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Green Hill: gli animalisti strappano 25 cuccioli all’industria farmaceutica e dei cosmetici

La protesta degli animalisti registra una vittoria storica nella lotta all’odiosa pratica della vivisezione. Un migliaio di manifestanti sfila per le strade in modo pacifico. Ma l’azione dimostrativa sfocia in un blitz in piena regola che porta alla liberazione di almeno 25 cuccioli, selezionati ed allevati in vista di essere venduti per essere sottoposti a torture e crudeltà

Una foto che si commenta da sé: diverse mani portano un cucciolo di beagle al di là del filo spinato che delimita il laboratorio del moderno Frankenstein. Il cucciolo è tranquillo, forse un po' stranito: non sa che quelle mani, che lo offriranno alla libertà e ad una lunga e serena vita, lo hanno strappato al bisturi e alle torture della sperimentazione scientifica cui la sua razza è spesso destinata proprio a causa del carattere pacifico di questi animali.

Il Green Hill, famigerato canile impegnato nella selezione di cani da destinare agli esperimenti dell'industria cosmetica e farmaceutica, è stato assaltato da un gruppo animalista: è il popolo che ha deciso che quell'assurda attività che infierisce tante sofferenze a esseri viventi che hanno l'unico torto di essere considerati animali.

Ma questa volta è la gente che non ci sta: prende di mira il canile, cerca i punti in cui le recinzioni sono più deboli, le scavalca. Nei viali adiacenti, folle di manifestanti si schierano dietro agli striscioni: ci sono le sigle classiche della difesa dei diritti degli animali come Occupy Green Hill, ma anche persone comuni disgustate dalla presenza di quell'antro delle belve e persino un gruppo di motociclisti incazzati come bestie. Chi immagina lo stereotipo del motociclista, tutto birra e donne nude, rimarrà sorpreso nello scoprire la sensibilità dei centauri, non certo paragonabile a quella di chi quotidianamente decreta le sofferenze di centinaia di cani.

Non può essere tollerato alcun altro gesto di umana avidità che comporti la sofferenza di quei cuccioli, molti dei quali sembrerebbero presentare cicatrici difficilmente compatibili con interventi di sterilizzazione (fonte). Grida, applausi, pianti di commozione: quelle bestioline indifese sono finalmente libere, è una vittoria di quel po' di buon sentimento che questa crisi economica non è riuscita a portarci via. Siamo ancora uomini, dunque.

Dodici persone vengono bloccate dalle forze dell'ordine, accusate di furto, danneggiamento di proprietà privata, violazione di proprietà privata e tutti quegli altri reatucoli inutili di cui il nostro ordinamento è pieno: si stimano 250.000 euro di danneggiamenti, cifre raggiungibili unicamente con l'esplosione di diverse granate all'interno dello stabilimento. Dei trattamenti contrari al senso di umanità, perpetrati su quegli animali, non è possibile quantificare il danno. Perché non c'è moneta che possa pagare l'inumanità di taluni comportamenti.

Intanto l'azienda lamenta ingenti danni: a dire il vero, farebbe bene a ritirare le denunce e a consegnarsi alla storia, smobilitando le strutture e facendo un minimo sforzo per guadagnare quel pizzico di dignità indispensabile per potersi guardare allo specchio. Alcuni avvocati hanno assunto gratuitamente la difesa dei denunciati.

Il dado, ormai, è tratto. Inutile parlare degli attestati di solidarietà che la rete tributa ai "dodici", apostoli di un'umanità ormai smarrita, annunciatori di un nuovo modo di intendere la vita in cui non è sempre il più forte ad imporre soprusi ai più deboli. 

Non più un vivere spietato, ma aderente ad una visione del mondo nuovo, consapevole e che inizi a fare i conti con la barbarie di cui l'uomo è astrattamente (?) capace.

I fatti di Montichiari segnano un profondo spartiacque, un solco. Un primo esempio di reazione del popolo alle ingiustizie di chi pone il profitto sopra ogni cosa. Per una volta la protesta si è concretizzata attivamente in una rappresaglia in stile Navy Seals, con tanto di ostaggi portati in salvo.

Seguiremo con trepidazione lo sviluppo della vicenda che ha fatto comprendere, a chi non lo avesse ancora capito, che non esistono atti illeciti laddove la reazione è attuata per evitare un danno peggiore. E la vita e la felicità di quei cuccioli vale molto di più che non i 250.000 euro presunti di danno sofferti dall'azienda.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.254) 30 aprile 2012 15:49

    Mah... che la Brambilla si faccia una verginità da tutte le nefandezze sue e del suo governo sostenendo che sia stato un successo la liberazione di 25 cani da esperimento, lasciando al loro destino gli altri 2.475 , purtroppo fa parte delle pagliacciate della nostra politica e della nostra informazione.

    Che poi sia un obiettivo da perseguire la proibizione di allevamento in Italia di animali da esperimento, è cosa su cui io mediterei almeno un po’, soppesando i pro con i contro.

    Fra i "contro", io ci metteri il fatto che noi "esporteremmo" fuori d’Italia tutta una serie di controlli e sperimentazioni su farmaci, addititvi ed alimenti che poi utilizziamo anche qui in Italia.

