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Il Brasile da lezioni di samba, Italia KO


Nella gara dell’Emirates i brasiliani fanno un sol boccone degli azzurri mettendo la partita a sicuro già nel primo tempo dove non la fanno mai vedere agli italiani, per poi limitarsi a controllare nella ripresa. Gara sostanzialmente corretta da parte di entrambe le compagini. Annullati due goal agli azzurri, uno per fuorigioco (molto dubbio) e uno per fallo di mano. L’Italia di Lippi non è più quella del mondiale tedesco, urge una sistemata generale da parte del nostro C.T. se non vuole incappare in altre sconfitte come quella subita ad opera dei brasiliani. Onore alla squadra di Dunga che ha mostrato trame di buon calcio, contornate da qualche giocata da parte dei suoi funamboli.


Dopo tanta attesa, finalmente si gioca. Si parlava da mesi di questa gara e le attese non sono state tradite. Pronti, via e l’Italia, al 4’ va in vantaggio con Grosso, che di piattone deposita la palla di rete su gran suggerimento di Pirlo, ma l’arbitro annulla per fuorigioco che ai più è parso non ci fosse. Da questo momento in poi è solo Brasile. Le trame dei brasiliani mettono in difficoltà il centrocampo e la retroguardia azzurra e al 13’ Elano su perfetto assist di Robinho fa secco Buffon e porta in vantaggio i verdeoro. Il Brasile preme sull’accelleratore e mette in difficoltà la difesa italiana in balia delle onde sudamericane. Al 27’la squadra di Dunga raddoppia con Robinho in un’azione molto confusa. Dopo un calcio d’angolo battuto dagli azzurri, i brasiliani recuperavano palla e partivano in contropiede ma Pirlo era bravo a stoppare il cross di Elano, ma poi si addormenta con il pallone tra i piede al limite, dove arriva Robinho che gli soffia il pallone, fa ammattire Zambrotta con una serie di finte e batte inesorabilmente Buffon con un gran diagonale di sinistro. La partita la tengono in mano i brasiliani che sfiorano il terzo goal con Ronaldinho su punizione dal limite che sfiora l’incrocio,con gli azzurri che tentano una timida reazione, come quando De Rossi carica dal limite e fa scaldare i guanti a Julio Cesar. Si va al riposo sul 2 – 0 per i brasiliani.

Nella ripresa Lippi cambia totalmente l’attacco buttando dentro Toni, Rossi e Camoranesi e sostituisce Montolivo con Perrotta. La gara scorre via senza tanti patemi. Gli unici sussulti della ripresa sono il goal annullato giustamente a Toni al 64’,per aver controllato con la mano un lancio di Pirlo e la parata sovraumana di Julio Cesar, sempre su, Toni al 82’, quando si distende con un riflesso da felino e va a togliere il pallone destinato in rete. L’Italia, prova a siglare almeno il gol della bandiera, ma Julio Cesar abbassa ancora una volta la saracinesca sul sinistro di Grosso e sul colpo di testa di Toni. Non c’è più tempo, il Brasile vince 2-0 interrompendo a 31 i risultati utili consecutivi di Lippi sulla panchina azzurra. La squadra di Dunga ha ampiamente meritato il successo attraverso una prova di forza, classe e determinazione. Tra i verdeoro serata di grazia per Robinho, Elano e Ronaldinho che fanno letteralmente ammattire i difensori azzurri. Per gli azzurri prova d’orgoglio di Zambrotta, che si fa trovare impreparato solo in occasione del goal di Robinho, e di Giuseppe Rossi che, subentrato a Di Natale, si danna l’anima per creare qualcosa di buono ma predica nel deserto, dato che i compagni non lo assecondano mai.

Lippi a fine gara ha commentato così: "In questo momento il Brasile è più forte di noi, ma può darsi che tra un anno saremo più forti noi". La speranza è l’ultima a morire ma rivedendo la gara c’è molta strada da fare.

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