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 Home page > Tribuna Libera > Il barbiere di Siviglia di Alessio Pizzech

Il barbiere di Siviglia di Alessio Pizzech

Una reinterpretazione sfociata nella volgarità.

Venerdì 13 novambre, si sono tenute al teatro Coccia di Novara le prove generali de "Il barbiere di Siviglia", in scena nei giorni 13 e 14 novembre.

"Il barbiere di Siviglia" è un'opera del 1816 di Gioacchino Rossini su libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais. "Almaviva, o sia l'inutile precauzione" (nome originale), è un prodotto artistico d'immensa bellezza, divenuto celebre anche grazie all'amata cavatina di Figaro "Largo al factotum". L'opera è divisa in due atti, Il conte d'Almaviva con l'aiuto del barbiere Figaro, cerca di ottenere la mano della giovane e bella Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore, Don Bartolo, anch'esso intento a sposarla. Dopo varie peripezie e inganni, il conte riesce a ottenere la mano di Rosina. 

Il barbiere di Siviglia presentato ieri, ha in regia "Alessio Pizzech" e come direttore dell'orchestra giovanile italiana "Nicola Paszkowski". È una vera e propria reinterpretazione in chiave moderna dell'opera, troviamo il continuo abbinamento di elementi settecenteschi con elementi del ventesimo secolo, come il conte d'Almaviva che si presenta indossando una parrucca settecentesca e una giacca in pelle, in stile Elvis Presley, oppure Figaro che esce dalla scena con il famoso passo di Michael Jackson il "MoonWalk". Il regista afferma:

"La storia de " Il barbiere di Siviglia" è quella di giovani che sovvertono l'ordine dei vecchi, di Don Bertolo."

 Inoltre, entrano ed escono in continuazione elementi e oggetti : la porta, il balcone, la sedia da barbiere, la scala e molto altro... 

"Così il racconto scenico è sovvertito: diventa un gioco."

Questo carattere giocoso di cui parla il regista, ha rovinato un'intera opera. Si è perso il carattere classico dell'opera lirica, personaggi che perdevano nel canto perché costretti a esibirsi in balletti che sfociavano nel volgare, al limite della censura. Infatti, alla fine del primo atto, molti se ne andarono senza più tornare, sconvolti da questo spettacolo.

" Una cosa oscena"

"Un obbrobrio"

"Mi ha sconvolto, non pensavo che si potesse rovinare in questa maniera un'opera teatrale di simile importanza"

Nell'opera ciò che deve prevalere è il canto, ma invece in questa esibizione perdevi il "filo della narrazione" perché eri catturato dalla successione, insensata e oscena, di queste "danze" spinte. Attribuirei al concetto iniziale un pizzico di genialità, ossia realizzare "Il barbiere di Siviglia" in stile parodistico, ma è proprio qua che si riconosce un genio; un genio è colui che riesce a "deformare" senza cadere nel volgare e nel banale.

 

 

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