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Grillo come Pannella? Che sciocchezza

Zuccherosi.

Mi pare che questo incipit suoni bene per definire i reciproci complimenti fra Grillo e Pannella, che - abbandonati i soliti epiteti da avanspettacolo (Grillo) e le logorroiche espressioni chilometriche di pensieri zeppi di incisi (Pannella) - hanno avuto a distanza un rapporto di amorosi sensi.

Se Grillo si fosse limitato a dire che “generalmente i referendum e le azioni dei Radicali sono quasi tutte condivisibili” e Pannella a rispondere che “Le dichiarazioni di Grillo sui nostri referendum e su di me? Beh', ne sono molto lieto", saremmo rimasti su uno scambio di apprezzamenti politici e personali sufficientemente dignitoso.

Ma se il titolo diventa “Grillo: io come Pannella” e davvero il botta e risposta è stato “Ha ragione chi paragona Beppe Grillo a Marco Pannella? "Assolutamente sì”, risponde il leader M5S”, allora le cose cambiano.

Lo scambio di effusioni è andato effettivamente un po’ oltre (un po' troppo?): “Pannella bisogna rispettarlo per quello che è e per quello che è stato per la politica italiana: un guerriero. Io non sono un politico di razza come lui…” (Grillo); “Se il nostro grande Beppe cresce, è un regalo non solo a loro (i grillini ndA), ma al nostro Paese" (Pannella).

Il Guerriero e il Grande Beppe. Sic.

Naturalmente questo scambio di baci e abbracci sarà interpretato dai critici dell’uno e dell’altro come la dimostrazione dimostrata che, a ben guardare, grillini e radicali pari sono. Se non sono gemelli sono fratelli; se non sono fratelli sono, al più, cugini. Ma sempre parenti sono.
In fondo il leader radicale non fece una notevole apertura politica al comico genovese ben prima del suo successo elettorale? Come a dire che in fondo la parentela è stretta.

Ma con dei distinguo non irrilevanti che Pannella non ha mancato di sottolineare: “...continuo a dire che Grillo sbaglia se rifiuta il dialogo, perché questo rischia di mandarlo a sbattere politicamente. Senza dialogo con gli altri soggetti politici Grillo rischia di subire la rivolta dei suoi stessi grillini. Ma io non sono mai stato per il tanto peggio tanto meglio”.

Questa è la differenza: non sono mai stato per il tanto peggio tanto meglio.

I Radicali hanno storicamento apportato il loro contributo di passionalità (a volte, spesso, sopra le righe) all’attività politica, al mondo politico, cercando - pur non essendo mai stati un partito di massa, ma poco più di un movimento d’opinione - di disarticolare il sistema dall’interno. Se qualcuno ha voglia può leggersi la “Peste italiana”, storico pamphlet di denuncia dei guasti della partitocrazia.

Non sono mai stati nemmeno “di parte” e, quindi, non si sono tirati indietro da temporanee alleanze finalizzate a raggiungere un obiettivo, pur mantenendo sempre intatta la capacità di critica e quel tot di distanza tale da non far confondere la propria identità con quella del partito con cui si erano apparentati. Clamorose le litigate con i cattolici del PD, in particolare con Rosy Bindi.

L’obiettivo delle loro temporanee alleanze era quello, appunto, di rendere concreto il loro "apporto" politico, tirandosi dietro quindi tutte le maledizioni di qua e di là della barricata, la più insensata della quale è quella di “voltagabbana”; accusa proveniente da una sinistra incapace di ricordare che i Radicali nascono dal PLI e che quindi sono stati "voltagabbana" quando facevano “cose di sinistra”, casomai, non il contrario. Quindi gente nata a destra, ma con il cuore di sinistra.

Il caso di Grillo sembra invece l’opposto: non “apporta” il suo contributo, ma vuole sostituirsi alla classe politica distruggendola con un’operazione politica populista e devastante. Auspicando la "catastrofe" tanto quanto i futuristi di un tempo invocavano la guerra come "sola igiene del mondo".

Il “tutti a casa” sta in un’ottica distruttiva, un'ottica da azzeramento dell'esistente; la "peste italiana" sta in un’ottica di denuncia e di trasformazione dell'esistente; non è la stessa cosa. Denunciare per pulire e rimediare ai guasti è semanticamente il contrario di distruggere per ricostruire. Trasformare, cambiare non è la stessa cosa di radere al suolo per rifare daccapo. Nella trasformazione non ci si muore, nella distruzione sì.

