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 Home page > Tribuna Libera > Il 2016, l’anno sotto il segno della donna

Il 2016, l’anno sotto il segno della donna

Quella delle violenze sessuali, molestie sessuali, sono una piaga enorme. Pur essendo e vivendo in una società profondamente moderna, con mille innovazioni dal punto di vista tecnologico, certi precetti, che traggono origine dalla Bibbia o dal Corano, quale la supremazia dell'uomo nei confronti della donna persistono. Però né la Bibbia né il Corano prescrivono di esercitare violenze sessuali nei confronti delle donne. E' l'imbecillità umana, l'ignoranza, un concetto arcaico di supremazia, che spinge spesso l'uomo a compiere atti meschini contro le donne. 

Ma le donne, oltre ad essere numericamente in maggioranza nel mondo, nonostante si continuano a registrare discriminazioni assurde, destinate, si spera, presto all'esaurimento, continuano a ricoprire ruoli di una certa importanza nella società, se andiamo a vedere alcuni fatti del 2016, si può dire che è stato l'anno delle donne, nel bene e nel male. 
 
E' una donna la persona che governa l'organo più rilevante, dal punto di vista economico, del mondo, il Fondo Monetario Internazionale; odiato, per motivi ben noti, soprattutto dai Paesi dell'Europa del sud. Christine Madeleine Odette Lagarde direttore del FMI. Nell'aprile 2016 compare nella lista per la categoria “Leaders” tra le 100 persone più influenti del 2016 secondo TIME. 
Una donna è stata chiamata per traghettare il Regno Unito nel processo della Brexit, Theresa Mary May. 
Angela Dorothea Merkel cancelliera tedesca continua ad essere il centro pulsante dell'Unione Europea e con l'apertura che ha fatto nei confronti dei migranti, per diverse ragioni, anche di opportunismo, siano queste economiche che sociali, ha segnato una svolta in materia di immigrazione in Europa.
 
Il premio Sakharov per la libertà di pensiero, istituito nel 1988, assegnato ogni anno dal Parlamento europeo per onorare gli individui e le organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali, nel 2016 è stato conferito a Yazida Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar. Le due donne sono stati premiate come simbolo della forza della comunità Yazida, oggetto delle violenze del califfato e più in generale per tutte le donne che hanno subito violenza sessuale. "Più di 3500 donne e bambini sono ancora schiavi dell’Isis. Ogni giorno muoiono migliaia di volte", ha detto Lamiya Aji Bashar.
 
Paola Regeni è stata definita da Repubblica come la donna dell'anno "una donna sola, ferita ma lucida, lucida di una lucidità morale che è proprio forse quello di cui hanno disperatamente bisogno in questo momento le nostre esistenze."
 
Nicoletta Dosio, che l'Espresso nel novembre 2016 ha definito come "quella prof di greco antico simbolo della resistenza No Tav" o come non ricordare l'Unità di Protezione Popolare delle Donne (YPJ) curde ?

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