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Il cardinale Sepe e la società della camorra

Il cardinale Sepe, oggi indagato per corruzione, raccomandò i suoi nipoti nella società della camorra. Sullo sfondo c’è la morte del pentito che parlò dei rapporti tra Cosentino e i casalesi.

Il cardinale Sepe e la società della camorra

La Eco4, sulla carta, serviva a smaltire rifiuti. Spesso rifiuti speciali che entravano nelle discariche senza essere nemmeno registrati. «Si trattava di un sistematico e organizzato smaltimento illegale di rifiuti», racconterà Gaetano Vassallo, pentito di camorra, colletto bianco per eccellenza del clan dei Casalesi. La società mista Eco4 S.p.A. era una loro diretta espressione. Un emblema di quella zona grigia in cui la borghesia e i boss fanno affari insieme. La gestivano, per conto del clan capeggiato da Bidognetti, i fratelli Orsi. Uno dei due, Michele, è stato ucciso il primo giugno di due anni fa. Due colpi al torace, uno alla testa. «Era il Salvo Lima della camorra», dirà di lui Roberto Saviano. A differenza di Lima, però, Michele Orsi parlava. Parlava dei rapporti tra la politica e i clan. Raccontava di come Nicola Cosentino, oggi sottosegretario all’Economia nonché coordinatore regionale del PdL in Campania, utilizzava la Eco4 per fare assumere amici per scopi elettorali. Cosentino, in via ufficiale, nella Eco4 non compariva, ma secondo i pentiti ne era «socio occulto». Il Gip Raffaele Piccirillo ha ordinato, il 7 novembre, la custodia cautelare di Cosentino per il reato di mafia, richiesta prontamente respinta dalla Camera dei Deputati nonostante il fatto che i giudici più esperti di criminalità organizzata della Corte di Cassazione (quelli che hanno confermato gli ergastoli del processo Spartacus, per intenderci) ne convalideranno le motivazioni.

Secondo il Gip, Nick ’o Americano «esercitava il reale potere direttivo e di gestione» della Eco4, «così consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando dette attività di impresa per scopi elettorali, anche mediante l’assunzione di personale e per diverse utilità».
 
Tra le persona segnalate da Cosentino, racconta Michele Orsi, ci sono anche due nipoti del cardinale Sepe (nel libro matricola della società compare il nome Luigi Sepe). Crescenzio Sepe è un cardinale dalle mille ombre. Le cronache di questi giorni ce lo raccontano indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla “cricca”. Uno dei suoi più stretti collaboratori, secondo le rivelazioni di Gianluigi Nuzzi su Libero, custodisce segretamente 20 lingotti doro in una cassetta di sicurezza dello Ior la cui provenienza era sospetta persino agli alti funzionari del Vaticano. Venti chilogrammi d’oro inarrivabile, immobili della Chiesa svenduti in operazioni sospette, amici e raccomandazioni nella società della camorra. Gesù, con illuminata lungimiranza, aveva già previsto tutto: «È scritto: la mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne fate un covo di ladri» (Matteo 21:13).

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