Con buona pace di chi si limita ad un’osservazione superficiale delle similitudini, che pure esistono. Specialmente nel carattere da “guerrieri” pronti ad ogni intemerata.

Ma anche qui con una piccola, fondamentale differenza: Pannella ha sempre pagato di persona, con gli scioperi della fame, con la galera, con gli sputi in faccia (presi, non dati), con offese e umiliazioni. Grillo ha fatto pagare agli altri la sua sconsideratezza personale con il tragico incidente in cui morirono tre persone rimaste uccise, appunto, per sua colpevole superficialità, fatuità, stupidità. Omicidio colposo plurimo. Non vorremmo che facesse pagare agli altri - in questo caso alla nazione - anche quella politica.

Solo pochi mesi fa anche Pannella lo disse chiaramente: "Io amo i grillini, li comprendo. Mentre a Beppe devo ripetere quello che gli dissi: "Beppe stai attento perché io non voglio che tu te ne vada, che tu scompaia, che tu muoia perché questa volta non è detto che muoiano solo coloro che tu per incoscienza hai ucciso e per cui sei stato condannato. Io non voglio che questa volta muoia anche te e che te porti a morire il popolo italiano, innanzitutto il popolo dei grillini e delle grilline".

Frase ripetuta all’XI Congresso dei Radicali italiani, qui in un video che ricorda anche l’episodio dell’incidente mortale.

Insomma, fatevi i complimenti e ragalatevi pure i fiori se volete, ma vediamo di non fare confusioni abberranti: radicali e cinquestelle, Pannella e Grillo, non sono la stessa cosa. Nemmeno lontanamente.
 

Foto logo: paPisc/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.129) 13 luglio 2013 15:19

    Da quanto si legge qui, politicamente possono esserci, giuste o meno, prese di distanza da uno e dall’altro, dipende dai gusti.
    Umanamente viene da dire che Pannella si confermi: tutto questo ficcare il coltello in una vicenda personale, che presumo sia stata dolorosa per molti, Grillo compreso, per "argomentare" sul piano politico, mi sembra coerente con quanto da sempre sembra essere: uno stronzo.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 13 luglio 2013 17:18
      Fabio Della Pergola

      Da quanto si legge qui si capisce che nell’uomo Grillo c’è un vissuto, comportarsi incoscientemente e poi salvare la pelle mentre altri ce la lasciano, che potrebbe costituirsi come pericolosa coazione a ripetere a livello politico. E’ quello che Pannella ha giustamente messo in luce e che anch’io avevo già evidenziato in altri articoli.

      "Io ho l’ottimismo della catastrofe. Si va giù, e si ricomincia" sono parole sue http://www.mondomania.com/cervello/... che spiegano il "tanto peggio tanto meglio" citato da Pannella.

      Se non si capisce questa semplice dimensione umana - che è e resta ovviamente un’ipotesi, ma tutt’altro che peregrina - non si può capire l’allarme che è invece politico (e sacrosanto). Determinare una "catastrofe" - di cui Grillo è entusiasta estimatore - può realizzarsi come una ripetizione a livello politico del suo vissuto personale, che sarà stato senz’altro doloroso per lui, ma sicuramente molto di più per quelli che ha ammazzato comportandosi come un idiota.

      L’argomentazione politica - a meno che fare politica non la si intenda abboccare come cernie a qualsiasi amo - va legittimamente fatta anche tentando di interpretare le intenzionalità più o meno latenti di un padre-padrone sceso in politica a movimentare gli animi.

      Di fronte a tutto questo, cavarsela con uno "stronzo" la dice lunga sull’intelligenza del commento. Pensare che uno possa ammazzare della gente e che poi su questo episodio doloroso si debba tacere è semplicemente da veri ingenui (o in malafede).

    • Di (---.---.---.109) 13 luglio 2013 19:00

      Premesso che non ho mai avuto gran stima di Pannella perché l’ho sempre visto come uno che andava in tv e sprecava tutto il suo tempo a disposizione per dire che gli veniva impedito di parlare... cioè... poi uno che fa gli scioperi della fame mangiando cornetti... vabbè... diciamo che mi ha sempre fatto l’impressione del tutto fumo e poco arrosto, sbaglierò, ma mi ha sempre fatto questa impressione...


      fatta questa premessa direi che ha ragione su Grillo. Per un motivo semplice: rifiutare il doppio standard, cioè pretendere che ciò che predica il Grillo parlante valga anche per se stesso.

