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I migliori anni della nostra vita

Vegliamo dunque perché non sappiamo né il giorno né l'ora, o più o meno si, ma forse no. 

L'ora di quando le sinapsi non collegheranno bene i nostri pensieri, o lo faranno molto male, non ci metteranno in relazione con la realtà, faremo associazione di idee non associabili. Jean-Louis Trintignant è attore sempre, sia ai tempi de Il Sorpasso ed anche da vecchio, un magnifico vecchio da interpretazioni realistiche. Ci diede già nel 2012 una versione di vecchiaia, drammatica e dura, in Amour di Michael Haneke (Palma d'oro a Cannes), ora ce ne dà un'altra, da vecchio con l'Alzheimer in I migliori anni della nostra vita, di Claude Lelouch (o di UNA vita, dice il titolo francese, anche una qualsiasi, pure la nostra personale).

Si trova ricoverato “a tempo indeterminato...” nella sontuosa casa di riposo Domaine de l'orgueil - che per una casa di riposo è un titolo distintivo – c'è un grande prato ben curato attorno, dove gli anziani possono godersi aria e sole. Lo vediamo dapprima col viso assente in sedia a rotelle e in mezzo agli altri ospiti, a cui la splendida infermiera Monica Bellucci fà esercitare la memoria con le date di avvenimenti più o meno recenti. Il figlio gli fà il regalo di farlo incontrare con l'amore più intenso che ebbe da giovane, pilota d'auto e donnaiolo, e la partner d'allora è Anouk Aimée, ancora bella, un sorriso aperto e uno sguardo dolce. E' un ritorno al passato con cui il figlio desidera risvegliarlo o rincuorarlo, un tentativo di renderlo più vitale; qualcosa di analogo avviene in Dolor y Gloria di Almodòvar e in La belle époque di Bedos, rifugiarsi in momenti belli del passato. A lei Jean-Louis dirà Sembri più giovane di me perché sei più dolce. Le dà segno di non riconoscerla, e negli occhi di lei vediamo un pò di tristezza per questo e per il decadimento cognitivo di lui. In successive visite , brevi escursioni e in attimi di lucidità gli sembra di ricordarsene, o quanto meno le ravvede una somiglianza con la donna della sua passione: Più le parlo più le somiglia! , è stata riconosciuta senza esserlo davvero, ma questa è comunque una gratificazione per Anne (che fu da lui davvero aimé). Le racconta che non rimase con quella donna, il ricordo più bello, per la paura che volevi essere l'ultima donna della mia vita o ti sei innamorata di me e non ho fatto niente per farti rinsavire e ancora – è un profluvio di sagge rimembranze (o dichiarazioni d'amore) di un vecchio – non avevo immaginato che potesse amarmi così tanto , Puoi perdere la memoria ma non lo sguardo di qualcuno e perfino Alcune vite possono durare anche un giorno soltanto.

Non è un film di rimpianti, è gioioso, permette ai due di riassaporare. E' un film di sogni che assomigliano ai ricordi, le due categorie sono ugualmente immateriali e spesso belle, o abbellite. Tra le cose ricordate e anche oniriche Lelouch ci mette una corsa veloce in auto di lui che la raggiunge, alle 6 di una mattina di quel tempo andato nelle strade di Parigi che si andava svegliando. Un film ricchissimo di primi piani, la vecchiaia vista da vicino e senza troppo cerone, Jean-Louis ha la barba non fatta ogni giorno come noi “vecchi”. I visi spesso sfuocano, come i ricordi, o sono riflessi nel vetro della loro “2 Cavalli”, e queste immagini rendono molto l'aria di qualcosa ormai lontano. Un passato riproposto con molte scene di Jean-Louis e la Aimée amandosi da giovani nel famoso Un uomo, Una donna, film del '66 di Lelouch stesso, Palma e Oscar al miglior straniero. Non mancano almeno due omaggi al cinema: la citazione di Ladri di biciclette e Anne che gli racconta di aver fatto, dopo quel tempo assieme, la produttrice di soli film d'autore...perdendo quasi tutto. Ma i più begli anni di una vita sono quelli che non si è visto passare (come dice una canzone in chiusura), perché troppo fugaci, oppure quelli non vissuti fino in fondo come nel caso dei nostri due ex amanti?

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