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Il fallimento della Laurea breve

Il fallimento della Laurea breve

Laurea breve bocciata dal mondo del lavoro: troppi dottori-somari tra i lavoratori ultra-cinquantenni, soprattutto negli enti pubblici, dove adesso i dottorini last minute reclamamno posti ’dirigenziali’, e dottorini troppo poco specializzati tra i giovani in cerca di prima occupazione!
 
Valutazione negativa, pure, dai magistrati contabili della riforma dell’ordinamento ’3+2’ che non ha prodotto aumento di laureati né ha migliorato l’offerta formativa. La riforma dell’università che ha introdotto il sistema ’a doppio ciclo’, laurea e laurea specialistica (il cosiddetto ’3+2’), "non ha prodotto i risultati attesi né in termini di aumento dei laureati né in termini di miglioramento della qualità dell’offerta formativa".
 
E’ la valutazione espressa dalla Corte dei Conti nel ’Referto sul Sistema Universitario’, pubblicato oggi. Tra gli effetti negativi della riforma del 1999, aggiungono i magistrati contabili, c’è anche quello di "aver generato un sistema incrementale di offerta, certamente sino all’anno accademico 2007-2008, con un’eccessiva frammentazione delle attività formative ed una moltiplicazione spesso non motivata dei corsi di studio". La Corte dei Conti sottolinea come "a fronte di una dato sostanzialmente stabilizzato del numero degli iscritti, nell’ultimo quinquennio, su un valore di poco superiore a 1.800.000 unità" sia "ancora rilevante la cifra relativa agli abbandoni dopo il primo anno pari (nell’anno accademico 2006-2007) al 20%, un valore sostanzialmente analogo a quello degli anni precedenti la riforma degli ordinamenti didattici".
 
In netto aumento, invece, nell’anno 2007-2008, il numero dei laureati già in possesso del titolo di laurea breve: 73.887 nel 2008 rispetto a 38.214 nel 2006". Quello che i magistrati contabili sottolineano è "il fenomeno della proliferazione dei corsi di studio, che passano dai 2.444 dell’anno accademico 1999-2000 ai 3.103 dell’anno accademico 2007-2008". i dati sono relativi alle ’immatricolazioni pure’ cioè ai corsi di I livello o ai cicli unici. Se si aggiungono anche i corsi di II livello, il numero complessivo di corsi attivi nell’anno accademico 2007-2008 è di 5.519 a fronte dei 4.539 dell’anno 2003-2004. "Una certa inversione di tendenza - annota la Corte dei Conti - in conseguenza dei decreti di riforma del 2004 e del 2007, comincia a registrarsi solo a prtire dall’anno accademico 2008-2009, con un decremento rispetto all’anno precedente del 7,4% per i corsi di I livello, e del 2,6% per i corsi di II livello". Una tendenza che, secondo la Corte dei Conti, dovrebbe essere confermata anche per l’anno accademico in corso (2010-2011).
 

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