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Il Festival della Fotografia cancellato dalla razza alemanna

Dopo la Festa del Cinema (ridimensionata) e la Notte Bianca (cancellata), a finire sotto la scure della giunta Alemanno è il Festival della Fotografia. Eliminato con un semplice tratto di penna perchè troppo dispendioso.

Eppure, dopo sette edizioni di successo, il festival poteva vantare dei numeri importanti e un rapporto costi/benefici in attivo. A fronte di soli 187.500 Euro di finanziamento la rassegna attirava 200mila visitatori e vantava un percorso espositivo di 143 mostre.

Era un fiore all’occhiello dell’offerta culturale della Capitale, una delle tante iniziative su cui Walter Veltroni aveva puntato per il rilancio internazionale di Roma.

Adesso, poco a poco, tutte le iniziative culturali di spessore, che avevano rimesso Roma sulla mappa delle capitali mondiali della Cultura (accanto a New York, Parigi, Londra, Berlino, Tokyo), vengono picconate dalla "Razza Alemanna".

Nonostante il "niet" della Giunta gli organizzatori non ci stanno a vedere svanire anni di sacrifici e di obiettivi prestigiosi raggiunti con un semplice colpo di spugna.

E dichiarano di voler andare avanti lo stesso. Non fosse altro perchè la macchina organizzativa è già in moto - la prossima edizione del Festival dovrebbe tenersi nella primavera 2009 - e spegnerla ora non avrebbe senso.

Dovranno fare a meno di un finanziamento non esorbitante, ma comunque necessario, e agli spazi espositivi (il Palaexpo e il Museo di Roma in Trastevere) che - è facile ipotizzare - non saranno concessi.

In un’intervista a "Repubblica" il direttore artistico di "FotoGrafia", Marco Delogu, fa sapere: "Andremo avanti lo stesso. Abbiamo già ottenuto il sostegno di tutti gli sponsor, sulla comunità di Flickr ci sono già messaggi in nostro favore". Si potrebbe pensare a un cambio di sede, ma Delogu non ci sta "perchè il festival è nato a Roma ed lì e radicato".

Ciò che appare evidente è la volontà della giunta Alemanno di cancellare tutto ciò che è stato lasciato in eredità dalla precedente.

Una sorta di vendetta, di revanscismo culturale: al posto di "FotoGrafia" dovrebbero andarci la mostra per i 100 anni del "Manifesto Futurista" e quella per i 40 dello sbarco sulla Luna.

Anche Delogu avverte che il clima è cambiato: "Penso si voglia eliminare tutto quello che è stato trovato. Tra l’altro, di fronte all’eventualità di sopprimere un evento, la procedura normale è quella di convocare gli interessati, di esporre i problemi, se ce ne sono". Invece, a quanto pare, gli organizzatori di "FotoGrafia" hanno appreso la notizia dalla stampa. Un altro esempio di stile della "Razza Alemanna"

Commenti all'articolo

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.56) 9 ottobre 2008 20:44
    Francesco Raiola

    Che tristezza! Questa mania di distruggere tutto ciò che di buono è stato fatto, solo perché fatto da una giunta o governo diverso. Poi si dice che il vento è cambiato, ci si meraviglia che il nostro paese valga sempre meno, del razzismo dilagante... Mah!

  • Di caosvideo (---.---.---.165) 10 ottobre 2008 00:57

     Questo articolo ha il merito di avere lanciato l’espressione RAZZA ALEMANNA. efficace direi... 
    Proprio oggi pensavo che questo governo vuole arrivare allo scontro duro, forse anche letale. Ma perchè ci sia scontro, ci deve essere una controparte. Non solo distruggere ciò che di buono (ben poco) avevano fatto i governi precedenti, ma eliminare fisicamente dalla scena pubblica tutte le persone che non sono di destra (già ci sono riusciti mandando fuori dal parlamento italiano e ora anche da quello europeo la sinistra un po’ radicale) o comunque che non siano moderati tipo PD: la scuola pullula di insegnanti di sx? La gelmini&tremonti cancellano la migliore scuola che eravamo riusciti a creare mandando a casa centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, disprezzandoli e trattandoli come semplici numeri in esubero. Idem nel teatro o come già ricordato nell’articolo, nel cinema. Si sa che la cultura in italia è fatta per la maggior parte da gente di sx, allora depennano tutti gli aiuti economici al teatro, al cinema ecc. E l’editoria? La stampa comunista di cui blatera l’imperatore? Troppo autonoma, e liberamente critica come "il manifesto"? basta la fanno morire di fame. Vogliono lasciare il deserto e imperare indisturbati. E ci riusciranno se non ci svegliamo in tempo.

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