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I veri fannulloni sono i dirigenti: strapagati per quel poco che fanno!

Fino ad oggi si è sempre dato addosso agli "impiegati statali", senza distinzione di sorta, sostenendo che guadagnano chissà quanto (1.100euro netti per un impiegato medio!) e che sono tutti dei fannulloni. Ma se c’è qualcuno da colpevolizzare nel settore pubblico, non è certo l’anello terminale della catena amministrativa della cosa pubblica - "il semplice impiegato" - non è certo la coda, ma la testa del pesce, che "puzza" e che deve essere riformata: "la dirigenza"!

Se l’organizzazione della P.A. non funziona come dovrebbe e le pratiche non vengono evase con la celerità e la competenza dovuta, è per colpa di chi dirige, della dirigenza, non certo di chi è chiamato ad eseguirne le "direttive"! E poi, se è vero che "tutti" i dirigenti dello Stato percepiscono a fine anno dai 7.000 ai 50.000 euro a titolo di "premio" per "il raggiungimento degli obiettivi", questi "obiettivi" grazie a chi li hanno raggiunti? Evidentemente se i risultati vengono ottenuti da chi "comanda", chi "esegue", chi materialmente lavora "la pratica" non deve poi essere sì tanto fannullone! Molto più probabile, invece, che questo infamante appellativo venga loro affibbiato da chi si pasce di becero qualunquismo, luoghi comuni e crassa ignoranza. Ma la realtà è un’altra!


E’ che i dipendenti
, sia pubblici che privati, sono da anni "tutti" sottopagati! Basta fare il confronto con gli stipendi a pari mansioni dei travet in Europa e i relativi costi della vita, le tasse pagate ed i servizi offerti, e via discorrendo. Soltanto il senso civico e di responsabilità dei dipendenti statali ha permesso che il "sistema-italia" non saltasse per aria: lo hanno dimostrato per anni, accettando aumenti contrattuali ridicoli e tali da non recuperare la perdita del potere d’acquisto di uno stipendio sempre più impoverito e dimezzato dall’entrata in vigore della moneta europea! Un funzionario statale, tanto per capirsi, percepisce poco più di una "badante": un’ora di lavoro straordinario gli viene retribuita 9,50euro e l’ultimo contratto firmato e già scaduto, prevede aumenti mensile di 8 (otto!) euro LORDI per il 2008 e, per il 2009, sempre LORDI, gli euro sono ben 65! Al netto fanno una pizza e un’acqua minerale! Comunque sia - considerato il poco spessore della direttiva-brunetta - i tanto sventagliati tagli ai premi di produttività degli statali, il merito e tutte le altre brunettate, sono state spazzate via dal governo, anche se non per intero: le risorse tagliate (circa 500 milioni di euro) saranno reintegrate più o meno per i tre quarti, il restante 25% non arriverà mai più.

Il ministro dell’Economia ha autorizzato le amministrazioni a spendere i soldi. La decisione veniva data ormai per scontata da tempo. In particolare, si possono utilizzare subito le risorse destinate ai dipendenti del Tesoro, del dipartimento Politiche fiscali, delle agenzie fiscali, dell’Inps, dell’Inpdap, dell’Inail, del ministero della Salute e del Lavoro. Cioè quelle amministrazioni che hanno una loro autonomia finanziaria, potendo disporre di entrate proprie: chi conta sul recupero dell’evasione fiscale, chi sui contributi previdenziali, chi sugli introiti delle cosiddette “cartolarizzazioni”, chi su alcune entrate tariffarie. Il discorso è più complicato per le altre amministrazioni, cioè quasi tutti i ministeri, che non hanno risorse autonome. Per loro la partita non è ancora del tutto chiusa, ma sembra ormai assodato che si potrà attingere a un fondo messo a disposizione del ministro Brunetta tempo fa proprio per questo scopo. Del resto non servono tanti milioni, i dipendenti in questione sono poche migliaia.

