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Il Fisco amico. Torna lo scudo fiscale

Il lupo perde il pelo ma non il vizio verrebbe subito da pensare. E in fin dei conti è così, lo si sapeva già. Lo scudo fiscale era nell’aria, perché è uno dei pochi modi per riuscire a recuperare i soldi nascosti all’estero (per evadere le tasse) e nel frattempo, grazie a quei soldi, permettere al Governo di fare investimenti altrimenti fermi sulla carta.

E in questo momento lo Stato ha bisogno di soldi altrimenti, ad esempio, la ricostruzione dell’Abruzzo rimarrebbe sulla carta, pronta ad essere celebrata solo quando ci sono le telecamere e si fanno inaugurazioni parziali. Così ieri due importanti giornali italiani, Repubblica e Corriere della Sera, dedicavano ampio spazio proprio all’imminente scudo fiscale. Certo non se ne può parlare subito. Per opportunità il governo ritiene necessario attendere il G8 de l’Aquila del 9-10 luglio, che avrà di nuovo sul tavolo la questione dei paradisi fiscali. Qualche paese importante, come la Gran Bretagna, ha tuttavia già rotto gli indugi. E mercoledì prossimo, a Parigi, se ne parlerà nel vertice dei ministri dell’economia dei paesi Ocse, l’organizzazione che riunisce i paesi più industrializzati.

L’aliquota che le imprese dovranno pagare non è ancora certa. Ma sarà più alta rispetto a quella al 2,5% dello Scudo fiscale del 2002. Ma quella fu un’occasione unica per chi aveva nascosto al fisco grandi tesori e all’improvviso riuscì a mettersi in regola senza temere nulla e pagando pochissimo. Questa volta si parla di un’aliquota che potrebbe andare dal 4 all’8% ma non ci sarà nemmeno un centesimo di sanzione per aver evaso le tasse. D’altronde l’Italia è il paese in cui si premia chi bara piuttosto che chi rispetta le regole. Nel 2002 lo Scudo fiscale ebbe un discreto successo: emersero 73,1 miliardi, ne rientrarono 43 e quasi 30 furono regolarizzati all’estero.

In fin dei conti converrebbe a chiunque: far tornare in patria i soldi guadagnati in modo pseudo illecito, mettersi a posto con la coscienza, non temere più alcun controllo e incursione della Guardia di Finanza, insomma essere trattati con i guanti di velluto come se nulla fosse successo.



Il nostro, quindi, è un Paese da cui fuggono all’estero non solo i cervelli ma anche i capitali. Ce ne sono per 550 miliardi di euro, usciti illegalmente per sfuggire all’attenzione del fisco o per nascondere il frutto della corruzione e di attività criminali. Di questi, 300 sarebbero in Svizzera, 100 in Lussembrugo, una quarantina a Montecarlo e gli altri sparsi.

Il dato diventa poi decisamente allarmante se, come fa ‘La Repubblica’, si analizza la dimensione del fenomeno. Dalle nostre parti, infatti, i capitali esportati illegalmente rispetto agli altri paesi sono molti di più se confrontati con la nostra economia. I nostri “550 miliardi di euro esportati sono quasi il 10% del totale stimato, contro una economia che conta circa il 3% del pil planetario”.

Possono sembrare un po’ troppi, ma al Fisco servono questi soldi. Ed è molto più semplice farli rientrare dall’estero, quasi premiando chi ha evaso, piuttosto che far pagare le tasse. A tutti. Sempre.

Commenti all'articolo

  • Di barbara (---.---.---.147) 23 giugno 2009 12:25

    Questo e’ il motivo per cui Belusconi vince: viene sempre premiato il furbo e fregato l’onesto.
    ORMAI lo sanno anche i muri: l’italiano medio e’ colui che non segue le regole, le trova inutili, e’ il don giovanni europeo, e ovunque va si vanta di cio’, e poi se all’estero lo identificano con la mafia fa l’offeso.
    IPOCRISIA a 1000!!!!!!!!!!!!!
    Non vogliono gli stranieri, ma sfruttano gli uomini nei campi o nelle fabbriche e le donne a letto.
    Troppe contraddizioni e il popolo dorme, dorme, dorme...

  • Di Enricolt (---.---.---.63) 23 giugno 2009 12:56

    Invece di applicare politiche serie di lotta all’evasione fiscale si preferisce far cassa subito con il minimo sforzo e dispendio. E’ la politica del "meglio un uovo oggi....".
    E così, con gli scudi fiscali, i condoni edilizi e gli indulti, il messaggio che si dà agli italiani (e non solo) e che che alla fine fare i furbi e infrangere le regole, paga! Sempre!
    Tutto da vedere poi come quei soldi recuperati verranno impiegati........
    Che tristezza...

  • Di pv21 (---.---.---.51) 23 giugno 2009 16:32

    Dall’armadio riappare un fulgido esempio di finanza "creativa". Quando finirà questo balletto non è dato sapere. L’unica leva efficace per risalire dalla crisi è far crescere il PIL. Peccato che ingenti risorse pubbliche (non spese) sono scomparse con l’aumentare del debito. La Marcegaglia ha dato 100 giorni di tempo. Il secondo Atto della crisi sta scivolando verso la tragedia di fine estate ... => http://forum.wineuropa.it 

  • Di michele (---.---.---.237) 23 giugno 2009 21:19

    Ho visto non più di 10 minuti fa, il Ministro Tremonti rispondere ad una domenda di un giornalista, e nel rispondere si riempiva la bocca di parolone tipo " regole precise per tutti, e non mezze regole o assenza di regole come vorrebbero certi speculatori", ma mi domando, di cosa sta parlando, ma cosa sta dicendo. Oltre ad essere immorale nei confronti di quelli che le tasse le pagano quotidianamente, con questo tipo d’inteventi si agevolano il rientro di capitali che la criminalità organizzata nasconde all’estero. Io sono allibito, questi contuìinuano a dire una cosa e a fare l’esatto contrario. Il problema è che se ti guardi intorno, una parte di persone non sa di che cosa si stia parlando (però vota) e un’altra parte lo sa fin troppo bene (e votano anche questi ovviamente). Io, ma forse sono scemo, ci vedo un filo che collega le politiche economiche di craxi, che ci hanno portato al disastro in cui sono le casse dello stato, e le politiche di questo governo. Ma forse sono scemo
    Saluti 

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