Guglielmo Marconi e la radio: uno strumento che resiste al tempo

Un pezzo simpatico sulla radio, la nascita le sue origini, e malgrado tutte le mode degli ultimi decenni, resiste ancora al tempo e ci fa compagnia.
Ci possiamo ritenere fortunati poiché la radio, questo meraviglioso mezzo di comunicazione, è ancora viva e presente più che mai anche ai nostri tempi dove si vive ormai sulla rete e su internet, la stessa tv, non è riuscita a soppiantarla con le sue immagini come invece è accaduto nel cinema. La radio ci trasmette musica, di ogni tipo, ha voci che narrano, raccontano notizie, interviste, spot pubblicitari, insomma ci tengono compagnia anche quando siamo soli o presi sul pc a sbigare il lavoro. La radio ha una lunga vita che non termina, e poi fa ci insegna cultura anche solo con la voce.
Oggi siamo abituati a vedere più che sentire. Ma cosa ci direbbe per esempio una “velina“ se non mostrarci le sue bellezze? Non si sa se parlando farebbe audience. La radio non ha bisogno di mostrare, attira l’attenzione del pubblico solo con le parole e la musica. Fu Guglielmo Marconi che nel 1896, iniziò a trasmettere segnali e solo successivamente nel 1906 si iniziò a trasmettere un segnale non solo con l’alfabeto Morse ma anche per mezzo della voce.
In pratica si trasmettevano inpulsi, ma non suoni. Le prime trasmissioni radiofoniche destinate ad un pubblico vero e non soltanto militare, furono quelle di Frank Conrad, un ingegnere americano che intorno al 1920 iniziò a trasmettere musica dai suoi ricevitori. La radio ha così preso il via, e ben presto sarà ascoltata e entrerà nelle case di tutto il mondo.
Intorno al
Le trasmissioni iniziali contenevano come repertorio, musica, concerti, qualche notizia di borsa, ed un bollettino meteo.
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