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Il Sudafrica delle stelle cadenti. Cosa perdono le nazionali assieme ai loro campioni

 
Alla fine Maradona ha avuto ragione, dobbiamo riconoscerlo. Oltre alle scelte tattiche, era stato criticato il fatto che la sua Argentina snobbasse le amichevoli pre-mondiale, mentre tutte le altre nazionali si davano da fare in vista della trasferta sudafricana. Ed eccoli qua. Fuori Pirlo, Ferdinand, Drogba e ora anche l’olandese Robben. Gli ultimi due, in particolare, proprio durante le ultime amichevoli che vedevano impegnate le loro rispettive nazionali. Ora si comprende meglio quello che temeva Maradona, e nessuno può ormai più biasimarlo o criticarlo.
 
Chissà che il tecnico argentino, anche sulle scelte tattiche, non ci darà un’altra lezione. Ma questo, a deciderlo, sarà solo il Sudafrica.
 
Per quanto riguarda gli infortunati, ai nomi eccellenti di Pirlo, Ferdinand, Drogba e Robben si erano già registrati quelli di Essien, Bosingwa, Ballack e Obi Mikel, costretti a saltare il Mondiale a seguito di dolori vari rimediati dopo la lunga stagione o in allenamento.
 
Già si grida alla “maledizione Chelsea”.
 
Ballack, poi, non potrà guidare la sua Germania a causa del brutto fallo subito nella finale di FA Cup. Loew ha appositamente preparato Schweinsteiger a giocare nel ruolo dell’infortunato capitano, ora lo attende solo la prova del campo.
 
Ma cosa perdono le nazionali assieme a questi grandi giocatori? Quanto ne risentirà il loro gioco?
 
Iniziamo subito con l’Italia, che senza il suo storico regista dovrà raccapezzarsi per adattare il modulo al suo sostituto, probabilmente Montolivo, che però non ha di certo l’esperienza necessaria. Sarà più arduo allora per la nazionale azzurra difendere il titolo di campione in caria, dovendo rinunciare a quel gioco, ormai rodato, di cui Pirlo è ancora il cardine fondamentale.
 
Per quanto riguarda la Costa d’Avorio, gli elefanti di Eriksson, grazie ad un organico quanto mai promettente che può far affidamento su giocatori di grande esperienza nei migliori campionati europei come Kalou, Ebué, Yaya Toure, Kolo Toure e il capocannoniere della Premier League Didier Drogba, speravano di giocarsi uno tra i due posti in palio nel girone G, sgomitando fra Brasile, Portogallo e Corea del Nord. L’impresa del passaggio del girone, mai riuscita agli ivoriani, diventa sempre più improbabile ora che una grave frattura del gomito rischia di tenere la stella del Chelsea fuori dal campo da gioco. Eriksson avrà non pochi problemi a scegliere uomini e modulo, in bilico fra un 4-4-2 con Gervinho o Keita, sostituti dell’infortunato, al fianco di Kalou, o un 4-4-1-1 che vedrebbe proprio Kalou unica punta.
 
Perdere Arjen Robben sarebbe un autentico dramma per qualunque squadra, ma si spera non per l’Olanda di Van Marwijk, che può contare su Kuyt come degno sostituto per un team che esprime un ottimo calcio sia al livello collettivo che individuale.
 
L’Olandese del Liverpool, infatti, nato centravanti e in seguito divenuto seconda punta, è stato utilizzato nella Premier soprattutto come ala destra, cosa che cade a fagiolo per i piani tattici degli olandesi, soprattutto ora che Robben (probabilmente) dirà un definitivo addio al Sudafrica.
 
Van Der Vaart, Sneijder e l’esterno del Liverpool non sono per niente male, alle spalle di un Van Persie che, visto il lungo riposo stagionale, ora è in ottima forma e pronto a dare il meglio.
 
Essien e Obi Mikel rappresentavano rispettivamente per Ghana e Nigeria i migliori centrocampisti centrali a disposizione, sia al livello di esperienza che di tecnica, anche se le due squadre africane, a dirla tutta, al contrario della Costa d’Avorio avevano speranze di certo minori. Eppure nigeriani, grazie ad un Martins voglioso di riscatto, avrebbero disputato un girone più “leggero” fra Argentina, Grecia e Corea del Sud, mentre i ghanesi faranno i conti con Germania e Serbia (entrambe in eccellenti condizioni) e un’insidiosa Australia (distintasi già nel Mondiale del 2006). In quel girone G tanto simile ad uno spietato fight club, al Portogallo avrebbe fatto sicuramente comodo uno come Bosingwa non solo tecnicamente valido, ma anche parecchio duttile tatticamente. L’esterno del Chelsea può infatti giocare sia come terzino destro che come ala destra di centrocampo, nonché come esterno destro di attacco in caso di necessità.
 
Un jolly importante di cui i portoghesi dovranno fare a meno. Un dolore al ginocchio sinistro durante l’ultimo allenamento ha costretto il capitano della nazionale inglese a (ri)fare le valigie dopo aver appena assaporato l’aria sudafricana. Il Mondiale è over per Rio Ferdinand, finito ancor prima di incominciare. Non certo un inizio ideale per l’avventura di Fabio Capello, costretto a convocare il sostituto Michael Dawson, difensore del Tottenham che in Premier fa coppia con King, peraltro anch’egli convocato.

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