Il recupero dei fondi, come si diceva, non sarà integrale. Si perderà un 25% dei soldi. E in qualche caso si tratta di una perdita consistente: per i dipendenti dell’Inps o del Tesoro, ad esempio, il danno finale in busta paga sarà mediamente superiore ai mille e 200 euro lordi. Al ministero della Salute supererà addirittura i 2.500 euro. A questo taglio va inoltre sommata l’altra decurtazione prevista dalla Finanziaria: quella che riduce del 10% tutti i fondi di amministrazione. In totale, per chi lavora al Tesoro o in un ente previdenziale o in un’agenzia fiscale il reddito da quest’anno si ridurrà grosso modo di 2 mila euro lordi. In questi giorni al Tesoro si è diffuso un pò di malcontento fra gli impiegati. Di solito a luglio o ad agosto l’amministrazione versa al personale una parte del salario accessorio (cioè i premi di produttività). Quest’anno invece non è ancora arrivato niente. Ma ad accrescere l’insoddisfazione è stato il fatto che nelle buste paga dei dirigenti il salario accessorio è arrivato, eccome: cifre che superano i 15 mila euro, lo stipendio di un intero anno che lo Stato corrisponde ad un "semplice" impiegato! In realtà i due eventi non hanno alcun collegamento fra loro. Anzi i premi dei dirigenti sono stati ritardati di qualche mese: avrebbero dovuto essere pagati ad aprile, e sono stati spostati ad agosto proprio per cercare di farli coincidere con quelli degli impiegati. Tentativo non riuscito, perché i premi degli impiegati hanno subito un ritardo. Dovrebbero comunque arrivare entro settembre.

 

Commenti all'articolo

  • Di Giulio Gangi (---.---.---.1) 8 ottobre 2009 10:09
    Con grande soddisfazione di quei gonzi che credono ancora nella favola degli statali fannulloni, il ministro Renato Brunetta promuove licenziamenti a raffica per ogni flatulenza effusa. Dinanzi a questa vanagloria così sfrenata, mi chiedo: ma questo fenomeno è mosso da motivi reconditi o da pura ignoranza? Sicuramente l’opinione pubblica ignora la situazione reale che alberga all’interno della pubblica amministrazione ed è per questo motivo che l’impiegato che non ha nulla da fare viene scambiato per fannullone. Infatti, sbrigate le pratiche giornaliere, in attesa di rispettare l’orario d’uscita, il “pinguino” deambula per i corridoi, al bar oppure passa ore e ore al telefono e su internet. Probabilmente il ministro non sa, o non vuol sapere, che moltissimi dipendenti potrebbero essere impiegati con il telelavoro. Tale sistema comporterebbe un risparmio impressionante: acquisti, affitti e mantenimento delle strutture, luce, telefono, riscaldamento, straordinari, buoni pasto, traffico, carburante e smog. Vi pare poco per un Paese in crisi e fradicio di sprechi? In più, l’impiegato in telelavoro avrebbe la possibilità di badare anche ai figli, ai genitori anziani senza bisogno di “arrangiarsi” o togliere altri soldi dal quel sussidio che viene chiamato stipendio (lo stipendio, grazie a Prodi, lo prendono i dirigenti). Allora, perché non si attua il telelavoro? Forse crea un certo scompenso a chi adora avere i suoi “pinguini” a portata di mano? Crea forti pruriti a chi inzuppa il pane nei vari passaggi strutturali? In tal caso, invece di prendersela con persone incolpevoli, sarebbe opportuno sistemare certe questioni. Il ministro dovrebbe evitare di nuocere al buon lavoro del presidente Berlusconi ed occuparsi di fenomeni ben più gravi come l’occultamento degli atti di quei dipendenti trasferiti e collocati illecitamente nei ruoli dei dicasteri. E sì. Mentre si parla tanto di fannulloni, si tace su fatti decisamente paradossali. Sostengo da sempre che la classe politica italiana è molto fortunata perché può fare ciò che vuole col suo popolino a cui basta un dimenar di chiappe e una partita di calcio in “tivvù” per ingoiare tutto. Giulio Gangi.

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