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Il Tricolore di Filippo Simeoni

Di R.Masala e A. Mura

Alcuni giorni fa, alla diramazione dell’elenco delle squadre invitate a prendere il via al Giro d’Italia 2009, quello del centenario che partirà sabato 9 maggio, è mancato il nome della squadra del vincitore del campionato italiano 2008, la Ceramiche Flaminia di Filippo Simeoni. Le scuse addotte dagli organizzatori sono state quelle che indicano nei criteri contenuti nel regolamento per la selezione delle squadre i soli discriminanti. Vi sono squadre che hanno il diritto-obbligo di prendere il via ai grandi Giri in quanto inserite nella lista Pro-Tour (una specie di serie A): la Flaminia non rientra in questo gruppo ma è comunque una squadra professionista (farebbe parte di quella categoria chiamata una volta GS2), che per avere la wild card e partecipare alle grandi corse a tappe deve rispondere a tre qualità particolari. Essi sono: l’etica, la detenzione di valori sportivi, la tradizione della squadra. La Flaminia è una formazione tra le più “vecchie” in Italia e con Simeoni può vantare il possesso della maglia tricolore. Ciononostante è stata esclusa dalla partecipazione al Giro d’Italia, mentre altre formazioni di minore importanza, di più recente costituzione e di dubbia eticità hanno ricevuto l’invito di partecipazione. Indignato per il fatto, il campione italiano si è presentato alla sede della federazione sportiva delle due ruote ed ha consegnato la maglia in segno di protesta.
 
Il gesto non servirà a mettere in discussione la partecipazione della propria squadra al Giro ma ha sicuramente alzato delle polemiche in due direzioni. La prima è quella che considera l’aspetto economico: le squadre invitate al posto della Flaminia offrono garanzie maggiori (sponsor, introiti, ecc.). La seconda riguarda un aspetto personale del campione italiano: Simeoni ha ammesso volontariamente l’uso di sostanze dopanti alcuni anni fa, indicando nella persona del dr. Michele Ferrari il suo medico di fiducia di allora, il fornitore delle sostanze. Il corridore ha scontato la pena ed è rientrato alle gare da persona pulita. Ma purtroppo per Filippo Simeoni, il dr. Ferrari è anche medico sportivo e personale del plurivincitore del Tour de France, Lance Armstrong, per la prima volta al via della corsa rosa, dopo la ripresa dell’attività agonistica. Già nel 2004, in virtù di questa vicenda che gettava ombre sulla correttezza sportiva dell’americano, in Francia vi era stato uno spiacevole episodio tra i due, durante una delle ultime tappe, insignificante dal punto di vista della classifica finale. Nel mezzo della tappa, partì una fuga con una decina di uomini, tra cui Simeoni. Saputa della presenza dell’italiano, la maglia gialla Armstrong raggiunse il gruppo di testa, pregiudicando la riuscita della fuga stessa e ponendo come condizione del suo lasciapassare che Simeoni si staccasse dalla fuga. Nell’occasione alcuni giornalisti difesero Simeoni, ma non il resto dei corridori (tra cui alcuni italiani), che inviperiti con l’allora corridore “Domina Vacanze” lo costrinsero ad abdicare e tornare nel gruppo principale. Solo allora anche Armstrong riprese il suo posto. Simeoni ebbe un trattamento crudele perché fu considerato dal mondo del ciclismo “un traditore e diffamatore della disciplina che gettava fango sullo sport” e che “non meritava di stare in gruppo per le sue dichiarazioni”.
 
Con il rifiuto di indossare la maglia tricolore fino allo svolgimento dei nuovi campionati italiani a giugno, Filippo Simeoni è stato accusato di protagonismo e di fame di pubblicità dagli organizzatori della più importante corsa a tappe dopo il Tour. Sicuramente ha messo a rischio il proseguo della stagione e forse anche della carriera, visti i suoi 37 anni, comunque ha sicuramente vinto la “prima tappa” del Giro d’Italia.

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