.

Quello che mi ha colpito in particolare è l’estrema attualità (ahimè) di questo mirabile romanzo che pur essendo parte di un contesto molto diverso come la grande depressione.

Oggi In Europa e in Italia in particolare, le assonanze con quegli esodi drammatici risuona nelle nostre coscienze come qualcosa di ancor più stridente se si usa il parametro temporale in cui oggi viviamo: non è possibile che ancora nel XXI SECOLO SI DEBBA ASSISTERE a delle scene che vede protagonisti delinquenti assoldati da criminali per trasportare via mare in barche (poco sicure) stracolme di persone disperate in fuga da guerre e carestie( buona parte dall’ Africa e medio oriente) verso le coste del sud Europa e che spesso per diversi rimarrà solo un miraggio perché addirittura spesso si perde la vita in mare durante il tragitto ..

Una volta arrivati poi ci si deve aspettare che nei centri di accoglienza non si venga respinti e di alcuni di questi che poi riusciranno a trovare un lavoro non sempre ci sarà il lieto fine nel senso che potrebbero (come succede) finire nei campi di raccolta di frutta del sud-Italia vittime dei metodi schiavisti e fuori legge dei “caporali” conniventi con la criminalità organizzata.

Questi campi in cui i migranti di oggi lavorano richiamano appunto alla memoria la fase del romanzo il cui protagonista (Tom Joad), con la sua famiglia si mette in viaggio per trovare lavoro in California nella raccolta della frutta o del cotone ma con salari da fame per via di schiere di disoccupati che premevano (esercito industriale di riserva li chiamava Marx). 

Joad diventa quindi icona dell’umile , dell’oppresso che però non si arrende mai alle avversità anche se le speranze del sogno californiano sue e della sua famiglia si infrangono contro le egoistiche pretese dei disumani datori di lavoro (c’è anche una canzone del cantante Bruce Sprengsteen ispirato proprio dalle vicissitudini del personaggio in questione il cui titolo è “the ghost of Tom Joad” e descrive i poveri e i disoccupati dell’America degli anni ’90).

Tornando agli anni 20 quando imperava negli usa un disumano e bieco capitalismo ispirato al laissez faire che aveva come postulato la legge di Say per cui le crisi si sarebbero risolte da sé senza bisogno di associazioni sindacali e i paradossi del liberismo impietoso si riassumevano (come descritto da Steinbeck) nei bambini che morivano di pellagra nonostante i campi della California traboccassero di arance che poi venivano distrutte..

Credo che la tragedia dei migranti sbarcati nelle coste italiane e del sud Europa, diventando nella migliore delle ipotesi disperati nomadi e homeless, assurga a dramma ancor più grande non per mancanza di senso caritatevole e misericordioso da parte dei popoli mediterranei ma soprattutto per la superficialità e inerzia delle istituzioni europee (ma anche il grande assente ONU) che non sanno (o non vogliono) trovare una soluzione in tempi brevi .

Per quanto riguarda l’altro aspetto (anche se minore) della tragedia dei migranti e cioè quella che li vede protagonisti lavoratori nei campi di raccolta frutta del Sud Italia (ma in certi casi anche nel nord e nell’anno dell’EXPO!) fonti governative attestano dati allarmanti sulla criminalità collegata e sull’intera filiera agricola (si stima anche un danno di evasone contributiva annuale di circa 700 milioni di euro) per non parlare di casi di gente che muore o che sviene dopo svariate ore al sole senza pause né servizi igienici per lavorare con salari da 3 euro all’ora.

Temo che nonostante le dichiarazioni di buoni propositi sia delle nostre istituzioni sui campi del “caporalato” che da parte delle agenzie internazionali riguardo ai controlli sugli sbarchi dei migranti, non sarà facile scacciare “il fantasma di Tom Joad “ né da questi campi né dalle tratte della morte sul mare nostrum.

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