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 Home page > Attualità > Media > I come e i perché della vera Dipendenza da Internet

I come e i perché della vera Dipendenza da Internet

Si parla spesso di Dipendenza da Internet senza distinguerla dal fatto di rimanere costantemente connessi. La Dipendenza si basa su una necessità, e in questo caso, il bisogno è quello di poter vivere in un mondo quasi perfetto, che accetti i nostri limiti, rispetti le nostre aspettative e in cui sia facile vivere. Senza un confronto reale. E’ solo l’educazione al confronto, infatti, la chiave per guarire da questa Dipendenza.

Smarphone e Tablet ormai entrano perfino nel nostro letto. Ci addormentiamo cercando le ultime notizie sul Web e ci svegliamo pensando già a leggere le email.

A volte iniziamo a girare in Rete prima ancora di dire “ciao” a chi vive con noi. E arriviamo a strutturare il tempo della nostra giornata in base ai device che abbiamo a disposizione, per non rimanere troppo lontani da quello che succede lì, sul Web.
Questo non vale solo per chi lavora su Internet, per chi ha la responsabilità della gestione di Social Network. Basta andare in giro e guardarsi attorno. In metrò, al bar, alla fermata dell’autobus, ma anche improvvisamente lì, fermi per strada.
Se il cellulare suona – e sono scarse le possibilità che si tratti realmente di una telefonata – la nostra attenzione è istantaneamente catturata.

Che esista una Dipendenza da Internet non è una novità per nessuno.
Eppure non tutti sanno che già nel lontano 1995 il disturbo di Dipendenza dal Web rientrava nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – il famoso DSM-IV – e veniva diagnosticato come una patologia comparabile alla Dipendenza da Gioco d’Azzardo.

E’ vero, tuttavia, che nella successiva edizione del DSM del 2013 nacque la proposta di sottoporre questo disturbo -inizialmente etichettato come Psichiatrico – a nuove diagnosi sperimentali e, attualmente, la Dipendenza da Internet non può essere, per esempio, utilizzata a fini legali o assicurativi. Diversi studiosi affermano oggi con certezza che non si tratti di una vera e propria Patologia Psichiatrica, ma di un Sintomo Psicologico, quindi sicuramente meno grave e più facile da curare.

E’ importante sottolineare che la difficoltà nello stabilire i confini della diagnosi è data dal fatto che questa Dipendenza – quando è veramente tale – si unisce a altre forme di disagio mentale, come quella del Gioco Ossessivo, Disturbi della Personalità, Devianze Sessuali e Isolamento Sociale. Questo naturalmente non significa che i siti di gioco o i siti di incontri online siano fonte di pericolo in sé.

La natura del mezzo di comunicazione non è mai determinante. Non è certo “colpa” di Internet o dei Social Network se oggi, ad esempio, è possibile avere relazioni con partner virtuali nascosti da un monitor. E’ vero, però, che la possibilità di mentire nascondendo la propria reale identità è divenuta più facile, e che – più frequentemente che nella realtà – si possono sviluppare forme insane di comportamento.

Il concetto di Dipendenza ha una radice comune in tutte le sue forme, a partire da quella più nota alle sostanze stupefacenti o all’alcool. Alla base, c’è una mancanza che richiama il bisogno di una soddisfazione immediata. Il problema è che la forma di soddisfazione che si cerca non è quella definitiva, o lo è solo al momento. Solo per il tempo di mettere a tacere il bisogno, creando così quella ripetizione inesauribile di necessità che rende poi l’individuo prigioniero. Una mancanza, dunque, di nutrimenti fisico e psicologico, di affetto, di sicurezza, di approvazione sociale.

La Tecnologia è innocente. E’ di fatto solo un immenso terreno fertile alla portata di tutti.


Tutti: chi ci lavora, chi si informa, chi gioca, chi cerca tutt’altro e trova il vantaggio di eludere il confronto reale. E proprio qui si pone il confine. Il limite tra esigenze di lavoro, gioco, relazione e vera e propria Dipendenza

Nella vita reale la possibilità e la capacità di confrontarsi con gli altri, di giocare, di amare e di trovare sicurezza interiore avviene in lunghi anni di crescita personale. Dall’età infantile in poi, dal rapporto coi genitori in poi.
L’esperienza non può essere esclusa. Non possiamo non sbagliare, non cadere, rialzarci e imparare poi a camminare. L’educazione forma e aiuta. Siamo inevitabilmente ogni giorno a mettere a (duro) confronto la nostra indole – quindi, i nostri desideri, sogni, speranze, aspettative, volontà, capacità e limiti personali – con il mondo reale che ci circonda.
Che non è un mondo “costruito” per adattarsi al nostro carattere. La realtà c’è, siamo noi a dover imparare ad adattarci.

Ecco: il mondo virtuale tende a illuderci che questo confronto possa non esserci.
Che sia il mondo – virtuale – a doversi adattare a noi. 
Si possono eliminare i feedback negativi semplicemente bloccando una persona sulle piattaforme dei Social Media.
Si ci può sentire onnipotenti – o comunque importanti e capaci – solo per un numero elevato di Like e di Follower. Si può filtrare quello che non ci piace o che non vogliamo tra i piedi, basta saper usare i motori di ricerca e avere qualche nozione di SEO. Se le aspettative reali sono troppo alte e non ci sentiamo adatti, Internet ci permette di mascherarci facilmente.

Quella che nel mondo di oggi si può considerare una vera e propria Dipendenza di Internet è, in realtà, assai meno diffusa di quanto si pensi. La si confonde essenzialmente con il comportamento di stare costantemente sul Web. La Dipendenza nasce, invece, quando si può stare bene solo se si è connessi. Si parla di Patologia in presenza evidente di Disturbi del Carattere, come la negazione stessa del disturbo, l’isolamento, la perdita dell’appetito, del sonno, di ogni altra relazione sociale. In questo caso, la Dipendenza dalla Rete può essere curata (o ridotta) essenzialmente con un’educazioneall’utilizzo di questo potentissimo mezzo di comunicazione. Una educazione sentimentale e disciplinare che istruisca ciascuno di noi a comportarsi in modo corretto, a evitare comportamenti non etici e a rendere, invece, questo mondo di nuove comunicazioni più comprensibile, più creativo, più geniale, e – perché no – anche più divertente per tutti.

Se innovare giustamente significa integrare novità complesse rendendole più facili e fruibili per ognuno di noi,Internet porta all’Innovazione: è la mancanza di una educazione al suo utilizzo che porta ad ammalarsi. A creare una fusione non realistica e non vera del Mondo Reale col Mondo Virtuale. Una fusione dove certamente quest’ultimo rende tutto più facile e possibile, più bello, senza difetti, senza mancanze. Dove è perfino possibile la perfezione.

Questo è il vissuto quotidiano di tutti nell’Era Digitale 2.0. In quella che ci aspetta – dell’Internet of Thinks e del Web 3.0 – tutti questi aspetti saranno ancora più marcati e decisivi. La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è se siamo realmente preparati, maturi, quindi educati a sufficienza per affrontare un cambiamento così radicale di vita. 
Da chi possiamo imparare un’esperienza sana all’uso dell’Internet del futuro e del Web 3.0? 

Diteci la vostra!

 

Image Credits: @ DragonImages, #68234977 via Fotolia | franzrusso.it 2015

Questo articolo è stato pubblicato qui

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