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Il corpo delle donne e l’arte

“...quel po' di cromie che ancora si legge, i due nimbi, e la nettezza delle sinopie”.

"Nell'arte la donna è la Madonna e la rappresentazione della bellezza, ma nella mia famiglia la donna era sofferenza".

La surreale installazione della donna di spalle fu allestita nel 2008 da Maurizio Cattelan sulla parete dell’ex sinagoga Stommeln Old, divenuta in seguito la chiesa cattolica Alt Sankt Martin, Pulheim a Colonia. Nell'ambito del “Project Synagogue Stommeln”. Il corpo su un lenzuolo, come nel letto di un ospedale, un sudario. Simbolo di costrizione e di patimento. Una positura evocativa, in assenza di riferimenti tradizionali al complesso di raffigurazioni classiche sulla crocefissione. Nel tempo, il corpo femminile è stato trasmesso attraverso le arti visive per essere percepito come oggetto di desiderio e bellezza. Amato per la propria fragilità e sensualità. Le donne sono ritratte in maniera da perpetuare gli stereotipi e i pregiudizi che si riverberano nei loro confronti. Le forme plastiche rafforzano il nostro condizionamento di genere. L'uomo ha quasi sempre un ruolo grafico attivo, mentre le donne sono bloccate solitamente in un ruolo sottomesso. Strofe, sonetti e canzoni sono stati scritti sulla bellezza femminile. Il suo sorriso, i capelli, i baci e la sensazione del suo seno. Una scommessa persa che il suo spirito veloce, una conversazione interessante, non sono mai stati toccati in un solo versetto!

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Maurizio Cattelan

Soggetti preferiti di dipinti, probabilmente secondi solo ai temi religiosi. In piedi, vestite e nude. Le possibilità quasi infinite. Tutte storicamente raffigurate in posizioni passive. Sulla sedia a cavalcioni, sdraiate, voluttuose. Con un bambino in grembo e il marito in piedi, che svetta come una torre. Quando queste immagini si vedono così spesso, è difficile ignorarle. Anche se ci capita di essere a conoscenza dei falsi messaggi che trasmettono.

Mentre la Virgo Lauretana trasvolava a più riprese verso il colle nei pressi di Ancona (1294), e nella sua Relatio Teramani messa in circolazione da Pietro Giorgio Tolomei da Teramo intorno al 1472 cominciò a diffondersene la leggendaria pia tradizione, nel nicchione della fronte trecentesca del nostro Duomo che dà su Piazza Grande un ignoto artista dipingeva quest'immagine della Madonna col Bambino che si va ognora cancellando e che nonostante segnalazioni reiterati - nei decenni nostri - non siamo riusciti a salvare. Quel po' di cromie che ancora si legge, i due nimbi, e la nettezza delle sinòpie, indurrebbero ad una mano pregevole; e peccato davvero che neppure Francesco Savini, nel suo prezioso Il Duomo di Teramo, Forzani & C. tipografi del Senato, Roma 1900 (e non potremmo andare oltre), peccato che abbia dovuto eludere la questione: ...sopra di essa appare ancor oggi una nicchia, ma a fondo piano e ad arco tondo, decorata di una pittura a fresco della Santa Vergine, della quale rimane ancora la testa" (Giammario Sgattoni - Teramo, 9 e 10 dicembre 1963). Fasce metalliche dietro la scultura infilate nel primo buco disponibile a oscurare quello che rimane di “...quel po' di cromie che ancora si legge, i due nimbi, e la nettezza delle sinopie”. In questa pagina due immagini: una germanica, l'altra italiana. Obliterarne una, potrebbe essere il ticket, il lasciapassare per l'oltre.

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