Guida alla vittoria elettorale e all’uscita facile dal berlusconismo
E allora, mi sono ricordato perché non sono mai stato comunista: al liceo quelli del Collettivo Studentesco non li sopportavo. Solo che quella missina della professoressa di storia mi prendeva per contestatore No Global, perché, semplicemente, ero rappresentante di classe. Chiederle ore d’assemblea era guerriglia, a lei, che era coordinatrice. Una guerra di nervi che spesso lasciavo sfociare nell’infantile. Il dispetto: citare “Auschwitz” di Guccini nel saggio breve su Carlo V.
Bene: ciò detto, a retroterra cultutrale condiviso, apparirà più logico – quindi – permettermi di dare alla sinistra alcuni semplici consigli su come vincere le elezioni, uscire dal berlusconismo, amare la bomba e non sbagliare formazione per la prossima giornata di fantacalcio.
In ordine sparso:
- Abbandonare l’idea di un Pd autosufficente. Approntare scelte di natura mediatica – tutte – in accordo con le altre forze di centrosinistra;
- Organizzare, al più presto, un tavolo con gli altri partiti d’aria e uscirne con una mozione unitaria che stabilisca, nell’ordine: programma di governo con 5 idee chiare (chiamarle “alternative”, non “punti”), linee guida per la campagna elettorale, patto di non belligeranza interna, concordanza nelle dichiarazioni pubbliche (non smetterò di ripeterlo: anche fino all’ipocrisia), stesura dei principi che muoveranno l’esercizio delle primarie;
- Appunto, capitolo primarie: anche no. Convergere sul nome di Rosy Bindi. O, al limite, estrapolare tre nomination-ticket eterogenee (esempio: Uomo Pd+Uomo Sel, Uomo Idv+Uomo Sel, Uomo Pd+Uomo Idv, Uomo Pd+Uomo ecologista/movimentista, Uomo Pd+Uomo Radicale, e per uomo intendo ovviamente “persona”);
- Contattare, ora e al più presto, esperti d’altissimo rango in comunicazione politica, pubblicitari, gente di gusto;
- Abbandonare l’idea di far breccia nel voto di centro. Semmai, considerare l’idea di un’alleanza con un centro, che resti qualcosa di diverso di un’accozzaglia, ma un patto di transizione. Via questo, porre all’attenzione delle camere un disegno di legge sul conflitto d’interessi e togliersi un peso che mica niente;
- Evitare di giocare la carta dell’abrogazione del conflitto d’interessi durante la campagna elettorale;
- Allontanare dalle telecamere Fassino, D’Alema, Enrico Letta, La Torre. Facciano ciò che vogliono, ma lontano dalle case della gente;
- Ricordarsi di escludere la federazione della sinistra, mettere per iscritto ciò che ci si dice con Idv e radicali, restare in allerta coi socialisti. Sono ancora quelli un po’ marci;
- Essere pronti, se serve, a giocare duro. Arriva la campagna elettorale più cazzuta di sempre. Coltello in bocca, anche occhio per occhio: se serve – a centro costituito, buono a drenare – battere anche su Ruby. L’argomento è vergine, dal punto di vista “morale”. Ripeto: l’argomento.
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