    Oggi, su Agoravox è presente un ottimo articolo sul problema "aspartame", di cui alcuni -troppo pochi- ricercatori nostrani hanno scoperto inconvenienti e rischi con esperimenti su animali. Il lavoro di quei ricercatori va supportato o abolito? 

    Mi pare che questo sia il problema vero. Su chi, invece, si avvantaggerebbe di questa "esportazione",  direi che proprio non c’e’ alcun problema.

    Questi teneri animalisti lo capiscono o no? Si sono mai domandati se fanno gli interessi di qualcuno? Sono davvero tutti vegetariani che mai mangerebbero un agnello od un pollo o un bovino allevato per essere destinato al mattatoio? O per caso hanno cuore soltanto quando serve agli interessi di qualche multinazionale che vuole lucrare senza alcun controllo?

    E’ proprio impossibile avere cuore ma anche cervello??

    Geri Steve


  • Di Nicola Spinella (---.---.---.131) 30 aprile 2012 16:26
    Nicola Spinella

    ciao Geri Steve, grazie dell’intervento.


    Io penso che, se seguissimo sempre e comunque la logica dei pesi e contrappesi, è logico che la protesta di X è a sfavore di Y ma si traduce in un successo per Z. 
    Ma a quel punto sarebbero bloccate tutte le attività umane. 
    Quei ragazzi hanno solo ridato la libertà a venticinque (da alcune parti ho letto anche 30 o 35) cani?
    No, hanno attirato l’attenzione su un grosso problema. Quello che io dico è che se mille persone trovano il coraggio di scagliarsi contro un oppressore, non possono avere torto, almeno dal loro punto di vista!

    Nella logica animalista non c’è una politica di analisi dei "pro e contro "una determinata linea di condotta, ma solo il pro-contro al rispetto della vita animale.

    Giusto? Sbagliato? Ciascuno trae il proprio convincimento e lo dico da non-animalista (e buona forchetta, piatto preferito l’arrosto...)

    Grazie ancora e a risentirci!
    • Di Geri Steve (---.---.---.254) 30 aprile 2012 17:03

      Ciao Nicola, grazie per la sincerità nella tua risposta.

      Viviamo in un mondo complesso in cui è difficilissimo tenere in conto tutti gli aspetti di un problema, ma secondo me è bene provarci, e soprattutto è sbagliato pensare che questo bloccherebbe ogni attività umana: semplicemente, renderebbe un po’ più razionale il nostro agire umano.

      Noi viviamo in un mondo sociale che non è fatto soltanto di individui: ci sono organizzazioni potenti che investono molto nel condizionare i nostri comportamenti. In queste organizzazioni ci sono professionisti che hanno studiato e che lavorano su come conoscerci e condizionarci. In genere lo fanno per orientare i nostri consumi e questo dà loro un potere enorme, perchè così facendo compiono molti esperimenti di convinzione e ne raccolgono molti dati, migliorando sempre le loro capacità.

      Potremmo parlare di produttori di telefoni cellulari come di agenzie di rating, ma fermiamoci all’esempio "aspartame" che puoi leggere qui:
      http://www.agoravox.it/Report-e-l-i...

      Tu pensi che nelle multinazionali che producono e che usano l’aspartame non ci sia nessun professionista che per suo compito si domandi come rendere più difficoltosi gli esperimenti che potrebbero evidenziare i danni da aspartame?

      E credi che a nessuno di loro sia venuto in mente di utilizzare i movimenti animalisti e l’empatia che suscita un cucciolo per creare consenso contro tali esperimenti?
      E sei sicuro che quei "ragazzi" abbiano attirato l’attenzione su un grosso problema e non siano invece stati loro "attirati" perchè non si possano - o sia più difficoltoso- scoprire altri grossi -enormi- problemi ?

      Un po’ di esercizio cerebrale sul tema "cui prodest?" non fa male, e ci aiuta a digerire l’arrosto.

      Ciao, Geri

  • Di Cesarezac (---.---.---.255) 30 aprile 2012 19:26
    Cesarezac

    Geri Steve politicante fondamentalista di professione, anziché chiedersi se un avvenimento o un fatto qualsiasi è positivo o no, si chiede unicamente se porta acqua al suo mulino o a quello dell’avversario politico, anzi, più che avversario, per lui trattasi di nemico.
    Più la proposta del nemico è cosa buona più lui si imbufalisce.
    Il resto non conta. A lui che importa dei beagle.
    Cesare Zaccaria

  • Di (---.---.---.187) 3 maggio 2012 11:37

    PREFERIREI LIBERARE DALLA FAME DALLA SETE E DALL’AIDS I BAMBINI DELL’AFRICA PIUTTOSTO CHE I CANI:

  • Di (---.---.---.90) 6 maggio 2012 23:10

    Questa è la strategia di coloro che non potendo sostenere le loro inconfessabili opinioni, subdolamente dicono: sì, però prima bisogna fare quest’altro, come l’individuo qui sopra " lasciamo i beagle alla vivisezione visto che ci sono bambini affamati in Africa".
    Cesare Zaccaria
    P.S. io mi firmo con nome e cognome perché la mia coscienza è limpida e non ho bisogno di nascondermi.

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