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Haiti: un’epidemia di colera fa più di cento morti

Un'epidemia di colera nel nord di Haiti, ha già fatto 135 vittime e infettato 1500 persone negli ultimi giorni, spiega Claude Serena, presidente dell'Associazione Medica Haitiana.

L'epidemia non ha ancora colpito la capitale, Port-au-Prince, devastata da un terremoto lo scorso gennaio che ha ucciso più di 250 mila persone e ne ha lasciate altre 1,2 milioni senza casa.

Le agenzie umanitarie hanno espresso timore per il rapido diffondersi della malattia, a causa delle condizioni igieniche nei campi in cui i rifugiati hanno scarso accesso ad acqua pulita.

Il colera è causato da un batterio, il Vibrio cholerae, trasmesso attraverso acqua e cibo contaminati. Provoca diarrea e vomito, ma è facilmente curabile con gli antibiotici se assunti tempestivamente.

Le agenzie internazionali si stanno mobilitando per cercare di contenere l'epidemia e curare i malati.

Gary Shaye, rappresentante nazionale dell'organizzazione "SAVE THE CHILDREN" è appena tornato da Port-au-Prince e non riferisce niente di positivo.

L'isola è sconvolta, la gente è disperata e il problema della ricostruzione non è facilmente gestibile, anche perché gli uffici del catasto sono stati distrutti dal terremoto ed è quindi impossibile risalire alla proprietà delle abitazioni.

Anche organizzare i piani di ricostruzione è difficoltoso perché Haiti è uno stato sovrano con un governo debole e incapace di gestire la situazione.

I soldi sono insufficienti e le richieste continue.

"Save the Children" si occupa dei bambini rimasti orfani, un numero impressionante e non quantificabile.

Bisogna anche fare i conti con le adozioni illegali e i rapimenti.

Il terremoto ha distrutto 4000 scuole, proviamo ad immaginare l'entità della catastrofe.

Un'apocalisse.

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