Menestrelli >
L’ISTAT
ha appena “ricalcolato” il PIL fissandone al +2,1% il rialzo dal 2015. Incremento
che, per Eurostat, equivale all’acquisito, nel solo anno 2016, da diversi nostri
partner europei.
Di più.
Nello stesso periodo il nostro DEBITO è lievitato del
+3,5%, nonostante le decine di miliardi “iniettati” dal QE voluto da Draghi. Il
tasso disoccupazione supera l’11% e sono alcuni milioni le famiglie tuttora segnate
dalla povertà.
E’ quindi EVIDENTE che la scelta di certe cadenzate e costose
“pioggerelle” di Bonus e Mancette è servita solo a “addolcire” (un po’ qua e un
po’ là) la crisi. Questo man mano che la promessa “carica” di rilancio
diventava “marcia” e poi “un passo” alla volta.
ADESSO la Commissione UE ci avverte
che, a ottobre, l’agenda del governo (?) sarà chiamata a una “svolta” decisiva.
Con la stesura della finanziaria del 2018 l’Italia dovrà fare uno “sforzo di
bilancio sostanzioso” se vorrà restare ai vertici dell’Europa, rispettando gli
“impegni”.
Ma come, dove e quanto “incidere” per liberare le decine di miliardi
necessari è un vero argomento “tabù”.
Quando in ballo ci sono le elezioni è
meglio scommettere sull’effetto “traino” di un’economia mondiale in ancor più
decisa ripresa. Meglio “anticipare” subito l’intenzione di dilazionare (una volta di più) parte
del carico debitorio per avere qualche miliardo da investire. Come? Si vedrà.
ERGO.
Tra gli italiani c’è chi si arrangia, chi protesta e chi spera nel “meno
peggio”.
Intanto nell’agone dei politici si rimpallano le “accuse” e le “progettualità”
antitetiche.
Da tempo è lo stesso susseguirsi di menestrelli “estasiati” e di idee
“novatrici” frutto della leadership di ammalianti figure “carismatiche”.
Cambia
la scena ma restano classici escamotages da teatrino di Pantomima e Rimpiattino
…