      Grillo è uno che ha fatto campagna elettorale su temi tipo la moralità, la condotta penale e così facendo ha spesso svincolato nella vita privata dei propri antagonisti. Ricordo una lista di parlamentari con procedimenti penali in corso o in giudicato stilata per dimostrare quanto malcostume vi fosse in parlamento e come fosse necessario impedire agli indagati/imputati/pregiudicati poter accedere alle cariche elettive. Nella lista c’era un parlamentare che, se non ricordo male, era stato denunciato dalla compagna per averle dato uno schiaffo e per questo condannato. Non giustifico assolutamente la violenza sulle donne, bene ha fatto la corte che ha condannato se il fatto corrisponde a vero. Sottolineo, giusta condanna se lo schiaffo c’è stato. Nessuna intenzione di contestare il fatto.

      Ma parliamo appunto di un reato di natura "privata", di scarsa rilevanza pubblica. Non ha certo la stessa pericolosità sociale della concussione, corruzione, per citarne solo alcune. Però quell’onorevole è stato messo sotto accusa, entrando nel merito di una vicenda sicuramente censurabile ma "privata". Nessuno ha avuto da ridire, che vergogna essere governati da un parlamentare che ha dato uno schiaffo. Se si parla dei drammi con rilevanza penale di Grillo, ugualmente "privati" (anche se hanno portato al decesso, non si parla di semplici lividi), si diventa stronzi? E’ la logica di Grillo, vale solo per gli altri? L’incidente di Grillo è sicuramente una tragica fatalità che lo avrà colpito nel profondo, ma questo vale per tutti. O si è forcaioli a corrente alternata?

      Analogo concetto dei due pesi e due misure: catastrofe, decrescita felice, più poveri ma felici? E’ un ragionamento non accettabile da uno che nel ribadire questi slogan si arricchisce.

      Decrescita felice: ha figli Grillo? Magari vogliono averne anche quelli destinati a tirare la cinghia col sorriso. Altrimenti, citando Ricucci, non si fa altro che fare il frocio col culo degli altri, scusate la volgarità.
  • Di (---.---.---.175) 13 luglio 2013 17:31

    Sono d’accordo con Fabio Della Pergola (pur non avendo particolari simpatie per Pannella o per il movimento Radicale in genere).

    Teoricamente sarei dell’idea che un incidente d’auto può capitare a tutti e quindi non dovrebbe entrare a far parte di argomentazioni politiche. Ma se fosse vero (uso il condizionale perché non sono informato direttamente sui fatti) quello che risulta dal video proposto nell’articolo e da altre fonti, cioè che Grillo (anche senza considerare l’eventuale assunzione di alcolici o altro) avrebbe prima violato un divieto, poi commesso una deliberata imprudenza e infine avrebbe addirittura abbandonato il veicolo fuori controllo mentre vi erano ancora persone a bordo, allora questo significa che avrebbe commesso ciò di cui è attualmente accusato il Comandante Schettino per la vicenda della Costa Concordia. Allora questo sarebbe rilevante eccome, anche sul piano politico, perché legato a quella coscienziosità e integrità morale che dovrebbe costituire un prerequisito ineludibile per chiunque si proponga a concorrere alla guida, non di una automobile ma di una intera nazione. Quello stesso requisito la cui mancanza Grillo stesso contesta agli altri politici e che sarebbe quindi, da parte sua, un’ipocrita e inaccettabile contraddizione.

    Il problema è che gli italiani, ormai, all’inaccettabile ci si sono abituati, ma questo è un altro discorso.

    Manny

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 13 luglio 2013 19:51
      Fabio Della Pergola

      Da Wikipedia: in appello il 14 marzo 1985 Grillo fu condannato per omicidio colposo a quattordici mesi di reclusione con il beneficio della condizionale e della non iscrizione. La condanna fu resa definitiva dalla IV sezione penale della Corte Suprema di Cassazione l’8 aprile 1988.

      Definizione di omicidio colposo: L’omicidio colposo è un reato, previsto dall’art. 589 del Codice penale italiano. Ricorre quando qualcuno, per colpa, determina l’evento-morte di una persona.

      Grillo non "ha avuto" un incidente, ma ha "per colpa" causato un incidente e la morte di due adulti e un bambino.

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