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Materiale radioattivo: l’Itrec e il camion dei misteri

La notte tra il 29 e il 30 luglio un copioso dispiegamento di forze dell'ordine presidiava e accompagnava un autoarticolato dall'Itrec di Rotondella all'aeroporto di Gioia del Colle per lo spostamento di una “piccola” quantità di uranio. Ma il pericolo nucleare nel materano non era svanito dopo le lotte di Scanzano Jonico del 2003? 

A distanza di venti e più giorni dai fatti di Rotondella tutto sembra essere stato ridimensionato, ma la verità è che questa faccenda non è affatto conclusa. L'unica cosa certa è che nel centro Enea del paese in provincia di Matera, sono presenti materiali radioattivi.

Attualmente nell'impianto lucano vengono stoccati sia barre di combustibili provenienti dall'impianto americano di Elk River, che combustibile nucleare ottenuto dal riprocessamento di una ventina di barre (84 in totale) prodotte a Rotondella sino alla chiusura delle attività del 1987, anno del primo referendum contro il nucleare dopo i fatti di Chernobyl. Del trasferimento del materiale radioattivo della notte tra il 29e 30 luglio esiste un video che Nicola Piccenna e Ivano Farina hanno realizzato ed è stato diffuso attraverso il sito del settimanale Oggi. L’autotreno in questione ha trasportato ufficialmente poco più di un chilo di biossido di uranio arricchito al 91%. Il tutto occupava lo spazio di un grosso barattolo di birra, inserito in un guscio protettivo tipo matrioska, bardato con tiranti ad una base quadrata ed era fissato al centro del cassone dell’autotreno.

A questo punto però alcune domande sono lecite: com’è possibile che nessuno sapesse nulla di questo trasferimento? Perché i sindaci e la popolazione dei paesi limitrofi al centro di smaltimento non sono stati avvertiti? Tra novembre e marzo ad Avogadro di Saluggia, provincia di Vercelli, sono stati trasportati interi treni di barre di combustibile irraggiato e si conosceva con molto anticipo quello che si trasportava, il percorso e la destinazione. La popolazione e gli organismi di tutela erano informati da giorni e sul sito dell'Arpa piemontese è possibile leggere il rapporto in ogni minimo dettaglio.

Perché queste informazioni non sono pervenute anche ai cittadini lucani? Qual è la differenza tra quello che si trasportava in Piemonte e quello che si è trasportato in Basilicata? Non c’è risposta.

Di fondamentale importanza per provare a capire cosa è successo, o sta succedendo, nel centro della Trisaia di Rotondella è un cable reso noto da Wikileaks riguardante una comunicazione del 2006 tra Gianni Letta, sottosegretario del Consiglio dei Ministri, e Ronald P. Spogli, ambasciatore degli USA a Roma, sui rifiuti nucleari. Quello che emerge ci fa comprendere quanto sia più importante, per i nostri politici, l’esito elettorale che la salute dei cittadini italiani.

Altra pagina di storia nella questione nucleare in Basilicata è quella che riguarda l’archiviazione dell’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia sulla gestione del nucleare per mancanza di fondi di cui un interessante blog lucano ha pubblicato interamente gli atti.

Recandomi di persona al centro Itrec – Enea di Rotondella non mi è stato possibile visitare il centro, chiedendo anche i permessi dovuti, perché le risposte su quel trasporto erano già state date dalla So.G.In S.p.A. nelle sedi opportune. Quello che è sicuro è che non tutta la verità è stata detta su quel trasporto di quella notte, altrimenti perché non fare tutto alla luce del sole come è successo in Piemonte?

L’unica cosa certa è che nonostante continuano tutti a riempirsi la bocca e a fare proclami sul Mezzogiorno, puntualmente vengono smentiti o si sconfessano in men che non si dica. La cosa che fa più specie è che la maggior parte delle volte sono proprio i politici lucani, che dovrebbero essere garanti e portabandiera di una terra già molte volte maltrattata, a trovarsi in queste spiacevoli situazioni e che ad oggi ancora non sono capaci di dare una risposta su questa vicenda. Quel che è successo a Rotondella sembra essere solo la punta dell’iceberg.

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