“Il Mattino” appoggia la privatizzazione del patrimonio archeologico

Sembrano non essere bastati i chiari segnali di disapprovazione manifestati, trasversalmente, dai rappresentanti dei cittadini di Bacoli, attraverso comunicati stampa e articoli: “Il Mattino” continua la propria personale “Crociata filo-imprenditoriale” in vista di una nuova gestione privatistica e metropolitana dei reperti archeologici bacolesi e flegrei.
E’ difatti nuovamente il giornalista Franco Mancusi, dalle pagine del noto quotidiano napoletano, ad alimentare i desideri affaristici del pool d'imprenditori di turno pronti, così come si decanta attraverso una miriade di articoli ricchi di unilaterali opinioni personali, di oscuramento del dissenso, e di interviste ad hoc, ad allungare le mani sul patrimonio archeologico della nostra terra.
Una linea editoriale dalla quale, accanto alla constatata e condivisibile critica alla classe politica locale degli ultimi decenni, rea di aver disilluso le giovani speranze di sviluppo e cambiamento, si affianca il fallimento del "settore pubblico" per esaltare l'avvento del ricco privato giunto dalla metropoli per recuperare il degrado della periferia flegrea.
Abbandono ingiustificabile, di cui non sarebbe neanche troppo difficile tracciarne la genesi amministrativa e politica, costruito grazie al graduale depotenziamento di tutte le funzionalità garantite un tempo ai turisti giunti dinanzi ai cancelli dei siti monumentali di Bacoli, Monte di Procida o Pozzuoli. E allora si richiama alla mente l'inspiegabile chiusura (da ben sei anni e nonostante la presenza di un'assuntrice di custodia, "la signora Titina") delle Cento Camerelle, il mancato diserbamento delle “Terme di Baia”, la chiusura, sempre presso lo stesso sito, di un’utile biglietteria (in seguito alla quale chi vuol visitare le “Terme” ha la sola possibilità di acquistare un ticket al “Castello di Baia”), l’abbandono decennale delle “Grotte dell’Acqua”, il non completamento dei lavori alla Necropoli di Cappella, o la creazione del già defunto percorso, fatto di staccionate in legno infracidite e cabine elettriche coperte d’acqua, all’interno del Sacello degli Augustali ove, dopo aver speso migliaia di euro per il posizionamento di pompe idrovore, non si è pensato a come le stesse potessero mai essere messe in funzione senza la presenza di energia elettrica.
Passi meticolosi da cui, e ci si ripete, è possibile uscire soltanto attraverso una dura critica del sistema di recupero sino ad ora messo in piedi per non gestire (anziché valorizzare) i tesori consegnateci da un passato glorioso, utile per riprogrammare una valida gestione innanzitutto pubblica dello stesso che passi attraverso il disarcionamento della Sovrintendenza e l’elevazione a Soggetto promotore del Comune di Bacoli (o dei Comuni flegrei).
D’altronde al chiaro fallimento della prima non può seguire un atteggiamento remissivo del secondo che, forte della propria potenzialità, deve sapersi fregiare delle numerose attività associative e volontarie presenti sul nostro territorio per ricostruire un sistema adeguatamente strutturato il quale, col controllo Municipale, venga diretto da Comitati e Cooperative di giovani bacolesi e flegrei a cui venga data finalmente la possibilità di rivedere in questa città, volutamente maledetta, non più un punto di partenza verso mete più floride, ma un traguardo da raggiungere e riconsegnare, migliorandolo, ai futuri figli della stessa. Solo così si potrà ricominciare a disilludere tutti coloro che, sempre più numerosi, pensano o vengono indotti a farlo, che non ci sia via d’uscita all’intervento meramente imprenditoriale del privato.
Alle nefandezze del settore Pubblico, proprio perché figlie di incapacità e negligenze personali, si risponde solamente con la riformulazione, attraverso regole più giuste e funzionali, dello stesso e non con il proprio esautoramento in vista del soddisfacimento di interessi alieni da quelli della collettività.
Bisogna esaltare le capacità dei privati per fini collettivi.
Pensare ad un rapporto diverso, o addirittura inverso, tra queste due sfere porterebbe inevitabilmente alla riproposizione di quell’ “homo homini lupus” che, con la faticosa strutturazione dei concetti di “civiltà” e “socialità”, si era pensato oramai superato.
Di seguito si ripropone, per onore di cronaca, una parte degli articoli redatti dal Mancusi ed in cui non si fa alcun tipo di riferimento né ai vari dissensi manifestati alla notizia del possibile avvento di privati nella gestione di siti ameni come la “Piscina Mirabile”, presenti anche su questo blog né, ancor più clamorosamente, al comunicato ufficiale sottoscritto dal sindaco di Bacoli Ermanno Schiano e dal consigliere delegato alla Cultura Gino Illiano i quali hanno asserito: “Siamo contro la colonizzazione imprenditoriale del nostro territorio”.
Franco Mancusi - Piscina Mirabilis, un coro di consensi per la proposta di collaborazione degli imprenditori alberghieri. Fuori discussione le prerogative di controllo delle amministrazioni statali, ma la gestione diretta dei privati potrebbe segnare una svolta per fare uscire dal degrado i più importanti monumenti dell'itinerario archeologico dei Campi Flegrei. In via sperimentale gli albergatori sono pronti a garantire la manutenzione, i servizi di accoglienza, di ristoro, di promozione turistica all'interno del monumento. (…) Un tavolo di concertazione è sollecitato, intanto, dagli amministratori comunali di Bacoli, per garantire la presenza delle istituzioni pubbliche locali nei progetti di sviluppo dei più importanti monumenti dell'area flegrea. E pronti a collaborare con la Soprintendenza si confermano anche i giovani volontari dell'associazione Misenum, che considerano incoraggianti le proposte di gestione avanzate dagli industriali napoletani.
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