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I Mastella, una storia d’amore (e d’impunità)

Graziata, solo tre settimane fa, dai parlamentari di maggioranza e opposizione (con l’eccezione del gruppo dell’Idv) che, con una mossa tanto guardinga quanto ingiustificabile, hanno approvato una proposta della giunta a procedere che di fatto strozza il processo che la vedeva imputata di associazione a delinquere e tentata concussione per le lottizzazioni nelle Asl e nella Pubblica amministrazione, Sandra Lonardo Mastella è ora accusata dalla Procura di Benevento di truffa ed estorsione.

Il pm Antonio Clemente ha rilevato delle irregolarità nella gestione di una onlus che realizza concerti ed eventi, la Iside Nova, con sede a Ceppaloni, e ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a 22 persone, tra le quali la moglie dell’eurodeputato del Pdl Clemente Mastella, Sandra Lonardo, suo figlio Elio, e il direttore artistico dell’associazione Renato Giordano. Per ora, il gip ha respinto le richieste della Procura, ma il pm è ricorso al Riesame.

La conclusione a cui è giunto il Pubblico ministero al termine delle indagini è che la onlus fondata da Sandra Mastella avrebbe messo in pratica delle vere e proprie estorsioni nei confronti dei titolari degli stand aperti durante le manifestazioni organizzate dalla associazione. Tra gli indagati figurano Sandra ed Elio Mastella, il direttore dell’associazione Clemente Rossi, il tesoriere Angelo Sabadino, e quelle che secondo il pm sono le “esecutrici” delle estorsioni, Rita Maio e Consiglia Cacace, che per conto della Iside Nova avrebbero chiesto «da 100 a 1500 euro» ad ogni espositore, facendosi poi firmare una ricevuta che attestava una donazione spontanea.

Sotto la lente del pm sono finite, inoltre, una serie di fatture, gonfiate oppure create ad arte per speculare sui contributi della Regione e della Provincia destinati alle organizzazioni non lucrative. La manifestazione estiva “Quattro notti e più di luna piena” ha attirato numerosi attori e cantanti nel capoluogo campano, che però sono stati retribuiti con dei compensi che, nelle voci di spesa della associazione, venivano gonfiati. E a quanto risulta dalle indagini, non si trattava di spiccioli, ma di decine di migliaia di fondi regionali che sono stati moltiplicati.

Attualmente Sandra Lonardo - rieletta nel Consiglio Regionale della Campania nonostante le fosse vietato l’ingresso nella Regione e nelle province limitrofe per le inchieste la riguardano - e suo marito Clemente Mastella hanno diversi capi d’imputazione in comunenel processo per le lottizzazioni nelle Asl e negli enti pubblici. Sono accusati di aver creato «un’associazione per delinquere, operante prevalentemente nella regione Campania, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica amministrazione e, soprattutto, all’acquisizione del controllo delle attività pubbliche di concorso e gare pubbliche bandite dagli Enti territoriali campani, attraverso la realizzazione di reati di falsità ideologica, turbata libertà degli incanti, corruzioni, abuso di ufficio e rilevazioni del segreto di ufficio». Sono, inoltre, accusati di tentata concussione ai danni del direttore generale dell’ospedale San Sebastiano di Caserta per aver tentato di «procacciare favori, appalti, posti, incarichi dirigenziali e primariati a membri dell’Udeur».

Le imputazioni per Clemente, però, non finiscono qui: quattro concussioni, in tre casi abuso d’ufficio, associazione per delinquere, truffa, peculato e appropriazione indebita. Malgrado ciò, il 19 novembre scorso la Camera ha sollevato un conflitto d’attribuzione alla Consulta contro i giudici di Napoli e ha permesso alla difesa dei coniugi Mastella e degli altri 50 imputati di considerare i reati dell’europarlamentare come “ministeriali”, ovvero commessi nell’esercizio delle funzioni di Guardasigilli (!). Congettura palesemente falsa, in quanto è stato stabilito che Mastella agì «in qualità di Segretario Nazionale del partito politico Udeur», e che alcuni reati li avrebbe commessi «fino al luglio 2009», ovvero un anno e mezzo dopo aver lasciato il Ministero. Se il gip dovesse accogliere l’istanza di rinvio, il processo di Napoli finirà in prescrizione.

Vi chiederete: gli è bastato questo? No. Dopo aver richiesto un provvedimento alla Camera per salvarlo dal processo, Mastella ha denunciato al Parlamento europeo di essere perseguitato della Procura di Napoli, che indagava su di lui, e ha ottenuto l’apertura di una pratica per la sua tutela. E anche alla Procura di Benevento devono averla presa sul personale, visto che Sandra Mastella aveva dichiarato che il magistrato che indaga su Iside Nova «ha antiche ruggini» con suo marito.

Pensate che le manifestazioni organizzate dalla associazione di Lady Mastella sono talmente esemplari da diventare più volte, stando sempre alle sue dichiarazioni, «oggetto di specifiche tesi di laurea». Mi scusi, Signora Mastella, ma dove si sono laureate queste menti brillanti? All’“Università del pensiero liberale” forse?

Commenti all'articolo

  • Di elena luci (---.---.---.100) 11 dicembre 2010 10:50

    Posso essere d’accordo ( ed effettivasmente lo sono) con molte cose conentute nell’articolo , ma l’attacco del pezzo è a mio avviso da correggere : 1) la signora in questione, che peraltro NON riscuote le mie simpatie politiche, NON è stata "Graziata, solo due settimane fa, dai parlamentari di maggioranza e opposizione " poichè l’oggetto del voto parlamentare cui ci si riferisce è stato suo marito. 2) non è corretto affermare che "con una mossa tanto guardinga quanto ingiustificabile, hanno approvato una proposta della giunta a procedere che di fatto strozza il processo" dal momento che chiunque può andare a controllare su Internet al sito del Senato ( leggendo i resoconti sia in Aula che nella Giunta , oltre che i documenti, cioè la relazione, allegati alla votazione) che l’oggetto del voto è stato NONil processo ma la competenza giurisdizionale. In pratica si è applicata una sentenza della Corte Costituzione che ribadisce chiaramente quanto nella legge è peraltro già scritto, cioè che esiste un obbligo di trasmissione alle Camere degli atti concernenti i reati ministeriali. Nessun processo è stato strozzato . Questo semmai è accaduto nel caso Matteoli, con un voto della Camera che ha peraltro fatto esattamente quanto è scritto all’articolo 9 comma 3 della legge sui reati ministeriali. Ciò non è comunque accaduto in Senato e la decisione, su cui è legcito dissentire (anche in punta di diritto, oltre che politicamente o per senso civico) non è "ingiustificabile" ma giustificata dalla sentenza n.241 del 2009 della Corte Costituziuonale che chiunque può leggere sul sito della Consulta. Il Parlamento merita spesso biasimo però non esageriamo a tutti i costi....
    Elena

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